Concetti Chiave
- L'Italia inizialmente neutrale nella Grande Guerra, si schierò contro Germania e Austria-Ungheria, nonostante le divisioni interne tra interventisti e neutralisti.
- Neutralisti includevano liberali giolittiani, socialisti e cattolici, mentre gli interventisti erano sindacalisti, nazionalisti e irredentisti.
- Il governo Salandra e la monarchia decisero per la guerra, firmando il Trattato di Londra per ottenere territori come Trentino e Venezia Giulia.
- L'attacco italiano all'Austria sul fiume Isonzo e l'altopiano del Carso si trasformò in un conflitto di posizione e trincea con scarsi risultati.
- L'offensiva austriaca del 1916, nota come "spedizione punitiva", non modificò lo stallo, sebbene l'Italia avesse alcuni successi parziali sull'Isonzo.
Indice
L'Italia e la triplice alleanza
L’Italia era ancora legata agli imperi della Triplice alleanza, la formulazione del trattato aveva un valore esclusivamente difensivo. Nel momento in cui si accese la Grande guerra, l’Italia prima si proclamò neutrale poi si schierò contro la Germania e l’Austria-Ungheria.
Neutralisti e interventisti in Italia
In Italia i socialisti erano contrari e la borghesia era divisa tra chi voleva schierarsi contro l’Austria e chi non voleva entrare in guerra.
I neutralisti rappresentavano i liberali giolittiani, i socialisti, i cattolici mentre tra gli interventisti c’erano sindacalisti, nazionalisti, liberali, democratici, irredentisti cioè coloro che desideravano il Trentino e la Venezia Giulia. Nella prima coalizione regnava il pacifismo mentre nella seconda vi erano pressioni per una politica di potenza. I neutralisti avevano la maggioranza in Parlamento ma gli interventisti accendevano le passioni delle piazze.La decisione della monarchia
Alla fine fu decisiva l’iniziativa della monarchia e del governo Salandra che vedevano nella guerra un modo per ripristinare l’ordine. Con la firma del trattato di Londra l’Italia si impegnò ad entrare in guerra entro un mese in cambio del Trentino, della Venezia Giulia, dell’Istria, dell’Alto Adige, della Dalmazia, della Valona e del Dodecaneso.
Stallo sui fronti di guerra
La situazione di stallo raggiunta sui vari fronti rimase invariata. Le truppe Italiane attaccarono l’Austria sul fiume Isonzo e sull’altopiano del Carso. Il piano del comandante Luigi Cadorna fu quello di forzare lo sbarramento Austriaco. Gli Italiani ottennero scarsissimi risultati e la guerra si trasformò in guerra di posizione e di trincea. Il 15 maggio 1916 un’offensiva Austriaca (la spedizione punitiva) esaurì il suo slancio iniziale ripristinando l’immobilismo. Nello stesso anno sull’Isonzo ci furono parziali successi Italiani.