Concetti Chiave
- Il fascismo di Mussolini emerse dalla crisi dello stato liberale italiano, proponendo una rivoluzione politica guidata dalle classi medie.
- Il dopoguerra accelerò l'industrializzazione italiana, con la formazione di grandi gruppi monopolistici e un marcato dualismo economico tra il nord e il sud.
- Il biennio rosso (1919-1920) fu caratterizzato da intensi conflitti sociali, con contadini e operai che lottavano per maggiori diritti, guidati da socialisti e cattolici.
- Il Partito Socialista e il Partito Popolare ottennero grandi successi elettorali nel 1919, riflettendo il cambiamento politico postbellico.
- L'occupazione delle fabbriche nel 1920 diede origine al gruppo politico "Ordine nuovo", che influenzò la nascita del Partito Comunista Italiano.
Indice
La nascita del fascismo
In Italia la crisi dello stato liberale generò un nuovo sistema politico. Nell’ottobre del 1922 prese il potere un movimento che voleva farsi artefice di una rivoluzione politica caratterizzata da un protagonismo delle classi medie: il fascismo. Mussolini ne fu l’artefice principale.
Ex socialista alla vigilia della guerra, era diventato interventista e perciò espulso dal partito.. nel 1919 fondò i fasci di combattimento, un’organizzazione che puntava a:
La rifondazione della nazione
Rovesciamento dei partiti borghesi tradizionali
Lotta contro i bolscevichi
Fare dell’Italia una grande potenza
L'industrializzazione e il dualismo economico
La guerra accelerò l’industrializzazione italiana con la crescita della grande industria e lo sviluppo di nuove imprese. Si aggiunse la concentrazione del sistema industriale, con la formazione di grandi gruppi monopolistici. Si profilò così dal capitalismo di matrice liberale a un capitalismo monopolistico. La guerra aveva anche accentuato il dualismo dell’economia italiana: le risorse pubbliche vennero destinate principalmente alle grandi imprese del cosiddetto triangolo industriale mentre il Mezzogiorno rimase sottosviluppato.
Cambiamenti sociali e politici post-guerra
Al termine della guerra l’Italia ebbe un notevole cambiamento sia livello economico che sociale: tra il 1919 e il 1920 ci fu uno dei più intensi cicli di lotta sociale.
I contadini del sud occuparono le terre dei latifondisti
I braccianti del nord sottrassero agli agrari il controllo del mercato del lavoro
Gli operai riuscirono riuscirono ad estendere i propri diritti difendendo il potere d’acquisto dei loro salari
La mobilitazione fu diretta prevalentemente dal partito socialista e dalla confederazione generale del lavoro mentre nelle campagne anche il movimento cattolico fu partecipe.
Alle elezioni politiche del novembre del 1919, le prime del dopoguerra, ottennero grande successo il Partito socialista e il Partito Popolare, il nuovo partito cattolico fondato da luigi Sturzo.
La mobilitazione del proletariato
La mobilitazione del proletariato culminò nell’occupazione delle fabbriche settentrionali nel settembre del 1920 quando vennero occupati vari stabilimenti dell’Alfa Romeo per rispondere alla serrata (la chiusura ai dipendenti). L’epicentro dell’occupazione fu Torino. Qui nasce il gruppo politico “Ordine nuovo” tra i cui esponenti Togliatti, per esempio, che nel 1921 darà vita al Partito Comunista italiano. Gruppo che si rifaceva al modello di Lenin in Russia.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo principale del movimento fascista guidato da Mussolini?
- Quali furono le conseguenze economiche della guerra sull'industria italiana?
- Quali furono le principali azioni del biennio rosso in Italia?
Il movimento fascista, guidato da Mussolini, mirava a rifondare la nazione, rovesciare i partiti borghesi tradizionali, combattere i bolscevichi e trasformare l'Italia in una grande potenza.
La guerra accelerò l'industrializzazione italiana, portando alla crescita della grande industria e alla formazione di grandi gruppi monopolistici, accentuando il dualismo economico tra il nord industrializzato e il sud sottosviluppato.
Durante il biennio rosso, i contadini del sud occuparono le terre, i braccianti del nord sottrassero il controllo del mercato del lavoro agli agrari, e gli operai difesero i loro diritti e salari, con il supporto del partito socialista e del movimento cattolico.