Concetti Chiave
- Dopo la marcia su Roma, Mussolini formò un governo includendo diverse correnti politiche, segnando un periodo di crescita economica fino al 1926.
- Mussolini bilanciava la repressione politica con una libertà economica inedita, contribuendo a un boom economico tra il 1924 e il 1926.
- Riformò le istituzioni creando il Gran Consiglio del Fascismo e la Milizia Volontaria, sostituendo le funzioni del Parlamento.
- La nuova legge elettorale del 1924 favorì la maggioranza relativa, ma fu seguita da scandali come l'omicidio di Matteotti, che scosse l'opinione pubblica.
- Il sostegno della Chiesa e del Re Vittorio Emanuele III consolidò il regime di Mussolini, mentre alcuni oppositori come Don Sturzo optarono per l'esilio.
Indice
La formazione del governo Mussolini
La prima attività di Mussolini successiva alla marcia su Roma fu la stesura della lista dei ministri del proprio governo, inserendo anche liberal-giolittiani, liberali di destra, democratici e popolari. Fino al 1926 il governo seguì le orme prefascisti e fu un periodo di grande sviluppo economico. Mussolini infatti da una parte, quella politica, esercitava un azione di repressione e restrizione delle libertà di espressione, mentre dall'altra, quella economica, conferì una libertà che non si vide nemmeno nell'epoca della Destra Storica. Gli anni 1924-26 furono segnati inoltre da un vero boom economico.
Trasformazioni istituzionali e repressione
Mussolini contemporaneamente alle trasformazioni economiche attuò anche delle trasformazioni di tipo istituzionale, alterando il tipico carattere liberale dello stato. Egli sostituì infatti il Parlamento e altre istituzioni con il Gran Consiglio del Fascismo (strumento di raccordo fra Partito e Stato, investito di quelle funzioni tipiche del Parlamento) e con la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (doveva difendere il nuovo regime). Egli fece approvare anche una nuova legge elettorale che assegnava alla lista che avesse avuto la maggioranza relativa di almeno il 25 % avrebbe ottenuti i 2/3 dei seggi.
Reazioni politiche e sostegno della Chiesa
Dopo le elezioni del 1924, Matteotti, esponente del PSU, denunciò alcune forme di illegalità da parte del fascismo tra cui brogli elettorali. Dopo questo discorso Matteotti venne rapito e ucciso, trovato due mesi dopo fuori Roma. L'opinione pubblica rimase scossa da questo avvenimento e i mandanti erano ben noti a tutti. Mussolini, ancora vacillante, fu appoggiato nuovamente dal Re Vittorio Emanuele III. Alcuni parlamentari rimasero sconvolti dalla nuova situazione e abbandonarono la camera (Secessione dell'Aventino) il quale rimase però solamente un gesto simbolico senza ripercussioni. Mussolini era inoltre appoggiato dalla Chiesa e da Pio XI, che Mussolini si era ingraziato anche grazie alla riforma scolastica dell'insegnamento obbligatorio della religione nelle scuole e dell'esame finale ad ogni ciclo di studi. Don Sturzo, del PPI, quando vide il papa passare da neutrale a favorevole al fascismo preferì la via dell'esilio.
Domande da interrogazione
- Quali furono le prime azioni di Mussolini dopo la marcia su Roma?
- Come cambiò Mussolini le istituzioni italiane durante il suo governo?
- Quali furono le conseguenze dell'omicidio di Matteotti?
Dopo la marcia su Roma, Mussolini si concentrò sulla stesura della lista dei ministri del suo governo, includendo diverse correnti politiche come liberal-giolittiani, liberali di destra, democratici e popolari.
Mussolini alterò il carattere liberale dello stato sostituendo il Parlamento con il Gran Consiglio del Fascismo e istituendo la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, oltre a modificare la legge elettorale per favorire il suo regime.
L'omicidio di Matteotti scosse l'opinione pubblica e portò alla Secessione dell'Aventino, un gesto simbolico di alcuni parlamentari che abbandonarono la camera, ma senza reali ripercussioni sul potere di Mussolini, che continuò ad essere sostenuto dal Re e dalla Chiesa.