Concetti Chiave
- La Destra storica, dopo l'Unità d'Italia, ha promosso investimenti pubblici significativi nel settore ferroviario, favorendo l'industrializzazione.
- La politica fiscale fu caratterizzata da un aumento del prelievo fiscale tramite imposte indirette sui beni di consumo, colpendo principalmente i ceti popolari.
- La tassa sul macinato, introdotta nel 1868, provocò rivolte contadine, segnando l'inizio di conflitti sociali nello stato unitario.
- L'unità linguistica italiana richiese oltre un secolo, favorita dall'istruzione obbligatoria e dal servizio militare che incoraggiavano la diffusione dell'italiano.
- Il cammino verso l'uguaglianza giuridica e politica si completò con la Costituzione del 1948, che sancì i diritti per tutti gli italiani.
Indice
Politica economica della Destra storica
La Destra storica, dopo l'Unità d'Italia, sviluppò una robusta politca di investimenti pubblici, soprattutto nel settore ferroviario, ottenendo risultati di rilievo e gettando le basi del processo di industrializzazione che si sarebbe realizzato a fine secolo.
Effetti delle politiche fiscali
La politica fiscale fu resa possibile in parte ricorrendo a prestiti esteri, ma soprattutto attraverso un pesante inasprimento del prelievo fiscale: tra il 1860 e il 1880 la quota di ricchezza nazionale prelevata dal fisco passò dal 6,9% all'11,4%.
Il ministro delle Finanze Quintino Sella decise che le nuove tasse avrebbero pesato non tanto sui redditi dei cittadini (imposte dirette), ma su alcuni beni di largo consumo (imposte indirette). In tal modo, il risanamento del debito pubblico e lo sviluppo furono finanziati prevalentemente dai ceti popolari, che videro diminuire i propri redditi reali perchè le imposte sui consumi fecero aumentare fortemente i prezzi.Conflitti sociali e tassa sul macinato
Emblema di tale politica fu la tassa sul macinato, imposta che gravava sulla macinazione dei grani e che dunque colpiva i contadini nel loro consumo fondamentale (farina e di conseguenza pane): le rivolte contadine che scoppiarono dopo l'introduzione della tassa (1868) furono il primo segno di aspri conflitti sociali che avrebbero contrassegnato la vita dello stato unitario nei primi decenni.
Costruzione dell'identità nazionale
Realizzata l'Unità politica, la classe dirigente doveva affrontare il compito di costruire un'identità nazionale. Il processo fu molto lungo e si basò su due elementi fondamentali: lingua e diritti comuni.
Per quanto riguardava la lingua, l'italiano era una lingua affermata nella letteratura, resa illustre da autori quali Dante, Petrarca, Boccaccio per arrivare fino a Manzoni e a Leopardi, ma il popolo parlava un numero infinito di dialetti. Ci volle più di un secolo per costruire l'unità della lingua italiana e a questo concorsero la scuola dell'obbligo e il servizio militare, che intenzionalmente dislocava i soldati di leva in regioni diverse da quella natale.
Evoluzione dei diritti di cittadinanza
La costruzione dell'inclusione di tutti gli italiani nel pieno diritto di cittadinanza, è stata un processo lungo e faticoso. Lo Statuto albertino garantiva l'eguaglianza formale di tutti i cittadini di fronte alla legge e una serie di diritti civili (libertà di pensiero, di associazione, di espressione, di proprietà), ma nei primi anni dell'Unità i diritti politici non erano riconosciuti a tutti.
La Costituzione della repubblica, entrata in vigore nel 1948, sancì definitivamente il riconoscimento dell'uguaglianza giuridica e politica di tutti gli italiani, che solo allora poterono riconoscersi come membri a pieno titolo di una nazione.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali misure fiscali adottate dalla Destra storica dopo l'Unità d'Italia?
- Quali furono le conseguenze sociali dell'introduzione della tassa sul macinato?
- Come si sviluppò l'identità nazionale italiana dopo l'Unità?
- Quali erano i limiti dei diritti politici nei primi anni dell'Unità d'Italia?
La Destra storica adottò una politica fiscale che includeva un pesante inasprimento del prelievo fiscale, con un aumento della quota di ricchezza nazionale prelevata dal fisco dal 6,9% all'11,4% tra il 1860 e il 1880, e l'introduzione di imposte indirette su beni di largo consumo, come la tassa sul macinato.
L'introduzione della tassa sul macinato portò a rivolte contadine nel 1868, segnando l'inizio di aspri conflitti sociali nello stato unitario, poiché colpiva i contadini nel loro consumo fondamentale di farina e pane.
L'identità nazionale italiana si sviluppò attraverso la promozione della lingua italiana, grazie alla scuola dell'obbligo e al servizio militare, e attraverso l'inclusione di tutti gli italiani nel pieno diritto di cittadinanza, culminata con la Costituzione del 1948 che sancì l'uguaglianza giuridica e politica.
Nei primi anni dell'Unità, i diritti politici non erano riconosciuti a tutti, nonostante lo Statuto albertino garantisse l'eguaglianza formale e una serie di diritti civili, limitando così la piena partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica.