Concetti Chiave
- Il Neoguelfismo, ispirato alla divisione medievale tra guelfi e ghibellini, cercava di riaffermare il primato papale e il ruolo della Chiesa, opponendosi all'invadenza dello Stato.
- Tra gli anni '40 e '50 del XIX secolo, i moderati italiani miravano all'indipendenza dall'Austria piuttosto che all'unificazione nazionale, sostenendo una svolta liberale.
- Nel 1848, diverse rivolte in Italia portarono all'emanazione di costituzioni liberali da parte di vari sovrani, ispirate al modello francese del 1830.
- La prima guerra di indipendenza italiana vide il coinvolgimento di Carlo Alberto e altri sovrani italiani contro l'Austria, culminando in una sconfitta sabauda e l'armistizio di Salasco.
- Nel 1849, la repubblica romana fu proclamata, ma cadde rapidamente sotto la pressione delle potenze cattoliche, segnando un temporaneo arretramento delle forze democratiche in Italia.
Il liberalismo itali
I moderati italiani puntavano all’indipendenza dall’Austria e non all’unificazione nazionale. Durante gli anni 40, dopo il fallimento dei prog' data-video-id='ano ebbe un’impronta cattolica e per questo venne detto Neoguelfismo. Questo termine si rifà alla divisione medievale tra guelfi e ghibellini, i Guelfi erano i sostenitore del pontefice, mentre i Ghibellini appoggiavano l’imperatore. Il Neoguelfismo non era altro che una riproposizione del primato papale già sostenuto dai Guelfi nel medioevo. Il Neoguelfismo auspicava ad un ritorno alle relazioni sociali di tipo gerarchico tipiche del periodo precedente alla Rivoluzione Francese. In questo contesto rientravano alcuni suoi temi, quali la rivalutazione del ruolo della Chiesa e la polemica contro l’invadenza dello Stato.
I moderati italiani puntavano all’indipendenza dall’Austria e non all’unificazione nazionale. Durante gli anni 40, dopo il fallimento dei prog'>
Durante il 48 italiano si cercò di rendere l’Italia indipendente dal’Austria. A partire dal 1846, il papa Pio IX si mostrò pronto a dare una svolta liberale allo stato pontificio a discapito dell’assolutismo. Dal 1847 in avanti Pio IX divenne il simbolo dei liberali di tutta l’Italia. L’intera penisola, trascinata dall’entusiasmo delle nuove politiche di Pio IX, reclamava la promulgazione di costituzioni liberali.
Indice
Le rivolte del 1848
A Palermo, nel gennaio del 1848, a seguito di rivolte, il sovrano Ferdinando II di Borbone emanò una costituzione e per gli stessi motivi furono costretti ad imitarlo Carlo Alberto di Savoia, Leopoldo II di Toscana e Pio IX, le cui carte costituzionali erano basate sulla costituzione emanata in Francia nel luglio del 1830 di tipo liberale-censitaria che rispettava ancora le prerogative del re.
A marzo insorsero vittoriosamente le città di Venezia e Milano, ma queste rivolte ebbero carattere un po’ diverso, in quanto gli insorti chiedevano, oltre ad una costituzione, l’indipendenza dall’Austria.
A Venezia il leader democratico Daniele Manin proclamò la fondazione di una nuova repubblica liberale e a Milano, durante le cinque giornate tra il 18 e il 22 marzo, ci furono molti scontri tra gli austriaci e gli insorti.
La guerra di indipendenza
Sollecitato dallo stato di generale entusiasmo, l’appena costituzionalizzato Piemonte di Carlo Alberto il 23 marzo dichiarò guerra agli Asburgo e fu subito imitato dagli altri sovrani della penisola, che inviarono contingenti armati in quella che è passata alla storia come la prima guerra di indipendenza. Agli eserciti volontari si unirono molti volontari di ispirazione democratica. I piemontesi riuscirono a sconfiggere gli austriaci a Goito il 30 maggio.
In seguito tuttavia i democratici cominciarono a diffidare da Carlo Alberto, il cui principale obiettivo pareva quello di espandere il regno sabaudo. Così il re delle due Sicilia, del ducato di Toscana e il papa gli negarono il proprio appoggio.
La sconfitta e l'armistizio
Così dal 23 al 25 luglio, gli austriaci, guidati dal generale Radeschi, sconfissero le truppe sabaude, Milano fu riconquistata e Carlo Alberto fu obbligato a sottoscrivere l’umiliante armistizio di Salasco, con cui si impegnava a sgomberare i territori ad est del Ticino.
La repubblica romana e la reazione
Nel 49 il conflitto assunse un carattere politico e riguardò le questioni interne dei vari stati. I leader democratici ebbero quasi ovunque il sopravvento sul notabilato moderato. Fu così che il papa scappò rifugiandosi a Gaeta, sotto la protezione del regno di Napoli, lasciando campo libero alle frange più radicali. Nel febbraio del 1849 un’assemblea costituente eletta a suffragio universale, in cui sedevano pure Mazzini e Garibaldi, proclamò la decadenza del potere temporaneo dei papi e l’istituzione della repubblica romana, vista come il primo nucleo di una nazione italiana unitaria.
Un mese dopo, i democratici presero il potere anche in Toscana, dalla quale a sua volta il grande duca fuggì e i democratici piemontesi riuscirono ad indurre Carlo Alberto a dichiarare nuovamente guerra all’Austria.
Sconfitto a Novara a marzo, Carlo Alberto abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II. Pochi giorni più tardi Gli austriaci soffocarono nel sangue un’insurrezione, le cosiddette dieci giornate, scoppiata a Brescia. Intanto le potenze cattoliche (la Spagna, la Francia il regno delle due Sicilie, l’Austria)avevano fatto cadere la repubblica romana. La reazione sembrava aver avuto partita vinta in Italia così come nel resto dell’Europa.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo principale del Neoguelfismo?
- Qual era la posizione dei moderati italiani riguardo all'unificazione nazionale?
- Quali eventi portarono alla promulgazione di costituzioni liberali in Italia nel 1848?
- Quali furono le conseguenze della prima guerra di indipendenza italiana?
- Come si concluse il tentativo di instaurare la repubblica romana?
Il Neoguelfismo mirava a riproporre il primato papale e auspicava un ritorno alle relazioni sociali gerarchiche tipiche del periodo pre-Rivoluzione Francese, rivalutando il ruolo della Chiesa e criticando l'invadenza dello Stato.
I moderati italiani puntavano all'indipendenza dall'Austria piuttosto che all'unificazione nazionale.
Le rivolte a Palermo e l'entusiasmo per le politiche liberali di Pio IX portarono alla promulgazione di costituzioni liberali da parte di Ferdinando II di Borbone, Carlo Alberto di Savoia, Leopoldo II di Toscana e Pio IX.
La prima guerra di indipendenza portò inizialmente a una vittoria piemontese a Goito, ma successivamente gli austriaci sconfissero le truppe sabaude, riconquistarono Milano e costrinsero Carlo Alberto a firmare l'armistizio di Salasco.
La repubblica romana fu abbattuta dalle potenze cattoliche, tra cui la Spagna, la Francia, il regno delle due Sicilie e l'Austria, segnando una vittoria della reazione in Italia e in Europa.