Concetti Chiave
- L'Italia all'inizio della Prima Guerra Mondiale era governata dal Governo Salandra, che inizialmente si rifiutò di partecipare al conflitto.
- I neutralisti, tra cui Giolittiani, cattolici e socialisti, si opponevano alla guerra per motivi politici, morali e ideologici.
- Giolitti cercò una soluzione pacifica con l'Austria, chiedendo Trento e Trieste, ma senza successo.
- Gli interventisti di sinistra vedevano nella guerra un'opportunità per la liberazione di Trento e Trieste, simile a una quarta guerra di indipendenza.
- Gli interventisti di destra, tra cui nazionalisti e futuristi, sostenevano la guerra per espansione territoriale e come simbolo di modernità e potenza.
Indice
Il governo Salandra e la neutralità
L'Italia allo scoppio della Prima Guerra Mondiale era governata dal Governo Salandra, che si rifiutò di partecipare in quanto il patto difensivo era stato rotto. Si verificò però una separazione fra chi era favorevole all'entrata in guerra e chi no.
Le posizioni dei neutralisti
Neutralisti: Contrari all'entrata in guerra.
Ne facevano parte:
-Giolittiani: (Giolitti aveva capito che tipo di guerra aveva davanti, provò a fare un discorso pacifico all'Austria chiedendo Trento e Trieste ma voleva concedere solo Trento).
-Cattolici: si opponevano per una questione morale, allora il papa era Benedetto XV che aveva espressamente chiamato la guerra come inutile strage.
-Socialisti: Il partito dei socialisti vedeva nella prima guerra mondiale una conseguenza all'imperialismo.
Le potenze europee perciò non avendo più territori da conquistare ormai erano giunte al conflitto fra loro.Gli interventisti e le loro motivazioni
Interventisti: Favorevoli all'entrata in guerra.
-di sinistra: Personaggi come Salvemini pur avendo preferenze di sinistra erano favorevoli alla guerra vedendola come 4 guerra di indipendenza, un'occasione perciò di riprendersi Trento e Trieste.
-di destra: Oltre a questo gli interventisti di destra (per lo più nazionalisti di Corradini) volevano la guerra per espandersi nei territori dell'adriatico. Molti intellettuali erano favorevoli alla guerra. I futuristi per esempio come Marinetti e Papini esaltavano la guerra perché essa era lo specchio della modernità, della velocità e della macchina. Vedevano perciò la guerra come un farmaco per aprirsi alla potenza.
Un altro intellettuale, D'annunzio, pur favorevole al conflitto, percepiva ancora quest'ultimo come conflitto tradizionale, come guerra eroica (concetto di superuomo) e si cimentò soprattutto in azioni individuali.