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Concetti Chiave

  • La perestroika è un insieme di riforme economiche, politiche e sociali avviate da Michail Gorbaciov per ristrutturare l'Unione Sovietica, introducendo elementi di economia liberale senza rinnegare i valori sovietici.
  • Glasnost' è una politica di maggiore trasparenza e libertà di stampa, mirata a stimolare il dibattito politico e criticare il regime, complementando la perestroika.
  • Le riforme politiche includevano la separazione dei compiti del PCUS dai Soviet e l'abolizione del monopolio del partito sul potere politico, favorendo la nascita di nuovi partiti.
  • La riforma economica mirava alla decentralizzazione e privatizzazione, ma non riuscì a migliorare la situazione economica, portando al crescente deficit e disoccupazione.
  • In politica estera, Gorbaciov promosse la non ingerenza nei Paesi del Patto di Varsavia e migliorò i rapporti con gli USA e la CEE, concludendo la crisi con la Cina.
In questo appunto viene descritto il concetto di perestroika, noto anche come perestrojka in lingua russa. Viene descritto che cosa vuole dire il concetto in correlazione anche dell'altro noto concetto, ovvero quello di glasnost. Vengono descritte anche le riforme politiche che sono state fatte in quel periodo, come ad esempio la riforma economica. Inoltre viene descritta anche la politica interna, la politica estera dell'Unione Sovietica in quel periodo, il cambiamento dei rapporti tra Stato e Chiesa, ecc...

Indice

  1. Perestroika
  2. Glasnost'
  3. Riforme del sistema politico
  4. Riforma economica
  5. Politica estera
  6. Cambiamento dei rapporti tra Stato e Chiesa
  7. Le conseguenze

Perestroika

Con il termine russo perestrojka o perestroika si fa generalmente riferimento ad un insieme di riforme economiche, politiche e sociali avviate intorno alla metà degli anni ottanta da Michail Gorbaciov, segretario del PCUS (Partito comunista dell’Unione Sovietica) dal 1985, mirate alla riorganizzazione dell’economia e della struttura sociale e politica dell’Unione Sovietica.
Il termine russo перестройка che vuol dire perestroika significa propriamente “ristrutturazione”, ”ricostruzione”.
Questi interventi e riforme miravano ad un rinnovamento e miglioramento delle condizioni del Paese per soddisfare i bisogni dei cittadini sovietici, adottando elementi di economia liberale, ma che non rinnegasse i valori fondamentali della società sovietica.
4 punti principali: privatizzazione di molti settori economici statali; libertà di informazione; la riduzione del controllo militare e politico sui Paesi dell’Est; trattati con gli Usa per il disarmo dei missili nucleari.

Glasnost'

Oltreché alla perestroika esiste anche il concetto di glasnost'.
Con la parola glasnost’ si intende una vasta serie di misure volte a:
attenuazione della censura attraverso una graduale apertura alla libertà di stampa;
rianimazione dibattito politico interno;
rendere pubbliche e (relativamente) criticabili le decisioni del Politburo.
Secondo Gorbaciov, questa maggiore apertura avrebbe messo in difficoltà l’ala conservatrice del PCUS (a lui avversa per via di questa politica e della perestrojka o perestroika), ma anche ad aumentare il consenso verso la perestrojka stessa. Perestroika e Glasnost: Riforme e Cambiamenti nell'Unione Sovietica articoloEgli inoltre riteneva che elementi come la propaganda, l’occultamento seriale dei problemi e responsabilità del regime fossero tra le cause del logoramento dell’Unione.
Il concetto di glasnost’ può essere inteso quasi come un nuovo atteggiamento o attitudine del governo sovietico, mentre quello della perestrojka va inteso in senso più pratico di politica e riforme (glasnost’ venne poi utilizzata in associazione a perestrojka per indicare proprio tutte quelle politiche volte ad attuare una più ampia e più limpida circolazione dell'informazione nell'URSS).
Lo scopo principale di questa politica stava nel rendere la direzione del Paese aperta al dibattito e trasparente ampliando la partecipazione rispetto alla ristretta cerchia degli apparatčik, funzionari del PCUS, i quali esercitavano un controllo totale sia sulla vita pubblica che sull'economia.
1986: la politica di glasnost’ subisce una battuta di arresto a causa dell’occultamento della catastrofe nucleare di Chernobyl e della sua gravità.

Riforme del sistema politico

Ecco quali furono le riforme in senso al Paese in legame alla perestroika:
Tra gli obiettivi principali delle riforme del sistema politico vi era la netta separazione dei compiti degli organi del PCUS da quelli dei Soviet.
Venne quindi istituito un nuovo organo del potere superiore: il Congresso dei deputati del popolo, che avrebbe eletto al suo interno il Soviet Supremo. Le prime elezioni si tennero a marzo del 1989.
Nel 1990 venne abolito, durante la III sessione del Congresso dei deputati del popolo, l’articolo 6 della costituzione che assegnava al PCUS il ruolo di guida della società.
L’abolizione dell'articolo 6 segnò la fine del monopolio del partito sul potere politico:ciò favorì ancora di più il moltiplicarsi di partiti e movimenti di natura comunista, democratica, socialdemocratica o nazionalista e aumentò le spaccature all'intero dello stesso PCUS.
Nella stessa seduta l'assemblea elesse Gorbaciov alla carica di Presidente dell’URSS.

Riforma economica

Nell'ambito delle politiche legate alla perestroika vi fu anche la riforma economica:
Attraverso l’accelerazione (“uskorenie”) dello sviluppo economico si mirava a risolvere diverse questioni sociali.
1985: il plenum fissa degli obiettivi per rendere efficiente l’utilizzo di: conquiste/avanguardia scientifica; ampliamento diritti delle imprese; potenziamento dell’ordine e della disciplina nella produzione; decentralizzazione della gestione dell’economia.
Venne data la priorità all’industria meccanica: si contava che risollevare di quest’ultima avrebbe favorito la ristrutturazione/innovazione del complesso produttivo.
1985-1986: vengono promosse (con poco successo) la riorganizzazione di alcuni ministeri e campagne contro l’alcolismo.
1987: interventi decisi volti al potenziamento dell’autonomia delle imprese e alla prevalenza dei metodi economici di gestione rispetto a quelli amministrativi.
Queste misure non diedero i risultati sperati e incisero ben poco sul deficit che continuava ad aumentare; continuavano inoltre a scarseggiare sia i beni di consumo che i generi alimentari.
L’aumento del consenso verso il passaggio a un modello di sviluppo economico caratterizzato da un minore intervento statale, la proprietà privata e il mercato portò a: diritto di vendita autonoma, da parte delle imprese, dei prodotti in eccesso; approvazione norme per garantire le condizioni economiche e giuridiche per lo sviluppo della proprietà privata;
nascita di alcune cooperative; riorganizzazione sistema bancario; costituzione aziende in collaborazione con le imprese estere.
Nascono le prime aziende agricole private che arrivarono a costituire l’1% della produzione verso la fine del 1990.
Nonostante ciò, non si registrarono miglioramenti nella situazione economica sovietica: tra il 1989 e il 1990 crebbero invece il deficit e la disoccupazione, in contemporanea con il calo della crescita della produzione industriale.
1990: il Soviet Supremo approva il passaggio all’economia di mercato.
Vengono elaborati quindi piani volti all’uscita dalla crisi (es. “il Programma dei 500 giorni”, ideato dagli economisti Grigorij Javlinskij e Stanislav Šatalin, mirato a: decentralizzazione dell’economia; privatizzazione imprese; soppressione controllo sui prezzi da parte dello Stato; accettazione disoccupazione regolata.
Venne comunque adottato un piano più moderato a livello centrale, che prevedeva il controllo statale sulla nuova proprietà privata e una conservazione del settore dell’economia pubblica.

Politica estera

Ecco la politica estera di Gorbaciov ai tempi della perestroika:
I cambiamenti a livello economico portarono all’assunzione di un atteggiamento differente nella politica estera. Gorbaciov dichiarò la volontà dell’Unione Sovietica di non intervenire più negli affari interni dei Paesi membri del Patto di Varsavia.
I partiti al potere nell’Est Europa vennero però investiti da una grave crisi ed estromessi dal governo tra il 1989-1990: il passaggio a regimi parlamentari democratici degli alleati dell’Unione Sovietica portò alla soppressione del Patto di Varsavia, alla fine del Comecon e della collaborazione tra l’URSS e questi Paesi (scontro politico tra sostenitori e avversari delle riforme portate avanti da Gorbaciov).
Avvenne un miglioramento dei rapporti internazionali anche con altri Paesi:, soprattutto con gli USA e la CEE.
Si concluse anche la crisi del rapporto tra Cina e URSS con il ritiro delle truppe dalla Mongolia e dall’Afghanistan.

Cambiamento dei rapporti tra Stato e Chiesa

La riorganizzazione del Paese in senso democratico comportò dei cambiamenti anche nei rapporti tra Stato e Chiesa:
  • vennero creati istituti educativi e organizzazioni di carattere religioso;
  • venne potenziata la pubblicazione di letteratura in ambito ecclesiastico;
  • venne autorizzata la costruzione di nuove chiese;
  • vennero ridestinati al culto religioso edifici che erano stati sottratti a questa funzione;
  • ai membri del clero venne data la possibilità di partecipare all’attività politica.

Le conseguenze

Le riforme economiche avviate nell'era della perestroika non ebbero i risultati sperati, anzi: vi fu una forte contrazione nella produzione industriale e agricola e una riduzione del reddito della maggioranza della popolazione.
Non vennero risolte neanche le questioni abitative, alimentari e quella ecologica, aggravatasi in seguito alla catastrofe nucleare di Chernobyl.
Le riforme chiave della perestrojka e della glasnost’ produssero, nel medio-lungo periodo, un effetto disgregatore sul piano istituzionale che portò al definitivo sfaldamento e caduta dello Stato sovietico.
Progetto Alternanza Scuola lavoro.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del termine "perestroika" e quali erano i suoi obiettivi principali?
  2. Il termine "perestroika" significa "ristrutturazione" o "ricostruzione" e si riferisce a un insieme di riforme economiche, politiche e sociali avviate da Michail Gorbaciov negli anni '80 per riorganizzare l'economia e la struttura sociale e politica dell'Unione Sovietica, adottando elementi di economia liberale senza rinnegare i valori fondamentali della società sovietica.

  3. In che modo la glasnost' si differenzia dalla perestroika e qual era il suo scopo principale?
  4. La glasnost' si riferisce a misure volte ad attenuare la censura e promuovere la libertà di stampa e il dibattito politico, rendendo le decisioni del Politburo pubbliche e criticabili. Il suo scopo principale era rendere la direzione del Paese più aperta e trasparente, ampliando la partecipazione oltre la ristretta cerchia dei funzionari del PCUS.

  5. Quali furono le principali riforme del sistema politico durante la perestroika?
  6. Le riforme politiche includevano la separazione dei compiti tra gli organi del PCUS e i Soviet, l'istituzione del Congresso dei deputati del popolo, l'abolizione dell'articolo 6 della costituzione che assegnava al PCUS il ruolo di guida della società, e l'elezione di Gorbaciov a Presidente dell'URSS.

  7. Quali furono le conseguenze delle riforme economiche della perestroika?
  8. Le riforme economiche non portarono ai risultati sperati, causando una contrazione nella produzione industriale e agricola, una riduzione del reddito della popolazione, e non risolvendo le questioni abitative, alimentari ed ecologiche. Queste riforme contribuirono al disgregamento istituzionale e alla caduta dello Stato sovietico.

  9. Come cambiarono i rapporti tra Stato e Chiesa durante la perestroika?
  10. Durante la perestroika, vennero creati istituti educativi e organizzazioni religiose, potenziata la pubblicazione di letteratura ecclesiastica, autorizzata la costruzione di nuove chiese, e ridestinati edifici al culto religioso. Inoltre, ai membri del clero venne data la possibilità di partecipare all'attività politica.

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