Concetti Chiave
- Nell'agosto 1914, l'Italia dichiara la neutralità poiché Austria e Germania erano gli aggressori, non gli attaccati.
- Si formarono due schieramenti: neutralisti, guidati da Giolitti, socialisti e cattolici, contrari alla guerra, e interventisti, nazionalisti e industriali a favore.
- Il 26 aprile 1915, l'Italia sottoscrive il Patto di Londra, accettando di entrare in guerra in cambio di territori come Trento e Trieste.
- Il 3 maggio 1915, l'Italia esce dalla Triplice Alleanza, con il governo che incoraggia le manifestazioni interventiste per aumentare il consenso.
- Il 23 maggio 1915, l'Italia dichiara guerra all'Austria e all'Ungheria, schierandosi con le potenze dell'Intesa.
La neutralità dell'Italia
Nell’Agosto del 1914 Antonio Salandra dichiarò la neutralità dell’Italia, sarebbero stati obbligati ad entrare in guerra infatti solo se Austria e Germania fossero state attaccate, invece erano proprio loro gli aggressori.
Gli schieramenti interni
Nel paese cominciarono così a fondarsi due schieramenti, i neutralisti e gli interventisti, i primi erano composti da:
1. Giolitti, che riteneva di poter ottenere Trento e Trieste in cambio di neutralità;
2. Socialisti, che consideravano la guerra come un danno ai proletari;
3. Cattolici, papa Benedetto XV considerò al guerra un’inutile strage e un’orrenda carneficina;
I secondi invece erano composti da:
1. Nazionalisti, per dimostrare la propria forza e vitalità;
2. Ufficiali di esercito e corte;
3. Industriali, che volevano guadagnare;
4. Futuristi, Marinetti considerava la guerra un’igiene del mondo;
Il patto di Londra
Il 26 Aprile 1915 il ministro degli esteri Sonnino, spronato dalla potenza degli interventisti, sottoscrisse il Patto di Londra, un trattato segreto che prevedeva l’entrata in guerra dell’Italia in cambio di Trento e Trieste, Sud Tirolo, Istria, Dalmazia, Isole del Dodecaneso e bacino carbonifero in Turchia.
L'entrata in guerra
Il 3 maggio 1915 l’Italia uscì così della Triplice Alleanza e le manifestazioni interveniste vennero favorite dal governo per aumentare il consenso popolare, 20 giorni dopo il governo dichiarò guerra all’Austria e all’Ungheria.