Concetti Chiave
- Paolo I, figlio di Caterina II, succede al trono ma viene eliminato nel 1801, portando Alessandro I al potere, noto per la vittoria su Napoleone.
- Alessandro I muore nel 1825, aprendo la strada a Nicola I, nonostante i decabristi preferissero Costantino, portando a una repressione del dissenso.
- Il dibattito tra occidentalisti e slavofili segna l'epoca, con Piotr Chaadaev che critica l'arretratezza della Russia e viene dichiarato pazzo per le sue idee.
- Il movimento slavofilo è caratterizzato da figure come Ivan Aksakov e Alekseij Kamijakov, che sostengono l'ortodossia e le tradizioni antiche.
- Zhukowskij, un romantico progressista, educa il figlio di Alessandro I, traducendo opere europee e partecipando alla battaglia di Bordino nel 1812.
Indice
La successione al trono russo
Katerina II muore nel 1796 e al suo regno succede quello del figlio Paolo I, il quale è dominato dall’ ossessione di eliminare tutto ciò che aveva fatto la madre. Nel 1801 tuttavia, viene eliminato da un colpo di stato e gli succede il figlio Alessandro I che è il vincitore dello scontro contro Napoleone e permette alla Russia di avere un certo prestigio agli occhi degli altri stati.
Alessandro I è il più grande dei tre fratelli, gli altri furono: Costantino e Nicola. Quando muore Alessandro I nel 1825, Costantino è da tempo granduca di Varsavia e quindi ha rinunciato al diritto al trono e Nicola non mostra alcuna intenzione di fare lo Zar. La situazione tuttavia si complicherà quando si metteranno all’opera i cosiddetti decabristi; una parte dell’esercito infatti voleva Costantino al trono, ma si scopre che Nicola I era stato designato da Alessandro I come suo successore. Quindi una parte dell’esercito si rivolta sotto la spinta dei decabristiliberali nobili (simili ai nostri carbonari dei moti del 20-21), ma è gente che non sa parlare al popolo e non sa fare propaganda politica.Il regno di Nicola I
Il 26 dicembre del 1825 dopo lunghe esitazioni, l’esercito interviene e spara contro gli eserciti decabristi. Nicola, regnerà a lungo fino al 1855 e nonostante sia una figura priva di intelligenza e senza amore per la letteratura reprimerà fortemente il dissenso nei suoi confronti.
Occidentalisti e slavofili
Torniamo alla dicotomia tra occidentalisti e slavofili che come sappiamo avevano un dibattito ideologico-politico. Il leader degli occidentalisti (Zapadnikij) è Piotr Chaadaev che scrive negli anni ‘20 delle lettere in francese, pubblicate a Parigi, in cui lamenta l’arretratezza della Russia, simpatizza per il cattolicesimo, però non è assolutamente antipatriottico (è anche convito che l’ortodossia liberata da alcuni elementi negativi, potrebbe dare un contributo alla vita spirituale europea). Chaadaev verrà dichiarato pazzo quando proverà a rientrare in Russia e nel dibattito russo, il suo pensiero non verrà compreso e anticipa un po’ quello che accadrà nei secoli successivi, ovvero che il suo dissenso verrà inquadrato come una vera e propria patologia. Nell’ala slavofila ci sono come sappiamo quelli di destra e di sinistra: abbastanza di destra con qualche sfumatura di sinistra sono Ivan e Konstantin Aksakov e Alekseij Kamijakov (1804-1860), il quale è un uomo legato alle tradizioni e che pone due capisaldi ovvero l’ortodossia e le tradizioni antiche (elemento di sinistra-> obscina: totalità della collettività del villaggio).
Un romantico “di scuola”: Zhukowskij.
Il romantico Zhukowskij
Alessandro I, affida l’educazione del figlio a Zhukowskij che è un uomo romantico progressista che si avvicina alle nuove tendenze europee. Traduce gli inglesi preromantici come “Elegia scritta in un cimitero di campagna” di Thomas Gray rielaborandola molto. Conosce inoltre bene le lingue europee moderne. È sul piano dei grandi per il suo ruolo storico letterario: traduce, sempre ricreando, anche i tedeschi; è quindi un romantico ma ha molte cose del sentimentalismo di fine ‘700 e quindi è difficile classificarlo. Il genere di Zhukowskij è la ballata romantica. Arruolatosi volontario nell’esercito a seguito di una delusione d’amore, nel 1812 prende parte alla grande battaglia di Bordìno in cui Napoleone capisce che i Russi sono realmente forti (vince Napoleone, ma subisce molte perdite). Sempre nel 1812 scrive un poemetto epico: “Il cantore (il bardo) nel campo dei guerrieri russi”, il termine bardo ci rimanda alle antichità celtiche e alla poesia tardo settecentesca. Contro Napoleone, i russi hanno fatto i miracoli vincendo e c’è una grande riscoperta della tradizione letteraria collettiva per la quale Zhukowskij ha una grossa affinità
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze del regno di Paolo I in Russia?
- Chi erano i decabristi e quale fu il loro impatto sulla successione al trono russo?
- Qual era la posizione di Piotr Chaadaev nel dibattito tra occidentalisti e slavofili?
- Quali erano le idee principali degli slavofili come Ivan e Konstantin Aksakov?
- Qual è il contributo di Zhukowskij alla letteratura russa?
Paolo I, succeduto a Caterina II, cercò di eliminare le riforme della madre, ma fu deposto nel 1801. Il suo regno fu breve e segnato da instabilità politica.
I decabristi erano nobili liberali che volevano Costantino al trono invece di Nicola I. La loro rivolta fu repressa nel 1825, consolidando il potere di Nicola I.
Chaadaev, leader degli occidentalisti, criticava l'arretratezza della Russia e simpatizzava per il cattolicesimo, ma non era antipatriottico. Fu dichiarato pazzo per le sue idee.
Gli slavofili, come gli Aksakov, sostenevano l'ortodossia e le tradizioni antiche, con un'attenzione alla collettività del villaggio, opponendosi alle influenze occidentali.
Zhukowskij, un romantico progressista, tradusse e rielaborò opere europee, contribuendo alla riscoperta della tradizione letteraria russa e partecipando alla battaglia di Bordino.