Concetti Chiave
- I moti piemontesi del 1821 furono guidati da ufficiali e nobili liberali, tra cui il conte Santorre di Santarosa.
- Il principe Carlo Alberto di Savoia Carignano, educato con idee liberali, si trovò in conflitto tra queste e l'ambiente monarchico conservatore.
- Re Vittorio Emanuele I abdicò, lasciando Carlo Alberto come reggente, il quale concesse la Costituzione, soggetta all'approvazione di Carlo Felice.
- Carlo Alberto, su ordine di Carlo Felice, lasciò il Piemonte senza avvisare i rivoltosi, che furono poi soppressi dagli Austriaci.
- Per riabilitarsi agli occhi di Carlo Felice, Carlo Alberto combatté i liberali spagnoli con l'esercito francese nel 1823.
Indice
Il moto del 1821 in Piemonte
Proprio nel marzo 1821, mentre gli Austriaci combattevano i patrioti napoletani, un altro moto scoppiò in Piemonte, capeggiato da ufficiali e nobili di sentimenti liberali, tra i quali si distingueva il conte Santorre di Santarosa, che credeva di poter contare sulla collaborazione del nipote del re, e presunto erede al trono: il principe Carlo Alberto di Savoia Carignano.
Carlo Alberto e la Costituzione
Costui era stato educato in Francia, ove aveva assorbito le idee liberali, ma si preparava alla successione al trono in una monarchia fieramente antiliberale. In questo contrasto di sentimenti e di interessi, sotto la pressione dell’ambiente familiare e di corte, egli non seppe prendere un atteggiamento deciso. Infatti, allorchè in seguito ai moti scoppiati nelle guarnigioni di Alessandria e Pinerolo, e poi a Torino, il re Vittorio Emanuele I – che non voleva né reprimere i moti con le armi né concedere la Costituzione – abdicò in favore del fratello Carlo Felice allora a Modena, e lasciò Carlo Alberto come reggente, questi concesse la Costituzione, salvo l’approvazione del nuovo Re.
Esilio e repressione dei liberali
Ma quando Carlo Felice gli ordinò di allontanarsi dal Piemonte, egli lo fece senza avvertire i rivoltosi, che ebbero la triste sorpresa di voler giungere il nuovo sovrano al seguito dell’esercito austriaco. Anche in Piemonte i liberali furono perseguitati; Santorre di Santarosa andò in esilio e fin la sua vita combattendo per la libertà della Grecia. Carlo Alberto, di cui diffidavano ormai tanto Carlo Felice quanto i patrioti, per riabilitarsi agli occhi del primo, andò invece a combattere i liberali spagnoli con l’esercito francese colà inviato nel 1823 dalla Santa Alleanza. Con questa impresa la Francia voleva dimostrare che essa non era più la patria del liberismo; infatti, in seguito al suo intervento, anche la monarchia costituzionale spagnola ebbe termine nelle repressioni e nelle persecuzioni feroci.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause del moto del 1821 in Piemonte?
- Come reagì Carlo Alberto alla situazione politica del 1821?
- Quali furono le conseguenze per i liberali dopo il moto del 1821?
Il moto del 1821 in Piemonte fu guidato da ufficiali e nobili di sentimenti liberali, come il conte Santorre di Santarosa, che speravano nel supporto del principe Carlo Alberto di Savoia Carignano, educato in Francia e influenzato da idee liberali.
Carlo Alberto, trovandosi in un conflitto tra sentimenti liberali e l'ambiente antiliberale della corte, concesse la Costituzione come reggente, ma solo con l'approvazione del nuovo re Carlo Felice, che successivamente lo allontanò dal Piemonte.
I liberali furono perseguitati, con Santorre di Santarosa costretto all'esilio, mentre Carlo Alberto cercò di riabilitarsi combattendo i liberali spagnoli con l'esercito francese, contribuendo alla fine della monarchia costituzionale spagnola.