Concetti Chiave
- Giolitti modificò la politica estera italiana, spostando l'attenzione dalla Triplice Alleanza a relazioni più favorevoli con Francia e Inghilterra.
- L'impresa coloniale in Africa, fallita con la sconfitta di Adua nel 1896, richiedeva l'appoggio delle grandi potenze europee per avere successo.
- Un accordo con la Francia prevedeva il supporto italiano alla loro espansione in Marocco, in cambio del consenso francese alla presenza italiana in Tripolitania e Cirenaica.
- Nel 1911, con una politica più preparata diplomaticamente e militarmente, l'Italia intraprese nuovamente l'espansione coloniale.
- Giolitti sostenne l'iniziativa coloniale per contrastare l'aumento di potere delle altre potenze e soddisfare le pressioni nazionaliste ed economiche interne.
Indice
Cambiamenti nella politica estera
Con Giolitti non cambiò indirizzo soltanto la politica interna ma anche, e soprattutto, la politica estera. L'azione diplomatica dei governi precedenti era stata caratterizzata dalla scelta filo-tedesca e dall'ingresso dell'Italia nella triplice Alleanza.
Relazioni con Francia e Inghilterra
Al tempo stesso i rapporti con Francia e Inghilterra erano conflittuali a causa della lunga guerra doganale e dell'avvio di una politica coloniale italiana.
La fallimentare impresa africana dell'Italia, culminata nella sconfitta di Adua del 1896, aveva dimostrato che una qualsiasi politica coloniale non sarebbe stata possibile senza il favore delle due grandi potenze europee. Per questo motivo l'impegno politico e diplomatico di Giolitti fu indirizzato a ridurre la triplice Alleanza ad un patto puramente difensivo e a stabilire accordi con Francia Inghilterra. In particolare Giolitti concordò con la Francia un'eventuale espansione francese nel Marocco in cambio del consenso ad una penetrazione italiana in Tripolitania e Cirenaica.Preparazione dell'impresa coloniale
Quando nel 1911 l'Italia riprese l'iniziativa coloniale, l'impresa aveva avuto un'accurata preparazione diplomatica e militare. L'Italia ,del resto, non era più lo Stato debole di 15 anni prima : le finanze pubbliche erano state risanate e la popolazione andava crescendo. Anzi proprio l'aumento demografico era stato preso ancora una volta a pretesto per giustificare i sacrifici di un intervento che avrebbe dato miglior sbocco alle energie italiane disperse nel mondo a causa dell'immigrazione.
Motivazioni dell'intervento coloniale
Giolitti, che pure era poco disposto a fare una guerra, finì per mostrarsi favorevoli per varie ragioni:
perché ogni ulteriore ingrandimento delle potenze coloniali avrebbe costituito un indebolimento e una diminuzione di prestigio per l'Italia;
per dare soddisfazione e attenuare l'opposizione del movimento politico nazionalista , che si stava sviluppando a opera soprattutto di Enrico Corradini
per accontentare molteplici interessi economici interni, soprattutto quelli della finanza e dell'Industria.
Nel 1911 la Francia dette inizio alla conquista del Marocco e Giolitti ritenne che fosse il momento di intervenire, poiché difficilmente si sarebbero create per gli italiani altre opportunità per essere presenti in Africa settentrionale. Aveva così
Domande da interrogazione
- Quali furono i cambiamenti nella politica estera italiana sotto Giolitti?
- Perché Giolitti decise di sostenere l'iniziativa coloniale italiana nel 1911?
- Quali furono le condizioni che permisero all'Italia di riprendere l'iniziativa coloniale nel 1911?
Sotto Giolitti, l'Italia cercò di ridurre la Triplice Alleanza a un patto difensivo e stabilire accordi con Francia e Inghilterra, favorendo un'espansione coloniale in Tripolitania e Cirenaica.
Giolitti sostenne l'iniziativa coloniale per evitare un indebolimento dell'Italia rispetto alle potenze coloniali, per attenuare l'opposizione nazionalista e per soddisfare interessi economici interni.
L'Italia era più forte rispetto a 15 anni prima, con finanze risanate e una popolazione in crescita, e aveva preparato accuratamente l'impresa dal punto di vista diplomatico e militare.