Concetti Chiave
- Il primo governo di Mussolini era una coalizione autoritaria, non ancora totalitaria, con fascisti e nazionalisti al potere e liberali, democratici cristiani, socialisti e giolittiani all'opposizione.
- Mussolini cercò di soddisfare gli industriali e attuò una politica repressiva contro le opposizioni, integrando squadristi nella milizia nazionale.
- La riforma Gentile trasformò l'istruzione, rendendo obbligatorio l'insegnamento della religione cattolica e accentuando l'autorità degli insegnanti.
- La legge Acerbo modificò il sistema elettorale, riservando due terzi dei seggi alla lista con almeno il 25% dei voti, compromettendo la libertà elettorale.
- L'assassinio di Matteotti segnò una crisi che inizialmente minò la fiducia in Mussolini, ma portò infine alla sua dichiarazione di un governo totalitario il 3 gennaio.
Il governo di coalizione
Si tratto di un governo di coalizione che vide schierati da una parte i fascisti e i nazionalisti e dall’altra, all’opposizione, i liberali di destra, i democratici cristiani, i socialisti e i giolittiani, costituendo quindi un governo autoritario ma non ancora totalitario.
Le riforme di Mussolini
Duranti questi primi due anni di governo Mussolini:
Cerco di venire incontro alle aspettative degli industriali.
Liquidò le opposizioni con una dura politica repressiva.
Inserì gli squadristi nella milizia volontaria per la sicurezza nazionale.
Emanò la riforma Gentile, ossia una riforma complessiva e radicale della scuola che proponeva un livello fortemente elitario e che primariamente prevedeva l’insegnamento obbligatorio della religione cattolica (fatto per cercare di recuperare un rapporto diretto con la Chiesa e il suo favore), il primato del contenuto dell’insegnamento rispetto al metodo e un rapporto maestro-alunni improntato sul carisma e sull’autorità indiscutibile dell’insegnante.
Emanò la legge Acerbo ossia una riforma elettorale fortemente maggioritaria che prevedeva l’assegnazione di due terzi dei seggi alla lista che avrebbe preso almeno il 25% dei voti ma che segnò, a livello costituzionale, l’abdicazione della vecchia classe dirigente ma che risultò inutile dal punto di vista pratico in quanto conquistò la maggioranza dei voti, la cui libertà venne fortemente compromessa dagli episodi di squadrismo.
Fece assassinare Matteotti dopo la dura requisitoria con cui denunciava lo squadrismo e le irregolarità verificatesi durante la campagna elettorale e durante le votazioni.
La repressione e il delitto Matteotti
Nonostante la dura politica repressiva vi era ancora un margine di libertà culturale e politica: a seguito del delitto Matteotti infatti un’ondata di sdegno invase l’Italia che fece vacillare la fiducia fino allora riposta in Mussolini e portò al verificarsi di manifestazioni antifasciste, una tenace campagna di stampa contro il fascismo, una protesta -che purtroppo rimase solamente sul piano morale e che non si concretizzò mai in azione- dei partiti oppositori. Tuttavia ben presto questo spiraglio si chiuse completamente quando Mussolini, anche spinto dalla recente crisi interna mossa dagli esponenti più intransigenti del partito dichiarò, con il discorso del 3 gennaio, il suo intento di dare una svolta totalitaria al governo.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali azioni intraprese da Mussolini durante i primi due anni del suo governo?
- Qual era l'obiettivo della riforma Gentile emanata da Mussolini?
- Come reagì l'opinione pubblica italiana al delitto Matteotti?
Mussolini cercò di soddisfare le aspettative degli industriali, liquidò le opposizioni con una politica repressiva, inserì gli squadristi nella milizia volontaria, emanò la riforma Gentile e la legge Acerbo, e fece assassinare Matteotti.
La riforma Gentile mirava a una trasformazione radicale della scuola, proponendo un sistema elitario con l'insegnamento obbligatorio della religione cattolica, il primato del contenuto sull'insegnamento e un rapporto autoritario tra maestro e alunni.
L'assassinio di Matteotti suscitò un'ondata di sdegno in Italia, portando a manifestazioni antifasciste, una campagna di stampa contro il fascismo e proteste morali da parte dei partiti oppositori, sebbene queste non si concretizzarono in azioni decisive.