Concetti Chiave
- Il Biennio Rosso (1919-1920) fu caratterizzato da conflittualità sindacale e tentativi di avanzamento socialista in Europa, che vennero repressi con forza dai governi.
- In Europa, l'epidemia di influenza e la disoccupazione post-bellica aggravarono la crisi economica, portando a inflazione e difficoltà per i ceti meno abbienti.
- Le conseguenze politiche del periodo videro l'ascesa di tendenze autoritarie, con un rafforzamento delle strutture statali centralizzate per contrastare il comunismo.
- Le teorie keynesiane proponevano soluzioni economiche e strutture comunitarie per evitare conflitti, ma vennero attuate solo dopo la Seconda Guerra Mondiale.
- La guerra portò a trasformazioni socio-culturali, con la disgregazione dei valori familiari tradizionali e una maggiore consapevolezza politica tra le masse.
Indice
Tentativi socialisti in Europa
Interpretazione storiografica recente. Gli storici hanno notato che in questi due anni c'è stato un tentativo di avanzamento in Europa Occidentale e America di partiti socialisti e forze legate alla masse popolari più deboli. Ci fu una grande conflittualità sindacale, per gli interessi dei ceti meno abbienti. Il socialismo fu comunque sconfitto.
Conflitti e repressioni in Europa
In Europa l'avanzata fu sconfitta perché tutti i governi si mobilitarono in maniera quasi repressiva. In Francia e in Inghilterra l'avanzata fu fermata grazie al fatto che questi due stati uscirono vincitrici dal primo conflitto mondiale. Riuscirono a contenere le richieste socialiste.
In Italia ci furono degli scontri violenti, che videro scontrarsi rossi e neri.
In Germania , ci fu l’insurrezione comunista della comune di Berlino (Lega di Spartaco), ma questo tentativo di rivoluzione comunista fu represso nel sangue nel giro di una settimana.
In Baviera venne proclamata la repubblica sovietica nell'Aprile 1919. Anche questa venne repressa violentemente il mese successivo.
In Ungheria, Bela Kuhn tentò di instaurare un regime comunista, tuttavia venne sconfitto e fu instaurato un regime autoritario.
Mutamenti globali e decolonizzazione
Durante questi anni mutarono gli equilibri mondiali: da una parte USA e Giappone diventavano sati egemoni scalzando l’Europa, dall’altra iniziò la decolonizzazione di Cina, Egitto e India. In questi stati era infatti nati movimenti nazionalistici, che avanzavano richieste di indipendenza.
Ci fu un'epidemia d'influenza che mise in ginocchio la popolazione nel 1919, aggravata dal fatto che la popolazione usciva da un lungo periodo di denutrizione che aveva determinato una scarsa difesa immunitaria. C'era anche un periodo di carestia.
Conseguenze economiche post-belliche
Ci furono inoltre delle conseguenze economiche che interessarono tutte le nazioni:
• Aumentò la disoccupazione, perché era altamente difficile reinserire i reduci di guerra nel mondo del lavoro.
• Le fabbriche che producevano strumenti bellici smisero di lavorare. Ci volle molto tempo di trasformare fabbriche di guerra in fabbriche di pace.
• Aumentò l'inflazione; tutte le merci subirono rincari e ciò ebbe conseguenze sui ceti meno abbienti.
• Andava poi risanato il bilancio statale.
Misure economiche e protezionismo
Molti stati adottarono delle misure per risolvere questa crisi socio-economica:
• Reintroduzione del protezionismo ottocentesco con barriere doganali. (Durante la II Rivoluzione Industriale c'era stata una crisi economica importante, che aveva portato all'abbandono del liberismo. Successivamente con il sistema delle alleanza, le barriere erano state abbattute.) Nel 1919 vengono reintrodotte quindi queste regole protezionistiche. Non si parla più di libero commercio.
• Tutto quello che riguarda le spese pubbliche venne tagliato, con grandi ripercussioni sulla popolazione.
• Vengono prodotti in eccesso liquidi monetari, rispetto alla riserve auree, che aggravano ancora di più l'inflazione.
• Aumentarono il prelievo fiscale.
• Venne introdotta la Stretta creditizia: le banche diminuiscono i prestiti agli artigiani o aumentano i tassi di interesse. Questo determina la chiusura di molte piccole-medie aziende.
• Ricorso al credito internazionale che prevede prestiti a lungo termine, soprattutto da parte degli Stati Uniti.
• disoccupazione
• il ceto a reddito fisso è al limite della sussistenza
• i grandi proprietari terrieri e commercianti invece riuscirono ad approfittare della congiuntura.
Tendenze autoritarie e pace di Versailles
In tutta Europa e anche negli Stati Uniti nacquero tendenze politiche autoritarie. C'era stata una certa apertura alle masse, che venne bloccata pressoché dappertutto dal 1919. Venne mantenuta e rafforzata la struttura centralizzata dello stato. Di fatto la subordinazione all’esecutivo di guerra non venne abbandonato, soprattutto dove c'era timore per l'avanzata comunista.
Keyns era quello che aveva definito la pace di Versailles come un pace cartaginese, che avrebbe determinato col tempo degli scompensi economici. Secondo lui la pace di Versailles non comprendeva gli accorgimenti migliori per una situazione pacifica e di collaborazione.
Egli propose altre teorie che non vennero però prese in considerazione. I contenuti riguardavano le conseguenze della pace e la critica alla pace di Versailles.
Egli prevedeva di creare nuove nazioni cuscinetto, tra quelli che mancavano di autonomia economica, quali Polonia, Cecoslovacchia, Austria, Ungheria, Jugoslavia.
Si voleva così punire la Germania e isolare la Russia.
Sosteneva inoltre che occorreva liberalizzare i commerci per la ripresa economica in tutta Europa.
Per lui per garantire la pace bisognava creare in Europa strutture comunitarie, per scongiurare possibili guerre e risolvere problemi di interesse economico. Le sue idee erano all'avanguardia, ma vennero attuate solo dopo la seconda guerra mondiale.
Ripercussioni sociali e culturali
La guerra ebbe pesanti ripercussioni in ambito sociale e culturale.
Venne disgregata infatti la struttura della famiglia praticarle, tipica delle campagne. Molte donne persero infatti mariti, padri e fratelli, inoltre gran parte di esse si trovarono impieghi in fabbrica mentre altre trovarono benefici economici con nuovi compagni. Tutto ciò provocò il tramonto dei valori tradizionali.
Si creò contemporaneamente una maggiore coscienza politica. Tutte le masse uscirono dalla guerra con la consapevolezza di aver dato un grande contributo di sangue al loro paese, iniziando quindi a pretendere molto da loro paese.
Si crea una grande ostilità verso i partiti tradizionali in attesa di un nuovo ordine politico-sociale. Ciò provocò l'insorgere delle masse in manifestazioni pubbliche, scioperi, adunate, marce organizzate e corte indetti dai partiti. Inevitabile fu la diffusione della violenza repressiva.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali conseguenze economiche del Biennio Rosso 1919-1920?
- Come reagirono i governi europei all'avanzata socialista durante il Biennio Rosso?
- Quali furono le teorie proposte da Keynes riguardo alla pace di Versailles?
- Quali trasformazioni socio-culturali si verificarono dopo la guerra?
- Quali misure economiche adottarono gli stati per affrontare la crisi post-bellica?
Durante il Biennio Rosso, ci fu un aumento della disoccupazione, inflazione e difficoltà nel reinserimento dei reduci di guerra nel mondo del lavoro. Le fabbriche belliche dovettero essere riconvertite, e molte piccole-medie aziende chiusero a causa della stretta creditizia.
I governi europei reagirono in modo repressivo all'avanzata socialista. In Francia e Inghilterra, l'avanzata fu fermata grazie alla loro vittoria nella Prima Guerra Mondiale, mentre in Italia e Germania ci furono scontri violenti e insurrezioni represse.
Keynes criticò la pace di Versailles definendola una "pace cartaginese" e propose la creazione di nazioni cuscinetto e la liberalizzazione dei commerci per garantire la pace e la ripresa economica in Europa. Le sue idee furono attuate solo dopo la Seconda Guerra Mondiale.
La guerra disgregò la struttura familiare tradizionale, con molte donne che persero i loro cari e trovarono lavoro in fabbrica. Ci fu una maggiore coscienza politica e ostilità verso i partiti tradizionali, portando a manifestazioni pubbliche e scioperi.
Gli stati reintrodussero il protezionismo, tagliarono le spese pubbliche, aumentarono il prelievo fiscale e ricorsero al credito internazionale. La stretta creditizia portò alla chiusura di molte piccole-medie aziende.