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Concetti Chiave

  • Alla fine dell'estate del 1920, la Fiom e gli industriali italiani si scontrano su aumenti salariali, portando a tensioni significative.
  • Gli operai occupano le fabbriche in Lombardia, Piemonte e Liguria, gestendo la produzione autonomamente sotto la protezione delle Guardie rosse.
  • Il governo di Giolitti sceglie di non intervenire, permettendo un accordo favorevole ai lavoratori a settembre 1920.
  • Nonostante l'apparente vittoria, molti operai sono delusi dalla mancata realizzazione di una rivoluzione sovietica e dalla resistenza degli imprenditori ai consigli operai.
  • La spaccatura nel Psi porta alla nascita del Partito comunista d'Italia nel gennaio 1921, evidenziando una divisione interna nella sinistra italiana.

Indice

  1. Il contenzioso tra Fiom e imprenditori
  2. L'occupazione delle fabbriche
  3. L'accordo e la delusione operaia
  4. La spaccatura nel Partito socialista

Il contenzioso tra Fiom e imprenditori

Il momento più drammatico per gli industriali in Italia lo si vive alla fine dell'estate del 1920. Da tempo un duro contenzioso contrappone la Fiom (Federazione italiana operai metallurgici, un'associazione aderente alla Confederazione generale del lavoro, Cgdl) che chiede aumenti salariali per i lavoratori metalmeccanici e gli imprenditori del settore che invece si oppongono.

L'occupazione delle fabbriche

Alla fine di agosto gli imprenditori decidono di procedere alla serrata. Come risposta a questa decisione, il 30-31 agosto 1920 in Lonbardia, Piemonte e Liguria (dove si concentrano gli stabilimenti industriali) circa 500.000 operai non escono dalle fabbriche e decidono di occuparle stabilmente. Sotto la guida dei consigli di fabbrica cercano di mandare avanti da soli la produzione, mentre gruppi paramilitari armati di Guardie rosse presidiano le fabbriche per difenderle da eventuali interventi dell'esercito.

L'accordo e la delusione operaia

La preoccupazione è eccessiva perché il governo presieduto da Giolitti decide di non intervenire. Le trattative tra sindacato e imprenditori vanno avanti sin quando alla fine di settembre 1920 viene raggiunto un accordo che segna la vittoria dei lavoratori perché non solo ottengono gli aumenti salariali e i miglioramenti nelle condizioni di lavoro che erano stati richiesti, ma ottengono pure che la produzione sia sottoposta al controllo dei consigli degli operai. Per questo motivo il sindacato proclama la fine dell'occupazione delle fabbriche che vengono sgombrate.

Nonostante l'esito straordinariamente positivi del conflitto sindacale molti operai diventino delusi poiché hanno interpretato l'occupazione delle fabbriche come l'inizio di una possibile rivoluzione sovietica e non come un contenzioso sindacale solo un po' più duro del solito. Inoltre sin dalle settimane successive si capisce subito che gli imprenditori non vogliono attivare i consigli operai dentro le loro fabbriche e che il sindacato non vuole insistere su questo punto, cosa che aumenta la delusione e le critiche operaie e affretta una spaccatura interna al Psi (Partito socialista italiana), peraltro già da qualche tempo piuttosto evidente.

La spaccatura nel Partito socialista

Dentro il Partito socialista infatti si è formata una corrente guidata tra gli altri da Amedeo Bordiga, Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti, che vuole sperimentare con maggiore decisione la via rivoluzionaria e che accusa il resto dei socialisti (compresi i massimalisti) di non voler realizzare davvero una rivoluzione sovietica. La divaricazione è così netta che il 21 gennaio del 1921 la corrente rivoluzionaria decide di abbandonare il XVII Congresso del Psi, allora in corso a Livorno e di costituirsi in Partito comunista d'Italia (Pcd'l). La maggior parte dei militanti non li segue e resta nel Psi, infatti adesso la sinistra italiana è divisa in due diverse forze politiche, il che certamente non ne accresce la forza.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il momento più drammatico per gli industriali in Italia nel 1920?
  2. Il momento più drammatico per gli industriali in Italia nel 1920 è stato alla fine dell'estate, quando circa 500.000 operai hanno occupato le fabbriche in risposta alla serrata decisa dagli imprenditori.

  3. Qual è stato l'esito delle trattative tra sindacato e imprenditori?
  4. Le trattative hanno portato a un accordo che ha segnato la vittoria dei lavoratori, i quali hanno ottenuto aumenti salariali, miglioramenti nelle condizioni di lavoro e il controllo della produzione da parte dei consigli degli operai.

  5. Perché molti operai sono rimasti delusi dopo l'accordo?
  6. Molti operai sono rimasti delusi perché avevano interpretato l'occupazione delle fabbriche come l'inizio di una rivoluzione sovietica, mentre si è rivelato essere solo un contenzioso sindacale.

  7. Quali conseguenze ha avuto la delusione operaia all'interno del Partito Socialista Italiano?
  8. La delusione operaia ha accelerato una spaccatura interna al Partito Socialista Italiano, portando alla formazione del Partito Comunista d'Italia da parte della corrente rivoluzionaria guidata da Bordiga, Gramsci e Togliatti.

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