simone.scacchetti
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Concetti Chiave

  • La Prima Guerra Mondiale segna un cambiamento storico, vista come un "grande macello" da Pirandello, mentre Wilson la considera una lotta per liberare i popoli dalla dominazione tedesca.
  • Il conflitto si innesca dopo l'assassinio di Francesco Ferdinando nel 1914, aggravato dalle tensioni nei Balcani e dalle alleanze tra le grandi potenze europee.
  • Nonostante l'iniziale neutralità, l'Italia entra in guerra nel 1915 a fianco dell'Intesa, sperando in guadagni territoriali, ma affronta grandi perdite e difficoltà militari.
  • Con l'entrata in guerra degli Stati Uniti nel 1917, il conflitto diventa mondiale, mentre in Russia avviene la Rivoluzione Bolscevica, portando alla sua uscita dalla guerra.
  • La guerra termina nel 1918 con la sconfitta degli Imperi Centrali, lasciando un bilancio devastante di vite umane e l'Europa economicamente e socialmente distrutta.

Indice

  1. L'inizio della Grande Guerra
  2. La scintilla di Sarajevo
  3. Tensioni nei Balcani
  4. L'ultimatum e l'inizio del conflitto
  5. La guerra lampo e la trincea
  6. L'Italia e la Triplice Alleanza
  7. Il blocco navale e l'innovazione tecnologica
  8. Opposizione alla guerra e tentativi di pace
  9. La svolta del 1917
  10. La rivoluzione russa e l'uscita dalla guerra
  11. La fine della guerra e le sue conseguenze

L'inizio della Grande Guerra

••• La Prima guerra mondiale è l’inizio di una nuova fase nella storia dell’umanità. Secondo Pirandello, la Grande Guerra non era una grande guerra perché non era mossa da nessuna grande idealità, ma era soltanto un grande macello. Secondo Wilson (presidente americano), lo scopo della guerra era quello di liberare i popoli da una dominazione irresponsabile (colpa del “padrone” della Germania).

La scintilla di Sarajevo

•• Perché scoppia proprio durante il periodo della Belle Époque e delle grandi scoperte scientifiche e dei grandi cambiamenti culturali? La scintilla si accende il 28 giugno del 1914 a Sarajevo (da poco meno di dieci anni annessa all’impero austro-ungarico), quando l’erede al trono Francesco Ferdinando e sua moglie vengono uccisi da uno studente serbo-bosniaco che faceva parte dei servizi segreti della Serbia, con l’intento di destabilizzare l’equilibrio della penisola balcanica, diventata troppo aggressiva.

Tensioni nei Balcani

•• Nella penisola balcanica c’erano infatti i tre imperi centrali: austro-ungarico, ottomano e russo e negli anni precedenti c’erano state varie guerre per la spartizione della Macedonia. La Serbia esce da queste guerre come lo stato più potente dei Balcani ed era sostenuto dalla Russia che voleva appropriarsi della Turchia perché da secoli voleva raggiungere le coste del Mediterraneo. La Serbia vuole anche formare un unico Stato del Sud (comprendente tutti gli altri stati della penisola), ma l’impero austro-ungarico si ribella. Dopo l’attentato di Sarajevo, la polizia non può dimostrare con certezza che la responsabilità diretta dell’omicidio non sia dello studente, ma del governo di Belgrado (Serbia), anche se in realtà i presupposti c’erano tutti visto che Francesco Ferdinando voleva che ci fossero tre potenze autonome: Germania, Ungheria e penisola iberica (slava). Dopo l’assassinio, la situazione rimane incerta per qualche settimana.

L'ultimatum e l'inizio del conflitto


•• Inizialmente, l’impero austro-ungarico voleva attaccare la Serbia, ma il vecchio imperatore Francesco Giuseppe ha paura di una rivolta civile perché aveva tra la popolazione molti slavi. Il fatto che la Serbia sia alleata con la Russia (la quale era alleata con la Francia), porta l’impero austo-ungarico ad allearsi con la Germania. Berlino (Germania) a quel punto sprona l’Austria ad attaccare la Serbia. Il 23 luglio l’Austria invia un ultimatum alla Serbia che vieta ogni propaganda antiaustriaca obbligando l’arresto dei coinvolti all’attentato di Sarajevo. La Serbia accetta tutte le condizioni, tranne l’articolo 6 che prevedeva un controllo diretto da parte degli austriaci sul territorio serbo. L’Austria giudica la risposta insufficiente e il 28 luglio dichiara guerra alla Serbia. La Russia prepara il contrattacco e la Germania invia un ultimatum alla Russia dicendole di abbandonare i preparativi di guerra. Lentamente il corso degli eventi si sposta dal piano politico e diplomatico a quello militare: il 1° agosto Francia, Russia e Inghilterra fanno partire le truppe (non è ancora guerra). La Germania deve attaccare in fretta la Francia a occidente prima che la Russia attacchi a oriente. Il 4 agosto la Germania invade il Belgio neutrale (questo scuote l’intera Europa), convincendo così Londra (sempre incerta se attaccare) a dichiarare guerra alla Germania il 5 agosto.

La guerra lampo e la trincea

•• L’idea iniziale era di fare una guerra lampo (“A Natale a casa!”). L’attacco a sorpresa attraverso il Belgio viene contrattaccato abilmente e questo porta a una guerra molto più duratura. Quando la Germania invade la Francia trova un’opposizione ancora più intensa. Quando la Germania sta per arrivare a Parigi, sulla Marna (affluente della Senna) viene attaccata duramente ed è costretta alla ritirata. Siamo alla fine del settembre 1914: 500’000 morti, un milione di feriti e nessun risultato. La guerra lampo si trasforma in una guerra di trincea (di posizione), che vede immobilizzati nel fango milioni di uomini.

Sul fronte orientale gli Imperi centrali si vedono indeboliti dalla potenza russa: solo il primo intervento della Germania aveva fermato la Russia. Ma la Germania si trovava a dover fronteggiare due guerre: una a occidente e una a oriente.

L'Italia e la Triplice Alleanza

•• Sin dal 1822 l’Italia era alleata alla Germania e all’impero austro-ungarico con il trattato della Triplice Alleanza. Ma le classi dirigenti sapevano che l’Italia non era pronta per una guerra (i contrari erano: masse del popolo medio; socialisti; cattolici). Il 2 agosto il governo italiano (con Antonio Salandra) dichiara l’Italia neutra, così da non mettersi neanche contro Serbia, Francia, Inghilterra e Russia e ricevere solo vantaggi. L’Italia però era divisa tra forze neutraliste (Benedetto XV, i liberali di Giolitti, il Partito socialista, che riceveva critiche di “estraneità agli interessi nazionali” da parte degli interventisti e anche di “rifiutare l’occasione di una rivoluzione” dall’estrema sinistra) e forze interventiste (i nazionalisti che volevano ingrandire territorialmente l’Italia, gli irredentisti che volevano completare l’unificazione d’Italia con l’annessione di Trento e Trieste, i socialisti rivoluzionari, che volevano la disfatta della borghesia e il trionfo dei salariati). Gli interventisti animano la situazione manifestando nelle piazze e tra questi vi erano anche intellettuali come Giovanni Gentile (direttore del Corriere della Sera) e Gabriele D’Annunzio, che era un vero trascinatore verso l’intervento. Ancora troviamo Benito Mussolini (inizialmente antibellicista, poi improvvisamente si schiera a favore dell’intervento), che viene subito espulso dal Partito socialista e fonda il giornale dell’interventismo di sinistra, “Il Popolo d’Italia”. L’intervento dell’Italia aveva come scopo la ripresa di molti territori dell’Austria. Si pensa che l’Italia debba allearsi con l’Intesa (Francia, Inghilterra, Russia, Serbia). Anche Luigi Cadorna vuole allearsi contro gli Imperi centrali (Germania, Impero austro-ungarico). Si firma segretamente il Patto di Londra il 26 aprile 1915: l’Italia si allea con l’Intesa in cambio (in caso di vincita) del Trentino, del Venezia-Giulia e di molti territori nemici. 
Si apre il terzo fronte in Italia, che sferra (guidata dal generale Cadorna) quattro sanguinose offensive agli austriaci. Ma l’esercito italiano era troppo debole e subito perde 250 mila uomini. Con molti sacrifici, l’Italia rimane sull’offensiva fino alla primavera 1916 riuscendo a contrastare il contrattacco dell’impero austro-ungarico, che il 15 maggio manda una spedizione punitiva passando per i territori irredenti, ovviamente perché l’Italia aveva tradito la triplice alleanza alleandosi con l’Intesa. La spedizione punitiva è contrastata e vinta dall’Italia e le truppe italiane superano il fiume Isonzo conquistando Gorizia. Le battaglie di quegli anni fino al 1916 sono sanguinose e inutili. La Serbia è invasa e distrutta ed esce dalla guerra nel 1915.

Il blocco navale e l'innovazione tecnologica

Di tutte le potenze, la più grande e con più risorse militari era l’Inghilterra. Grazie alla sua superiorità navale, blocca i rifornimenti alla Germania e all’impero austro-ungarico. Il 31 maggio 1916 i tedeschi cercano di rompere il blocco con la grande Battaglia navale dello Jütland. Lo scontro non ha un vincitore e la Germania decide di rinunciare alla sua flotta, preparando un attacco sottomarino, mettendo in azione più di 300 sottomarini. A rischio però erano anche i Paesi neutrali, perché venivano affondate sia le navi nemiche sia quelle mercantili, perdendo merci e vite umane. Tutto il mondo diventa nemico della Germania: gli Stati Uniti pensano se attaccarla. Ormai la Grande Guerra di posizione è in azione da due anni e molte vite umane vengono sacrificate senza alcun risultato. In questa guerra grande peso lo ha anche l’innovazione tecnologica: fanno il loro ingresso nella storia l’automobile, l’aeroplano, i carri armati (diffusi solo alla fine della guerra), i sistemi di comunicazione come radio, telegrafo, telefono. Vengono usate dai tedeschi per primi le armi chimiche (gas asfissianti). L’epoca della cavalleria è tramontato.
Per fronteggiare un grande sforzo bellico, si rafforzano i poteri dei governi.

Opposizione alla guerra e tentativi di pace

•• Dopo il 1916 sono tutti sfiniti e nasce un sentimento di opposizione alla guerra. Molti abbandonano il campo di battaglia o si rifiutano di attaccare. Tutti i soldi vengono utilizzati per la guerra e per il fabbisogno quotidiano resta pochissimo. In Germania la razione giornaliera è di 100 grammi di farina, 18 di carne e 7 di grassi. Denutrizione e scarsa qualità sanitaria favoriscono le epidemie. La mortalità sale e la natalità scende. I paesi dell’Intesa stavano un po’ meglio. Anche i socialisti rivoluzionari che inizialmente si definirono interventisti si dicono contrari alla guerra. Molti chiedono una pace senza annessioni e il ritorno di ogni nazione alla vita democratica. In Russia i bolscevichi, con a capo Lenin, volevano continuare invece la guerra per far crollare la borghesia. Per Lenin la guerra era infatti un conflitto tra imperialismi che avrebbe affrettato la fine del capitalismo. Ma, in minoranza, non vengono ascoltati. Si moltiplicano i tentativi di arrivare a una pace. 
Il successore di Francesco Giuseppe, Carlo I, tenta una pace separata con ogni membro dell’Intesa, che però viene da questi rifiutata: il leader francese Clemenceau rende pubblico il suo intento di farsi amici tutti di nascosto e lo mette in imbarazzo. Anche la Germania propone una pace per evitare che gli Stati Uniti entrino in guerra, ma viene rifiutata dall’Intesa, che vuole vincere la guerra. Il Presidente americano Wilson propone più volte una pace senza vittorie, ma non viene ascoltato. Anche la nota ufficiale del 1° agosto 1917 inviata da Papa Benedetto XV che invitava a terminare l’”inutile strage” non viene ascoltata.

Romania, Portogallo e Grecia si alleano con l’Intesa. Il Giappone dichiara guerra agli Imperi centrali. Turchia e Bulgaria si alleano con gli Imperi centrali.
Il 1917, con l’entrata in guerra degli Stati Uniti e della Cina conferiscono alla Grande Guerra l’appellativo di Prima Guerra Mondiale.

La svolta del 1917

•• Il 1917 è l’anno della svolta, il più terribile della Guerra. In tutti i Paesi la situazione si fa drammatica, ma precipita prima nella Russia. La Russia è un paese contadino e anche i contadini vengono arruolati per la guerra, così che nessuno possa coltivare e produrre alimenti. L’intero Paese muore di fame. Per non parlare poi dei 3 milioni di morti per la guerra e dei 5 milioni di feriti. In Russia si chiede “Pace e pane”. Cominciano a nascere proteste che prendono forme rivoluzionarie. Nella capitale della Russia, il 12 marzo 1917 si fa uno sciopero operaio che si trasforma in una grande manifestazione contro il potere zarista. I soldati che dovevano reprimere la sommossa si rifiutano di intervenire. Tutti si ribellano. Il 15 marzo nasce un governo provvisorio di stampo liberale e questo chiede allo zar Nicola II ad abdicare a favore del fratello Michele, il quale rinuncia al trono. Il potere passa alla Duma (Parlamento), ma nel Paese prende piede il movimento dei soviet (democratici). Si hanno quindi due poteri diversi. La Duma vuole continuare la guerra. I soviet erano divisi in menscevichi, liberaldemocratici, e bolscevichi, rivoluzionari. La Germania, che vuole ostacolare la Russia, fa rientrare in patria Lenin, guida dei bolscevichi, destabilizzando il Paese. La Russia non è più in grado di aiutare gli alleati e la Germania concentra le truppe solo sul fronte occidentale.
Gli Stati Uniti entrano in guerra contro la Germania (6 aprile 1917) dopo che la Russia sia uscita. Wilson è un pacifista, ma gli eventi della guerra lo costringono a pensare a un intervento, che però non aveva come obiettivo i territori, ma solo il ristabilimento della pace e della libertà sui mari violata dai tedeschi.

In Italia, nell’agosto 1917 scoppia rivolta operaia a Torino (città dell Fiat), repressa duramente (41 morti e molte condanne). A fine ottobre gli Imperi centrali sferrano una grande offensiva a Caporetto (lungo la linea del fiume Isonzo). Gli italiani vengono presto sconfitti: 40 mila vittime e 280 mila prigionieri. Il generale Cadorna addossa la colpa alle stesse truppe, quando invece la colpa era anche sua.

I nemici erano in Italia e stavano raggiungendo la Pianura Padana. L’esercito combatte aspramente e soprattutto è coeso da un fortissimo spirito patriottico che prima mancava. Il nuovo governo è presieduto da Vittorio Emanuele Orlando. Il nuovo generale Armando Diaz è più attento alle esigenze dei soldati e al loro stato d’animo e vengono migliorate le loro condizioni di vita che vengono convinti alla guerra per trasformare la società futura a vantaggio dei più poveri creando un ordine internazionale fondato su pace e giustizia.

La rivoluzione russa e l'uscita dalla guerra

•• Approfittano del caos sociale in Russia i bolscevichi guidati da Lenin con le sue Tesi di aprile. Voleva una repubblica dei soviet. Lenin viene accusato di essere al servizio della Germania ed è costretto alla fuga (in Finlandia). Lenin a novembre 1917 scende di nuovo in patria con i tempi maturi per la rivoluzione: si assale il Palazzo d’Inverno, sede del governo provvisorio di stampo liberale. I bolscevichi diventano padroni della situazione. Il nuovo governo prende il nome di Consiglio dei commissari del popolo con Lenin come presidente e Stalin era tra questi. I menscevichi per protesta abbandonano l’assemblea. I bolscevichi dimostrano che anche se erano in minoranza, con la violenza hanno preso il potere. 
Russia e Germania stipulano un patto il 25 dicembre 1917 per l’uscita della Russia dalla guerra. La pace si conclude il 3 marzo 1918 quando la Russia accetta le dure condizioni imposte dalla Germania (diktat). A quel punto i bolscevichi denunciano il carattere imperialistico della guerra pubblicando tutti i trattati segreti dell’Intesa e solo allora viene diffuso il Patto di Londra firmato nel 1915 dall’Italia. Tutta l’Intesa si affida ai Quattordici punti di Wilson: abolizione di trattati segreti, libertà sui mari, riduzione degli armamenti, ma soprattutto la nascita di una Società delle Nazioni (attuale ONU). Non si lottava più solo per contrastare la Germania, ma per la vittoria della democrazia. La Germania unisce le ultime forze e sferra l’ultimo attacco alla Francia, dove viene indebolita ancora di più, ma le sempre più numerose truppe americane fanno sfumare ogni sua possibilità di vittoria. A inizio ottobre la Germania invia a Wilson la richiesta di pace, ma Wilson adesso voleva portare avanti la sua battaglia personale contro il militarismo e a favore della democrazia, quindi la richiesta non era stata accettata. Le truppe della Germania cominciano a rifiutarsi di lottare ancora e la ribellione interna si estende in tutto il Paese. Il 9 novembre allora viene proclamata la repubblica e l’11 novembre viene firmato l’armistizio. Le condizioni imposte alla Germania erano durissime: la Germania perdeva le armi e molti suoi territori e veniva umiliata, ma gli eserciti stranieri non l’avevano invasa (come aveva fatto lei con il diktat della Russia).

Nel frattempo, anche l’Impero austro-ungarico andava a pezzi: le truppe erano stanche e nella Battaglia di Vittorio Veneto il 24 ottobre 1918 vengono sopraffatte dall’Italia. Si firma l’armistizio con Roma il 3 novembre 1918. Nascono nuove Repubbliche, come quella cecoslovacca, austriaca e ungherese e il Regno dei serbi, croati e sloveni.

La fine della guerra e le sue conseguenze

•• È la fine della guerra: 8 milioni e mezzo di morti. 20 milioni di feriti gravi e mutilati. Le condizioni alimentari e sanitarie scarseggiano e si deve fronteggiare anche una forte epidemia soprannominata spagnola, che fa oltre 20 milioni di vittime. Il costo economico che ha dovuto fronteggiare l’Europa ha distrutto il suo predominio sul mondo, adesso preso dagli Stati Uniti.
Nel 1918 gli Imperi centrali e la Russia si trasformano in Stati nazionali. La consapevolezza della Guerra colpisce l’idea di progresso nel tempo tipica dell’Ottocento liberale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la causa scatenante della Prima Guerra Mondiale?
  2. La scintilla che ha acceso la Prima Guerra Mondiale è stata l'assassinio dell'erede al trono austro-ungarico Francesco Ferdinando e sua moglie a Sarajevo il 28 giugno 1914, da parte di uno studente serbo-bosniaco.

  3. Quali erano le alleanze principali durante la guerra?
  4. Le principali alleanze erano la Triplice Alleanza (Germania, Impero austro-ungarico, e inizialmente Italia) e l'Intesa (Francia, Inghilterra, Russia, e successivamente Italia).

  5. Come ha influenzato la guerra la situazione interna della Russia?
  6. La guerra ha aggravato la situazione interna della Russia, portando a fame diffusa e proteste che si sono trasformate in una rivoluzione, culminando con la presa di potere dei bolscevichi guidati da Lenin.

  7. Qual è stato il ruolo degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale?
  8. Gli Stati Uniti sono entrati in guerra nel 1917, influenzati dalla necessità di ristabilire la pace e la libertà sui mari, contribuendo significativamente alla sconfitta degli Imperi centrali.

  9. Quali sono state le conseguenze della Prima Guerra Mondiale?
  10. La guerra ha causato oltre 8 milioni di morti e 20 milioni di feriti, ha portato alla caduta degli Imperi centrali, alla nascita di nuovi stati nazionali, e ha segnato la fine del predominio europeo nel mondo, ora dominato dagli Stati Uniti.

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