Concetti Chiave
- La proclamazione del Regno d'Italia nel 1861 non completò l'indipendenza e l'unità nazionale, lasciando Venezia e Roma da liberare secondo Mazzini.
- L'unificazione avvenne rapidamente, creando un insieme di territori diversi per economia, cultura, organizzazione e lingua da unificare.
- La Destra storica, composta da aristocrazia e borghesia liberale del Centro-nord, guidò il governo con una base elettorale ristretta.
- Le principali misure della Destra includevano centralizzazione amministrativa, sviluppo industriale del Nord e istruzione obbligatoria, ma aumentarono la tassazione sui poveri.
- Nel Meridione, il brigantaggio emerse come ribellione all'occupazione piemontese, affrontato dalla Destra con repressione e stato d'assedio.
Indice
La nascita del Regno d'Italia
Con la proclamazione del Regno d'Italia, il 17 marzo 1861, non erano stati raggiunti tutti gli obiettivi di indipendenza e unità che i patrioti italiani si erano proposti: secondo Mazzini, per esempio, la nazione non poteva dirsi compiuta fino a quando non fossero state liberate Venezia e Roma. Inoltre, passato l'entusiasmo delle vittorie militari e dei plebisciti, il nuovo stato doveva ora affrontare numerosi e gravi problemi: politici, amministrativi, sociali ed economici.
Le sfide dell'unificazione
Il processo di unificazione, oltre che incompiuto, era avvenuto in un tempo assai breve: in meno di due anni, territori molto diversi, tutti con una propria storia alle spalle, erano stati annessi al nuovo Regno. Pertanto il primo problema che i governi d'Italia si trovarono a dover affrontare fu quello di trasformare in un unico stato un insieme di realtà diverse per sviluppo economico, cultura, organizzazione interna e persino lingua.
Il governo della Destra storica
Per circa quindici anni, dal 1861 al 1876, questo difficile compito fu affrontato dai governi della cosiddetta Destra storica, il raggruppamento erede della politica liberale moderata di Cavour. Formato dall'aristocrazia e dalla borghesia liberale moderata del Centro-nord del paese, ovvero dal ceto sociale che aveva guidato il processo di unificazione nazionale, costituiva una elite omogenea con una base elettorale assai ristretta, pari a circa il 2% della popolazione. I suoi componenti in parlamento facevano capo a due gruppi. Il primo era quello della Destra piemontese, cui appartenevano Alfonso La Marmora, generale della seconda guerra d'indipendenza, Quintino Sella, che fu a lungo ministro delle Finanze del nuovo Regno, e Giovanni Lanza. Del secondo gruppo, chiamato allora Consorteria, facevano parte:
- i lombardi, con Stefano Jacini e il marchese Emilio Visconti Venosta;
- i toscani, il cui leader era Bertino Ricasoli che fu capo del governo dopo l'improvvisa morte di Cavour (6 giugno 1961);
- gli emiliani, con Marco Minghetti e Luigi Farini;
- i meridionali, con Antonio Scialoja e Silvio Spaventa.
Le politiche della Destra storica
La Destra storica, per rispondere ai problemi del nuovo stato italiano, decise di accentrare l'amministrazione tramite i prefetti, favorire lo sviluppo industriale del Nord, potenziare le infrastrutture e introdurre l'istruzione obbligatoria. Il prezzo fu una pesante tassazione che gravò soprattutto sui ceti più poveri. Nel Meridione, bande organizzate di briganti si ribellarono a quella che venne vissuta come un'occupazione da parte dei piemontesi. I governi della Destra contrastarono la ribellione con la repressione e lo stato d'assedio.
All'opposizione vi era la Sinistra storica, un gruppo assai composito e disomogeneo.
Domande da interrogazione
- Quali erano gli obiettivi non raggiunti con l'Unità d'Italia secondo Mazzini?
- Quali furono i principali problemi affrontati dal nuovo Regno d'Italia dopo l'unificazione?
- Chi erano i principali esponenti della Destra storica e quale fu il loro approccio ai problemi del nuovo stato?
- Come reagì il Meridione alle politiche della Destra storica e quale fu la risposta del governo?
Secondo Mazzini, l'Unità d'Italia non era completa fino a quando Venezia e Roma non fossero state liberate.
Il nuovo stato dovette affrontare problemi politici, amministrativi, sociali ed economici, oltre a trasformare territori diversi in un unico stato.
La Destra storica era composta da aristocrazia e borghesia liberale moderata, e affrontò i problemi centralizzando l'amministrazione, favorendo lo sviluppo industriale del Nord e introducendo l'istruzione obbligatoria.
Nel Meridione, bande di briganti si ribellarono percependo un'occupazione piemontese, e il governo rispose con repressione e stato d'assedio.