Concetti Chiave
- Mussolini mirava a trasformare il regime fascista in un totalitarismo attraverso modifiche istituzionali e iniziative sociali.
- Tra le principali modifiche istituzionali vi furono la creazione del ministero per la Cultura popolare e l'introduzione della Camera dei fasci e delle corporazioni.
- Le iniziative sociali includevano la campagna contro l'uso del "lei", l'imposizione della divisa ai funzionari pubblici e il "passo romano" nelle sfilate militari.
- Le leggi razziali introdotte nel 1938 furono un elemento chiave nel processo di totalitarizzazione, sebbene la comunità ebraica in Italia fosse numericamente limitata.
- Queste leggi razziali incontrarono resistenza sociale e contrasti, in particolare con la Chiesa e nell'opinione pubblica italiana.
Indice
Il totalitarismo di Mussolini
Mussolini voleva fare del regime fascista un totalitarismo perfetto. Per portare a termine questo processo di totalitarizzazione e per conseguire questo obiettivo furono necessarie alcune modifiche. Queste trasformazioni riguardavano l’istituzione o l’ampliamento di nuovi organismi di controllo ma anche iniziative di tipo sociale-folkloristico.
Modifiche istituzionali e sociali
Tra le modifiche istituzionali sono da ricordare: la creazione del ministero per la Cultura popolare, l’ampliamento delle funzioni del Pnf, la sostituzione della Camera dei deputati con una nuova Camera dei fasci e delle corporazioni.
Invece, tra le iniziative di tipo sociale-folkloristico sono da ricordare la campagna contro l’uso del "lei" (da sostituirsi con il “voi”), l’imposizione della divisa ai funzionari pubblici e l’adozione del "passo romano" nelle sfilate militari.
Le leggi razziali in Italia
In questo processo di trasformazione del Paese giocò un ruolo decisivo l’introduzione delle leggi razziali.
Le leggi razziali erano state introdotte nella Germania nazista nel ’35. In Italia furono introdotte nell’autunno del ’38. In entrambi i casi si trattava di leggi discriminatorie nei confronti degli ebrei, ma con la differenza che mentre in Germania gli ebrei costituivano gran parte della popolazione, in Italia la comunità ebraica era poco numerosa: ecco perché qui la legislazione razziale giunse in modo del tutto improvviso e inaspettato.
Diversi furono i divieti imposti agli ebrei, in particolare gli ebrei vennero esclusi da qualsiasi ufficio pubblico e fu impedito loro di sposare non ebrei.
Contrasti sociali e religiosi
A livello sociale le leggi razziali (con cui Mussolini voleva proporre agli italiani motivi di aggressività nazionale) suscitarono non pochi contrasti: in primis con la Chiesa, poi nell’opinione pubblica.