Concetti Chiave
- L'Oceania fu scoperta gradualmente a partire dal XVI secolo, con esploratori come Magellano, Tasman e Cook che tracciarono le prime mappe europee delle isole.
- Le potenze europee, tra cui Francia, Gran Bretagna e Germania, si spartirono le isole dell'Oceania nel XIX secolo, con insediamenti che portarono rivalità politiche e guerre.
- L'occupazione europea ebbe effetti disastrosi sulle popolazioni indigene, a causa di malattie, politiche di sterminio e imposizione di nuovi stili di vita.
- La presenza europea provocò spopolamento e necessità di manodopera, portando all'immigrazione di lavoratori asiatici nelle isole.
- Nel XX secolo, un movimento di riscoperta delle tradizioni locali cercò di rivitalizzare la cultura indigena, nonostante le influenze esterne e l'espansione del turismo.
Indice
Le prime esplorazioni
La scoperta dell’Oceania è piuttosto recente. Nel XVI secolo Magellano attuò alcune esplorazioni isolate durante il suo viaggio verso le Filippine dove fu ucciso. Verso la fine dello stesso secolo, gli Spagnoli e i Portoghesi toccarono le isole Caroline e le Marchesi, mentre all’inizio del secolo successivo furono scoperte le Isole Ebridi e l’esploratore olandese Tasman scoprì la Tasmania per approdare poi nelle isole Figi e nella Nuova Zelanda. Furono soltanto i Francesi e gli Inglesi a preoccuparsi della scoperta di questo nuovo mondo anche per l’esigenza di completare le certe geografiche dato che con sempre maggior insistenza si diceva che esisteva un nuovo continente. Il più grande esploratore fu l’inglese Cook a cui si deve la scoperta della Nuova Caledonia, Tahiti e le Hawai dove fu ucciso. Nel 1770 più dei 2/3 dell’Australia dipendeva dalla corona inglese. Fra gli esploratori francesi dobbiamo citare Bougainville e La Pérouse che arrivarono, il primo alle Isole Salomone e il secondo alle Samoa. Dopo questi esploratori arrivarò una folla eterogenea composta da mercanti, pescatori pirati e avventurieri.
Conseguenze della colonizzazione
Comunque occorre precisare che in Oceania non esistevano le condizioni per farla considerare un Eldorado come invece era successo per il Sud America o un paese dalle grande risorse come le colonie asiatiche o africane.
Rivalità e dominazioni
La civiltà europea arrivò in Oceania solo verso la fine del XVIII secolo, con lo sbarco di missionari francesi e inglesi, cattolici i primi, protestanti i secondi. Presto la loro rivalità religiosa si trasformò in rivalità politica. Tuttavia in questa parte del mondo le potenze coloniali non esasperarono mai le loro rivalità perché non ne valeva la pena viste le scarse risorse di quelle isole. Alla metà del XIX secolo, le isole erano passate sotto i seguenti dominazioni. La Francia aveva annesso Tahiti, la Nuova Caledonia le isole Wallis e Futuna, la Gran Bretagna invece aveva occupato la Nuova Zelanda, le Isole Figi, Cook e Tonga. Più tardi, la Germania occupò le Samoa occidentali, le isole Salomone le Marianne e le Caroline. Gli USA occuparono l’arcipelago delle Hawaii e le Samoa Occidentali.
Impatto sugli indigeni
Le conseguenze dell’insediamento europeo nelle isole dell’Oceania si rivelarono disastrose per molte ragioni. La principale fu la sistematica politica di sterminio che venne adottata dai bianchi ogni volta che incontravano una forma di resistenza. E questo avvenne molto spesso perché le tribù che abitavano le isole non erano disposte a cambio aree il loro secolari sistemi di vita. Soprattutto esse non capivano perché dovevano sottoporsi ad un lavoro continuo ed organizzato in vista di un guadagno che per loro non aveva alcun senso. Un’altra conseguenza disastrosa fu costituita dalle malattie portate dagli Europei contro le quali il fisico degli indigeni erano senza difesa, delimitati anche dall’alcool portato dai dominatori. Sappiamo, per esempio che nelle sole isole Figi, il morbillo, una malattia per gli Europei benigna, nel 1975 fece ben 40.000 vittime. Conseguentemente a causa dello spopolamento e delle difficoltà di costringere gli indigeni a lavorare nelle piantagioni, gli Europei fecero ricorso ad immigrazioni di Asiatici (Indiani, Vietnamiti, Indonesiani). Dopo la prima guerra mondiale, con la sconfitta dei Tedeschi e con lo smembramento delle loro colonie, comparvero i Giapponesi e che riuscirono ad impiantare nelle isole una fitta rete economica. Le iniziative che presero vita in Oceania lasciarono poco poco in disparte gli indigeni che tuttavia, non furono più in grado di continuare a vivere secondo i loro sistemi tradizionali ed anche le loro tecniche tradizionali ed il oro costumi scomparvero.
Cambiamenti nel XX secolo
Durante la seconda guerra mondiale, le isole sono state il teatro di feroci battaglia fra gli USA e il Giappone e questo ha contribuito alla distruzione di molte piantagioni. Solo verso la fine del XX secolo, ha preso vigore un vasto movimento tendente alla riscoperta del folklore, dell’artigianato e della cultura locale anche se gli indigeni restano piuttosto estranei agli interessi del turismo che invece è una delle attività maggiormente fonte di guadagno
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali esplorazioni europee in Oceania nel XVI e XVII secolo?
- Quali furono le conseguenze dell'occupazione europea sulle popolazioni indigene dell'Oceania?
- Come si sviluppò la rivalità tra le potenze coloniali in Oceania?
- Quali furono le principali potenze coloniali che occuparono le isole dell'Oceania nel XIX secolo?
- Quali furono gli effetti della seconda guerra mondiale sulle isole dell'Oceania?
Le principali esplorazioni furono condotte da Magellano, gli Spagnoli, i Portoghesi e l'olandese Tasman, che scoprirono diverse isole tra cui le Caroline, le Marchesi, le Ebridi, la Tasmania, le Figi e la Nuova Zelanda.
Le conseguenze furono disastrose, includendo lo sterminio sistematico in caso di resistenza, la diffusione di malattie come il morbillo, e l'introduzione dell'alcool, che portarono a un drastico spopolamento.
La rivalità tra le potenze coloniali, principalmente tra Francesi e Inglesi, si manifestò inizialmente in ambito religioso e poi politico, ma non fu esasperata a causa delle scarse risorse delle isole.
Le principali potenze furono la Francia, che annesse Tahiti e la Nuova Caledonia, la Gran Bretagna, che occupò la Nuova Zelanda e le Figi, la Germania, che prese le Samoa occidentali, e gli USA, che occuparono le Hawaii.
Durante la seconda guerra mondiale, le isole furono teatro di feroci battaglie tra USA e Giappone, contribuendo alla distruzione di molte piantagioni e alterando ulteriormente la vita degli indigeni.