simohpe
Sapiens Sapiens
3 min. di lettura
Vota 5 / 5

Concetti Chiave

  • Il discorso di Mussolini a Napoli il 24 ottobre 1922 segna l'imminenza della marcia su Roma, preferendo inizialmente la via elettorale alla forza.
  • La marcia su Roma fu pianificata da tempo, con preparativi iniziati ad agosto e decisioni cruciali prese a settembre, come l'abbandono delle posizioni repubblicane da parte di Mussolini.
  • Il 28 ottobre 1922, il re Vittorio Emanuele III rifiutò di proclamare lo stato d'assedio, facilitando l'ingresso dei fascisti a Roma e la celebrazione di questa data da parte dei fascisti.
  • Mussolini arrivò a Roma il 30 ottobre, venendo incaricato dal re di formare un governo che includeva anche liberali e popolari, non ancora una dittatura ma un passo verso di essa.
  • Il sostegno al governo Mussolini proveniva da conservatori e moderati, che speravano in una fine degli scontri di piazza, con l'approvazione anche di Giolitti per la stabilità che avrebbe potuto garantire.

Indice

  1. Il discorso di Napoli
  2. Divisioni politiche e trattative
  3. La marcia su Roma
  4. Il rifiuto del re
  5. L'arrivo di Mussolini a Roma

Il discorso di Napoli

Il 24 ottobre 1922 Mussolini pronunciò a Napoli l'ultimo discorso precedente la marcia su Roma. Disse che avrebbe preferito conquistare il potere attraverso le elezioni, ma che la politica del governo lo costringeva a impiegare la forza. La marcia su Roma era stata preparata da tempo, in una riunione tenuta dai dirigenti fascisti a fine agosto.

A settembre Mussolini aveva effettuato l'ultima mossa politica: aveva rinunciato alle sue posizioni repubblicane.

Divisioni politiche e trattative

Intanto la sinistra continuava a dividersi: al congresso del PSI, la corrente riformista, guidata da Filippo Turati e Giacomo Matteotti, venne espulsa, mentre la CGL, rompeva il patto di alleanza che aveva stretto con il PSI. La polemica dei comunisti e dei socialisti massimalisti contro i riformisti era durissima. Mussolini non aveva però ancora perduto la speranza di poter conquistare il potere senza ricorrere a una prova di forza e trattava con il presidente del consiglio, Luigi Facta, per un inserimento dei fascisti nel ministero.

La marcia su Roma

Ma il 25 decise per la marcia su Roma, respingendo la proposta della formazione di un governo, guidato da Giolitti, con quattro ministri fascisti. La sera del 27 ottobre, mentre le squadre fasciste erano pronte a entrare a Roma (Mussolini era rimasto a Milano), Luigi Facta propose al re di decretare la proclamazione dello stato d'assedio.

Il rifiuto del re

La mattina del 28 il sovrano rifiutò di firmarlo.

In seguito i fascisti celebrarono il 28 ottobre come il giorno della «marcia su Roma». Le ragioni del rifiuto del re non si conoscono e a questo proposito lo stesso Mussolini ha lasciato in seguito una testimonianza importante, dicendo di essersi convinto, dopo il 28 ottobre, che Vittorio Emanuele III aveva deciso di non dare corso al decreto sullo stato d'assedio per timore di dovere poi fare i conti con una rivolta socialista.

L'arrivo di Mussolini a Roma

Il modo in cui il «Popolo d'Italia» presentò l'arrivo di Mussolini a Roma mostrò che egli non si considerava il futuro presidente del governo, ma un conquistatore. Mussolini partì da Milano il 30 ottobre e a Civitavecchia passò in rassegna i fascisti. Nella capitale fu accolto dal prefetto e dal questore. Mussolini si presentò al re ed ebbe l'incarico di formare il suo primo governo, nel quale entrarono anche liberali e popolari. La nomina a primo ministro non era ancora l'inizio della dittatura, ma ne costituiva la premessa. La mancata opposizione era dovuta non solo al cedimento di Vittorio Emanuele III ma anche da conservatori e moderati che ritenevano che un governo Mussolini avrebbe posto fine agli scontri di piazza. Anche Giolitti aveva riconosciuto che Mussolini avrebbe potuto garantire l'ordine.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le circostanze che portarono alla marcia su Roma?
  2. Mussolini preferiva conquistare il potere attraverso le elezioni, ma la politica del governo lo spinse a usare la forza. La marcia su Roma fu preparata dai dirigenti fascisti e decisa il 25 ottobre 1922, dopo che il re rifiutò di proclamare lo stato d'assedio.

  3. Qual era la posizione di Mussolini riguardo alla formazione di un governo prima della marcia su Roma?
  4. Mussolini sperava di conquistare il potere senza forza e trattava con Luigi Facta per l'inserimento dei fascisti nel ministero, ma alla fine respinse la proposta di un governo guidato da Giolitti con ministri fascisti.

  5. Come reagì il re Vittorio Emanuele III alla proposta di proclamare lo stato d'assedio?
  6. Il re rifiutò di firmare il decreto sullo stato d'assedio il 28 ottobre, probabilmente per timore di una rivolta socialista, secondo la testimonianza di Mussolini.

  7. Quali furono le conseguenze immediate della marcia su Roma per Mussolini?
  8. Mussolini fu incaricato di formare il suo primo governo, che includeva anche liberali e popolari. La sua nomina a primo ministro non segnò l'inizio della dittatura, ma ne costituì la premessa, con il sostegno di conservatori e moderati.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community

Le colonie latine

simohpe di Mauro_105

URGENTE (321112)

simohpe di Lud_

domandina

simohpe di Samantha Petrosino