Belle Epoque e Seconda Rivoluzione Industriale
Nel periodo poco prima della prima guerra mondiale, quindi tra il 1870 e il 1914, c'è stato il periodo della belle époque, che ha compreso anche quello della rivoluzione industriale, in cui ci sono stati cambiamenti ed innovazioni significative a livello di società, cultura ed economia, tra cui ad esempio l'uso del petrolio, l'elettricità, il motore a scoppio e l'introduzione di materie prime come l'acciaio.L'aumento della produzione porta alla nascita di magazzini, industrie, fabbriche e costruzioni varie, che hanno portato disagi a livello naturalistico: tra alcune delle cose che hanno influito negativamente a livello della natura, possiamo trovare la prima guerra mondiale.
Con quest'ultima ci sono state moltissime distruzioni, e allo stesso modo in cui la seconda rivoluzione industriale ha portato ad un cambiamento paesaggistico europeo, anche la prima guerra mondiale, con le numerose distruzioni e bombardamenti, ha portato problemi.
L'elemento naturalistico durante la prima guerra mondiale, è stato estremamente importante, se si considera ad esempio il fronte italiano: gli italiani combattevano contro gli austriaci sulle montagne, come ad esempio Trentino, Friuli Venezia Giulia e Veneto, costruendo trincee che con il tempo sono andate a rovinare la natura.
Circa nello stesso periodo, verso l’inizio della prima guerra mondiale, si sono sviluppate anche le società di massa, ossia un tipo di società durante la quale le persone sono divise ed omologate come degli atomi, senza coscienza politica.
È quindi una società composta da individui tra cui le idee sono di facile innesto: per questo, da qui nascono proprio le idee nazionaliste, che porteranno alla suddivisione ad esempio tra neutralisti ed interventisti.
Prima Guerra Mondiale
L’inizio della Prima guerra mondiale si colloca in un clima già carico di tensioni tra le potenze europee, che rendono instabile l’equilibrio tra di loro.Le cause dello scontro mondiale si possono dividere in: politiche, ideologiche, militari, culturali ed economiche.
Le tensioni a livello politico, che sono quelle più importanti, derivavano da alcuni eventi, in particolare: dal revanscismo francese, ossia la Francia bramosa di una rivincita sulla Germania in seguito alla sconfitta nella guerra franco-prussiana del 1870 e alla perdita dell’Alsazia e della Lorena a favore della Germania; dagli scontri tra Germania e Gran Bretagna per il dominio sui mari; dagli scontri tra Austria-Ungheria e Russia, per l’espansione nella penisola balcanica, e quelli tra Austria-Ungheria e Italia, per terre come il Trentino, l’Istria e il Friuli Venezia Giulia.
Altro grande fattore scatenante furono le crisi nei famosi punti caldi; tra queste spiccano le crisi marocchine, che furono essenzialmente tensioni tra potenze europee, come Francia, Germania e Spagna, per il controllo del Marocco.
Tutto inizia il 28 giugno 1914, quando l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero austro-ungarico, viene assassinato a Sarajevo da Princip, uno studente serbo spinto da idee nazionaliste, che agisce contro l’occupazione straniera.
L’evento rappresenta la scintilla che accende il conflitto: l’Impero austro-ungarico si muove quindi con decisione, usufruendo del sostegno della Germania, e inviando alla Serbia un ultimatum con condizioni che mirano a ridurre la sovranità serba.
Di fronte alla risposta rifiutata, l’Austria considera la Serbia colpevole e il 28 luglio 1914, esattamente un mese dopo l’attentato, dichiara guerra a quest’ultima, dando così inizio al conflitto che diventerà mondiale.
Questo gesto scatena un effetto domino e conflitti vari tra le due alleanze: da una parte c’è la Triplice Alleanza (accordo militare difensivo con l’obiettivo di garantire il reciproco sostegno in caso di attacco da parte di altre potenze come Francia o Russia), composta da Germania, Austria-Ungheria e Italia, che inizialmente rimane neutrale; dall’altra la Triplice Intesa (più accordi con l’obiettivo di contrastare l’espansione della Germania), formata da Francia, Russia e Regno Unito.
(-mappa alleanze)
La Russia, alleata della Serbia, inizia a mobilitare il suo esercito per proteggerla, mentre la Germania, percependo la mossa russa come una minaccia, le dichiara guerra. Poco dopo farà la stessa cosa anche con la Francia.
Per arrivare rapidamente in territorio francese, la Germania invade il Belgio, un paese neutrale, violandone quindi la neutralità. Questo porta il Regno Unito ad intervenire dichiarando guerra alla Germania, e nel giro di pochi giorni, Europa, Africa, Asia e Medio Oriente, si trovarono completamente coinvolte in guerra.
Alle varie cause dello scontro mondiale, si aggiungono anche le cause ideologiche: alle soglie della Prima Guerra Mondiale c’è quindi un alto livello di tensione, che non si limita solo al livello politico, ma come già specificato, si ritrova anche tra i cittadini.
A causa di condizioni di vita e lavoro difficili, e nonostante il progresso scientifico e tecnologico, oltre che miglioramento nella legislazione sociale, iniziano a svilupparsi dei sentimenti nazionalistici: i popoli sono convinti che si tratti di una guerra giusta e necessaria, e milioni di uomini partono volontari con entusiasmo.
Tuttavia, le aspettative si scontrano duramente con la realtà dei campi di battaglia, dove la guerra di trincea, le nuove tecnologie belliche e l’uso massiccio dell’artiglieria trasformano il conflitto in una carneficina senza precedenti.
Con il tempo entrano in guerra anche altri paesi, come ad esempio l’Italia il 24 Maggio 1915.
Quest’ultima si schiera in due unità: neutralisti e interventisti.
I neutralisti, che rappresentavano la maggioranza, erano coloro che non volevano la guerra.
Tra questi c’erano: il Partito Socialista, la Chiesa, il Vaticano e i cattolici, e i Parlamentari Liberali (Giolitti).
Il Partito Socialista voleva rimanere neutrale ritenendo la guerra di tipo economico e non ideologico, volta a generare solamente profitti.
La Chiesa, il Vaticano e i cattolici, invece, ritenevano lo scontro inutile, considerandolo un’orrenda carneficina, -mentre, i Parlamentari Liberali, pensavano che l’Italia sarebbe stata ricompensata dall’Austria se fosse rimasta neutrale.
Gli interventisti, tra cui nazionalisti, irredentisti, conservatori, radicali, futuristi (Marinetti), e figure di spicco come Gabriele D’Annunzio, al contrario, erano favorevoli alla guerra.
Tra le figure che spiccano di più tra queste persone, c’è sicuramente Benito Mussolini, direttore del giornale “L’Avanti!”, con cui promuove idee socialiste e pacifiste; inizialmente quindi neutralista e parte del PSI (Partito Socialista Italiano), con lo scoppio della guerra cambia posizione, iniziando a sostenere l’intervento dell’Italia nel conflitto, e passando quindi ideologicamente dalla parte degli interventisti.
Questa presa di posizione lo porta a scontrarsi con il partito, che lo espelle; in risposta, Mussolini fonda un nuovo giornale, “Il Popolo d’Italia”, attraverso il quale inizia a diffondere idee nazionaliste e interventiste.
Nel frattempo, il presidente del Consiglio Antonio Salandra e il ministro degli Esteri Sidney Sonnino, il 2 aprile 1915, volano in segreto a Londra per firmare un “patto segreto”: se l’Italia fosse entrata in guerra entro un mese, a nome della Triplice Intesa, gli inglesi avrebbero preso Trentino, Friuli e Dalmazia.
Proprio questo accordo segreto spinge il governo a schierarsi contro gli Imperi Centrali.
Successivamente in Italia si tengono grandi manifestazioni a favore della guerra, chiamate le “radiose giornate di maggio”, che mostrano l’entusiasmo degli interventisti.
Il 24 maggio 1915 è il giorno in cui l’Italia entra in guerra contro l’Austria-Ungheria per conquistare i territori sotto il controllo di quest’ultima.
La guerra però si rivela subito durissima.
Nel 1916 si combattono poi due delle battaglie più sanguinose della Prima Guerra Mondiale che causano enormi perdite: la battaglia di Verdun, tra francesi e tedeschi, e l’offensiva della Somme, lanciata dagli inglesi contro le linee tedesche.
L’anno successivo, in Russia scoppia una rivoluzione che porta alla caduta del regime zarista e all’instaurazione di un nuovo governo rivoluzionario: quest’ultimo, trovandosi in gravi difficoltà, decide di porre fine alla partecipazione del paese alla guerra con un trattato, attraverso il quale la Russia è costretta a cedere vasti territori alla Germania.
Questo accordo consente ai tedeschi di spostare gran parte delle proprie truppe dal fronte orientale a quello occidentale, nel tentativo di ottenere una vittoria decisiva.
Tuttavia, nell’aprile del 1917, anche gli Stati Uniti entrano in guerra al fianco della Triplice Intesa, portando risorse fresche, uomini e mezzi che rafforzano in modo determinante il fronte occidentale.
Grazie a questo sostegno, nel 1918, le forze alleate riescono a sfondare le linee tedesche durante la seconda battaglia della Marna, mentre sul fronte italiano, l’esercito riesce a ottenere una vittoria fondamentale oltre il Piave, nella località che sarà poi chiamata Vittorio Veneto, e che porterà al crollo definitivo delle forze austro-ungariche.
Pochi giorni dopo, il 4 novembre 1918, l’Austria-Ungheria firma l’armistizio, seguita dalla Germania l’11 novembre, ponendo ufficialmente fine alla Prima guerra mondiale.
A conflitto concluso, le quattro potenze vincitrici furono Italia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti.