Concetti Chiave
- Il Regno d'Italia, nato dopo l'unificazione, affrontava un forte divario economico tra nord e sud, con il sud caratterizzato da latifondi e alti livelli di analfabetismo.
- L'industria nazionale era arretrata, con scarse materie prime e una debolezza nel settore metallurgico, mentre il lavoro a domicilio era comune nelle piccole industrie alimentari e tessili.
- Le finanze pubbliche erano in crisi e vi era la necessità di uniformare sistemi di misura, monete e costumi nel nuovo Stato unificato.
- La questione meridionale emerse a causa delle politiche centralizzatrici piemontesi e della mancanza di miglioramenti, portando al fenomeno del brigantaggio.
- Il movimento operaio e contadino, inizialmente influenzato da mazzinianesimo e anarchismo, vide la nascita del partito socialista italiano verso la fine del XIX secolo.
Indice
Sfide del neonato Regno d'Italia
Dopo aver portato quasi a compimento il processo di unificazione politica, il neonato Regno d'Italia si trovò ad affrontare molti problemi.
Disparità economiche e sociali
Nel paese, ancora in gran parte agricolo, pesava molto il divario tra le regioni settentrionali e il sud. Qui era largamente diffuso il latifondo e i proprietari non investivano, ne miglioravano i sistemi produttivi; in alcune province l'analfabetismo arrivava al 90% della popolazione; la situazione sanitaria e abitativa era carente e favoriva l'insorgere di malattie infettive.
Industria e finanze in difficoltà
L'industria italiana si trovava in condizioni decisamente arretrate: le materie prime erano molto limitate ed esportate grezze; l'industria metallurgica quasi inesistente per la carenza del combustibile fossile necessario per la lavorazione. Esisteva solo una piccola industria, per lo più alimentare o tessile nelle campagne, dove era diffuso il lavoro a domicilio.
Questione meridionale e brigantaggio
Oltre a questi squilibri economici, dopo l'unità le finanze pubbliche erano in condizioni disastrose; bisognava uniformare costumi ed usi, pesi, misure e monete diverse. In quegli anni prese corpo la cosiddetta questione meridionale, che non riguardava soltanto i problemi derivanti dal diverso grado di sviluppo economico. La scelta centralizzatrice operata dal Piemonte e la mancanza di miglioramenti resero il nuovo Stato una realtà lontana ed estranea, a cui alcuni reagirono con atti di ribellione, il cosiddetto brigantaggio.
Movimenti politici e sociali emergenti
Le difficili condizioni economiche e sociali delle popolazioni italiane non trovarono inizialmente una forma di rappresentanza politica, dato che alla vita pubblica partecipava un numero molto ristretto di persone. Fino agli anni Ottanta il movimento operaio e quello contadino furono orientati dal mazzinianesimo e dall'anarchismo di Bakunin; il marxismo prese piede solo in seguito. Nell'ultimo decennio dell'800 sorse il partito socialista italiano i cui primi leader furono l'avvocato Milanese Filippo Turati e la sua compagna russa, e si organizzò il movimento sindacale.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali sfide affrontate dal neonato Regno d'Italia dopo l'unificazione?
- In che modo le disparità economiche e sociali si manifestavano tra le regioni italiane?
- Quali movimenti politici e sociali emersero in Italia alla fine del XIX secolo?
Il neonato Regno d'Italia dovette affrontare disparità economiche e sociali, difficoltà industriali e finanziarie, la questione meridionale e il brigantaggio, oltre all'emergere di movimenti politici e sociali.
Le disparità si manifestavano attraverso il divario tra nord e sud, con il sud caratterizzato da latifondi non produttivi, alto analfabetismo, e condizioni sanitarie e abitative precarie.
Alla fine del XIX secolo emersero il movimento operaio e contadino, influenzati inizialmente dal mazzinianesimo e dall'anarchismo, e successivamente dal marxismo, culminando nella nascita del partito socialista italiano e del movimento sindacale.