Concetti Chiave
- Nasser fu un leader carismatico del mondo arabo, influenzando notevolmente la politica degli stati arabi nel XX secolo.
- Guidò il colpo di stato del 1952 che rovesciò il re Faruk, assumendo il controllo politico dell'Egitto e promuovendo la modernizzazione.
- Promosse una campagna di panarabismo, cercando di formare una federazione araba e mantenere un'area autonoma nel Medio Oriente.
- Nasser fu un sostenitore del "neutralismo attivo" e un fondatore del movimento dei paesi non allineati, con un forte carattere anticolonialista.
- La sconfitta nella guerra dei Sei giorni contro Israele nel 1967 segnò un duro colpo, ma il suo carisma rimase intatto fino alla sua morte nel 1970.
Indice
L'ascesa di Nasser
Di origine egiziana, Nasser, è stato uno dei più carismatici leader del mondo arabo del XX secolo,la cui linea politica e ideologica ha influenzato notevolmente gli altri stati arabi.
Fin da giovane si avvicinò ai movimenti antibritannici; successivamente entrò all’accademia militare e partecipò alla guerra contro Israele in cui gli eserciti arabi alleati furono sconfitti.
Da questa disfatta, Nasser si convinse che il progresso dell’Egitto sarebbe dovuto passare da un cambiamento del regime. Diventò così un leader di spicco del gruppo nazionalista “Ufficiali liberi” che nel 1952 rovesciò con un colpo di Stato il re Faruk.
Modernizzazione e panarabismo
Due anni dopo, nel 1952, Nasser assunse il pieno controllo politico dell’Egitto. Arrivato al governo, Nasser cercò di modernizzare il paese: eliminò il latifondo e attuò la nazionalizzazione delle industrie. Nello stesso anno, egli ottenne dall’Inghilterra il ritiro delle truppe dal Canale di Suez e da allora iniziò una grande campagna di panarabismo. Le tappe principali di questo percorso finalizzato a formare una federazione araba furono: la guerra contro la Francia e la Gran Bretagna del 1956 scatenatasi a seguito della nazionalizzazione del canale di Suez, l’alleanza con la Siria del 1958, la creazione della RAU (Repubblica araba unita formata da Siria, Egitto e Yemen). Lo scopo era di creare nel Vicino e nel Medio Oriente un’ area politica autonoma equidistante sia dagli USA che dall’URSS, nella prospettiva di eliminare una volta per tutte lo Stato d’ Israele.
Sfide e tensioni internazionali
Tuttavia i successi ottenuti non si consolidarono a causa della gravità di problemi presenti nella zona, dei prevalenti interessi petroliferi e del perdurare della tensione fra stati arabi e Israele. Nonostante questo, il carisma che ormai circondava Nasser non ne risentì e nemmeno ebbe un effetto negativo l’incapacità dell’Egitto di porre termine a proprio favore alla guerra civile dello Yemen, in cui Nasser aveva inviato un esercito in appoggio al regime repubblicano a lui favorevole.
Neutralismo e politica interna
Il suo obiettivo panarabo fu controbilanciato dalla diffusione del concetto di “neutralismo attivo” che nel 1961 si tradusse nella creazione del movimento dei paesi non allineati. Di esso fecero parte oltre a Nasser anche il maresciallo iugoslavo Tito e l’indiano Nehru. Questo movimento aveva un preciso carattere anticolonialista di cui Nasser era diventato il porta bandiera, a seguito della vicenda del Canale di Suez. Infatti, negli anni Sessanta, in tutto il mondo arabo si formarono partiti e movimenti che sostenevano la decolonizzazione e si ispiravano tutti a Nasser.
In politica interna, Nasser era convinto della necessità di modernizzare il paese ed è per questo che si oppose ai movimenti islamici nazionalisti come i Fratelli Musulmani, che egli non esitò a reprimere. Egli, invece, cercò di dare importanza soprattutto ad un’unità storica, culturale ed etnica del mondo arabo.
Declino e fine di un'era
La disastrosa guerra dei Sei giorni contro Israele del 1967 e la perdita della regione del Sinai segnò la fine dell’era di Nasser. Egli riconobbe la sconfitta, soprattutto perché il Canale di Suez per tanto tempo simbolo delle sue vittorie, diventò praticamente inservibile alla navigazione perché ridotto ad una semplice linea di confine fra Egitto e Israele. Dette le dimissioni, ma fu costretto a ritirale a seguito delle manifestazioni a suo sostegno da parte della popolazione egiziana. Rimase in carica ancora per tre anni e morì nel 1970.
Domande da interrogazione
- Chi era Nasser e quale fu il suo impatto sul mondo arabo?
- Quali furono i principali obiettivi di Nasser in politica interna?
- Come si sviluppò la politica estera di Nasser?
- Quali furono le conseguenze della guerra dei Sei giorni per Nasser?
- Quali furono le sfide che Nasser affrontò nel suo tentativo di unire il mondo arabo?
Nasser era un leader carismatico egiziano del XX secolo, la cui politica e ideologia influenzarono notevolmente gli stati arabi, promuovendo il panarabismo e il neutralismo attivo.
Nasser mirava a modernizzare l'Egitto, eliminando il latifondo, nazionalizzando le industrie e opponendosi ai movimenti islamici nazionalisti come i Fratelli Musulmani.
Nasser cercò di creare una federazione araba autonoma, equidistante dagli USA e dall'URSS, e promosse il movimento dei paesi non allineati con un carattere anticolonialista.
La guerra dei Sei giorni del 1967 segnò la fine dell'era di Nasser, con la perdita del Sinai e il Canale di Suez divenuto inservibile, portandolo a dimettersi, sebbene ritirò le dimissioni a causa del sostegno popolare.
Nasser affrontò problemi regionali, interessi petroliferi e tensioni persistenti con Israele, che ostacolarono il consolidamento dei suoi successi panarabi.