Concetti Chiave
- Pio XII, salito al papato nel 1939, aveva un background diplomatico con esperienza in Germania e simpatizzava per i regimi autoritari di destra.
- Il papa concluse il concordato con la Germania di Hitler, alimentando critiche per un presunto filotedesismo.
- Durante la guerra, Pio XII mantenne relazioni con il presidente americano Roosevelt e preservò una posizione ambigua tra le potenze dell'Asse e gli Alleati.
- La sua reazione silenziosa durante l'Olocausto sollevò polemiche negli anni '60, con opinioni divise sulla sua responsabilità morale e politica.
- Pio XII istituì una rete di assistenza durante la guerra, difese Roma dai bombardamenti e si oppose all'ascesa del comunismo nel dopoguerra.
Indice
L'ascesa di Pio XII
Pio XII salì al trono pontificio il 2 marzo 1939, quando la Seconda Guerra Mondiale era scoppiata da due mesi.
Diplomazia e relazioni internazionali
Nei venti anni precedenti, sotto il pontificato di Pio XI, egli aveva maturato una grande esperienza nella diplomazia internazionale. La sua nunziatura nei paesi tedeschi era iniziata nel 1917 ed egli fui l’artefice della politica concordataria di Pio XI con la Germania. Sappiamo che Pio XII provava una forte simpatia per i regimi autoritari di destra tedeschi, soprattutto quelli della Baviera. Tuttavia, non condivideva le idee separatiste dei Bavaresi in quanto soltanto una Germania unita poteva costituire un valido baluardo contro il bolscevismo. Quando rientrò in Italia, assunse la Segreteria di Stato ed è in questa veste che egli concluse il concordato con la Germania di Hitler ed è per questo che le sue idee sono state considerate troppo filotedesche. Strinse rapporti diplomatici anche con gli USA; ebbe modo di conoscere il presidente Roosevelt e fece in modo che anche in questo Stato fosse presente una rappresentanza vaticana. Il 20 ottobre 1939, quando la guerra era già scoppiata, pubblico la sua prima enciclica con cui denunciata la causa del malessere del mondo che avevano causato la guerra che egli individuava nella pretesa degli Stati di considerarsi autonomi da ogni legge divina. Durante la guerra egli si trovò in mezzo a posizioni diverse. Da un lato egli provava una forte simpatia per il presidente americano Roosevelt, ma dall’altro non dimenticava come le potenze dell’Asse Roma-Berlino potessero costituire l’unica forma di difesa contro l’avanzare del bolscevismo in Europa, nonostante le aberrazioni sotto gli occhi di tutti.
La controversia del silenzio
È per questo motivo che finita la guerra, si cominciò a parlare della responsabilità del Vaticano nei confronti delle dittature naziste, fasciste e franchiste e soprattutto del fatto che di fronte allo sterminio degli Ebrei, il papa aveva reagito con il silenzio. La polemica sorse soprattutto durante gli anni ’60: alcuni ritenevano che il silenzio di Pio XII costituisse una grave forma di responsabilità politica e morale, mentre altri sostenevano che il silenzio era uno strumento assai idoneo per proteggere il soccorso che concretamente la chiesa prestava ai perseguitati dai regimi dittatoriali.
Iniziative durante e dopo la guerra
Infatti, Pio XII tutta una rete di assistenza e cura delle popolazioni colpite dalla guerra, di cui beneficiarono anche i cattolici. Furono visibili anche le iniziative prese dal Papa per difendere Roma dai bombardamenti. La popolazione, dopo la liberazione, gli attribuì il titolo di defensor civitatis. Contemporaneamente, infuriò la polemica a proposito della condotta tenuta dal Pontefice in occasione della deportazione degli ebrei del ghetto di Roma. Durante la guerra, numerosi furono i messaggi radiofonici del Papa che delineavano gli aspetti della società post-bellica incentrata sull’antimaterialismo, sulla civiltà cristiana, su di un nuovo ordine morale e sociale di cui la Chiesa avrebbe dovuto costituire il baluardo difensivo. Terminata la guerra, egli si preoccupò di far fronte all’ascesa del comunismo; la sua azione ebbe riflessi ovunque, ma soprattutto in Italia.
Domande da interrogazione
- Quali furono le esperienze diplomatiche di Pio XII prima del suo pontificato?
- Come si posizionò Pio XII durante la Seconda Guerra Mondiale?
- Quali furono le critiche rivolte a Pio XII dopo la guerra?
- Quali furono le iniziative di Pio XII per affrontare le conseguenze della guerra?
Pio XII maturò una grande esperienza nella diplomazia internazionale durante i venti anni precedenti al suo pontificato, lavorando come nunzio nei paesi tedeschi dal 1917 e contribuendo alla politica concordataria di Pio XI con la Germania.
Durante la guerra, Pio XII si trovò tra posizioni diverse, mostrando simpatia per il presidente americano Roosevelt, ma riconoscendo anche le potenze dell'Asse Roma-Berlino come un baluardo contro il bolscevismo, nonostante le loro aberrazioni.
Dopo la guerra, Pio XII fu criticato per il suo silenzio di fronte allo sterminio degli Ebrei, con alcuni che lo consideravano una grave responsabilità politica e morale, mentre altri vedevano il silenzio come un mezzo per proteggere l'assistenza della Chiesa ai perseguitati.
Pio XII organizzò una rete di assistenza per le popolazioni colpite dalla guerra, difese Roma dai bombardamenti e, dopo la guerra, si concentrò sull'opposizione al comunismo, influenzando soprattutto l'Italia.