Concetti Chiave
- Giovanni Giolitti promuove un programma politico mirato all'integrazione delle masse nello Stato liberale, evitando un intervento brutale nei conflitti sociali.
- Giolitti cerca supporto politico dai radicali e dai socialisti per rafforzare la maggioranza governativa, posizionandosi come leader del fronte liberal-progressista.
- Come ministro dell'Interno, Giolitti interrompe l'uso della forza pubblica contro gli scioperanti, portando a un aumento dei conflitti di lavoro, soprattutto nel Nord Italia.
- Le aree di maggiore conflittualità sociale si concentrano nella Valle Padana, con rilevanza nei settori agricoli e industriali tra Torino, Milano e Genova.
- I salari industriali e agricoli aumentano significativamente tra il 1900 e il 1915, stimolando i consumi e favorendo l'economia italiana.
Indice
Giolitti e l'integrazione delle masse
A dare il tono politico al nuovo governo agli inizi del 1900 è stato proprio Giovanni Giolitti: infatti egli è convinto che l'obiettivo da perseguire, per lasciarsi definitivamente alle spalle la crisi di fine secolo sia l'attuazione di un programma volto a realizzare l'integrazione delle masse nella cornice dello Stato liberale. Per ottenere questo scopo ritiene necessario che lo Stato e il governo svolgono un'azione di arbitrato neutrale nelle lotte sociali, senza intervenire in modo brutale, specie nel caso di conflitti di lavoro; anzi ritiene necessario trovare forme di apertura nei confronti dei radicali e persino nei confronti dei socialisti, il cui appoggio potrebbe rafforzare e qualificare politicamente la maggioranza del nuovo governo. E con questo programma infatti che Giolitti si impone come l'uomo politico più autorevole dello schieramento liberal-progressista. Dopo la morte di Zanardelli, avvenuta il 26 dicembre, Giolitti diventa presidente del Consiglio per la carica che nei dieci anni seguenti occupa tre volte per un lasso di tempo complessivo di poco inferiore agli otto anni.
Neutralità e conflitti di lavoro
Già da ministro dell'Interno Giolitti si adopera affinché cessi il sistematico ricorso alla forza pubblica per bloccare o disperdere gli scioperanti, sia negli scioperi agricoli sia in quelle industriali. Con la nuova neutralità della forza politica i conflitti di lavoro aumentano in modo significativo. Le aree calde sono localizzate soprattutto al Nord e in particolare nella Valle Padana, tanto nelle zone rurali quanto nelle aree industriali concentrate tra Torino, Milano e Genova.
Crescita economica e salari
Dopo questa nuova fase di conflittualità sociale in Italia, come peraltro in tutti i paesi avanzati, tanto i salari industriali quanto quelli agricoli aumentano significativamente (i primi tra il 1900 e il 1915 crescono del 35%, i secondi del 50%); si tratta di un risultato economicamente importante poiché dà un notevole stimolo ai consumi, ciò che contribuisce positivamente all'andamento generale dell'economia italiana.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo principale del riformismo giolittiano agli inizi del 1900?
- Come ha influenzato Giolitti i conflitti di lavoro durante il suo mandato?
- Quali sono stati gli effetti economici della nuova fase di conflittualità sociale sotto Giolitti?
L'obiettivo principale del riformismo giolittiano era l'integrazione delle masse nello Stato liberale, attraverso un'azione di arbitrato neutrale nelle lotte sociali e l'apertura verso radicali e socialisti.
Giolitti ha smesso di utilizzare sistematicamente la forza pubblica per bloccare gli scioperi, portando a un aumento significativo dei conflitti di lavoro, specialmente nel Nord Italia.
Gli effetti economici includevano un aumento significativo dei salari industriali e agricoli, che ha stimolato i consumi e contribuito positivamente all'economia italiana.