Concetti Chiave
- Le rivolte della FIOM durante l'ultimo mandato di Giolitti fallirono per la mancanza di supporto socialista e il mancato intervento del governo.
- Dopo le occupazioni delle fabbriche, si sviluppò una reazione padronale antibolscevica con la formazione di leghe controrivoluzionarie.
- La crisi industriale del 1920-21 portò a licenziamenti e alla formazione di squadre d’azione fasciste contro contadini, socialisti e cattolici.
- Gramsci e Bordiga, dissidenti del partito, fondarono il Partito Comunista d'Italia dopo gli eventi di Fiume.
- Giolitti appoggiò i blocchi nazionali per contrastare i partiti di massa, favorendo indirettamente l'ascesa del fascismo in Parlamento.
Indice
Rivolte e occupazioni
Durante il periodo in cui Giolitti fu ministro per l’ultima volta accaddero numerose rivolte, tra queste una delle più significative fu quella della FIOM che a causa di una mancanza di dialogo con gli industriali decisero di occupare numerose fabbriche tra Milano,Torino e Genova, tuttavia il piano fallì per il mancato appoggio del partito socialista e a Giolitti fu rimproverato il fatto di non essere intervenuto.
La conseguenza di queste occupazioni sfociò in una reazione padronale antibolscevica, i cui segni incominciarono a vedersi sin dalle rivolte del biennio rosso attraverso la formazione di leghe e associazioni controrivoluzionarie.Crisi e reazioni padronali
La situazione già grave sfociò in una crisi che durò dal 20 al 21: a causa della diminuzione della produzione gli imprenditori effettuarono licenziamenti e gli operai furono costretti non agire offensivamente, inoltre si formarono squadre d’azione formate da agrari e fascisti che si accanivano contro i contadini, contro i socialisti e contro i cattolici e le camere di lavoro, tutto ciò in favore alla borghesia. Adesso il fascismo stava a tutti gli effetti diventando di importante rilievo per la politica interna dell’Italia.
Formazione del partito comunista
Intanto dopo gli eventi di Fiume Gramsci e Bordiga vennero ritenuti dissidenti da parte del partito e alloro si riunirono fondando il partito comunista d’Italia.
Giolitti e le elezioni del 1921
Giolitti allora deluso dalle formazioni e dei partiti che affiancavano il governo chiede al Re di sciogliere le Camere con anticipo per sfruttare eventuali nuove prese di posizione più favorevoli. A questo proposito appoggiò la costituzione di blocchi nazionali che dovevano eguagliare i partiti di massa ma in modo liberale e tuttavia favorirono l’avvento del fascismo. Le seguenti elezioni non furono molto diverse dalla precedenti a parte il fatto che i blocchi nazionale, nonché i fascisti, ottennero numerosi seggi in parlamento. La nuova camera del 1921 comunque non voto la piena fiducia a Giolitti il quale fu costretto a dimettersi.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali delle rivolte durante l'ultimo mandato di Giolitti come ministro?
- Quali furono le conseguenze delle occupazioni delle fabbriche da parte della FIOM?
- Come influenzarono le elezioni del 1921 la situazione politica in Italia?
Le rivolte furono causate dalla mancanza di dialogo tra la FIOM e gli industriali, portando all'occupazione delle fabbriche, e dalla reazione padronale antibolscevica.
Le conseguenze furono una reazione padronale antibolscevica, la formazione di squadre d'azione contro contadini, socialisti e cattolici, e l'ascesa del fascismo nella politica italiana.
Le elezioni del 1921 portarono numerosi seggi ai blocchi nazionali e ai fascisti, ma la nuova camera non votò la piena fiducia a Giolitti, costringendolo a dimettersi.