Concetti Chiave
- L'Italia, nonostante fosse una vincitrice della Prima Guerra Mondiale, uscì insoddisfatta dal Congresso di Parigi, senza ottenere i territori desiderati come Fiume e la Dalmazia.
- D'Annunzio, insoddisfatto per la mancata annessione di Fiume, guidò un'occupazione della città nel 1919, influenzando il futuro movimento fascista.
- La situazione economica italiana del dopoguerra era critica, con debito pubblico elevato, inflazione e tensioni sociali, specialmente nelle fabbriche e nelle campagne.
- Il Partito dei Fasci di Combattimento, fondato da Mussolini, emerse come un movimento politico violento e disorganizzato, che si trasformò nel Partito Nazionale Fascista nel 1922.
- La Marcia su Roma nel 1922 segnò l'ascesa al potere di Mussolini, che consolidò il suo regime fascista, culminando nella dittatura dopo l'omicidio di Matteotti nel 1924.
Indice
- L'Italia e il Congresso di Parigi
- D'Annunzio e l'impresa di Fiume
- La politica interna e il debito pubblico
- Socialisti e partito popolare
- Nascita del partito fascista
- Giolitti e le riforme
- Violenza e squadre d'azione fasciste
- Mussolini e la marcia su Roma
- Primi anni di governo Mussolini
- Delitto Matteotti e inizio dittatura
L'Italia e il Congresso di Parigi
L'Italia nel 1918 fu una delle vincitrici della guerra ma durante il Congresso di Parigi non riuscì a muoversi in maniera adeguata e ne uscì a mani vuote.
Nessuno si aspettava che la sconfitta dell'impero austroungarico portasse alla fine dell'impero stesso. Con il patto di Londra l'Italia aveva chiesto sia Trento che Trieste e la Dalmazia che però era abitata da Slavi.
Nel patto di Londra non era prevista la città di fiume che era abitata da molti italiani. Nell'ottobre del 18 la città chiese l'annessione allo stato italiano: secondo logica l'Italia avrebbe dovuto chiedere l'annessione di
Trento Trieste e fiume rinunciando alla Dalmazia ma non fu così perciò l'Italia voleva ottenere un territorio sia tramite il principio di nazionalità (Fiume) sia tramite il patto di Londra (Dalmazia) gli alleati non accettarono, l'Italia se ne andò indignata dal Congresso di Parigi che fu portato a termine senza pensare all'Italia che non ottenne assolutamente nulla.
D'Annunzio e l'impresa di Fiume
D'annunzio a causa della perdita di fiume coniò lo slogan di "Vittoria mutilata" ma non si limitò a questo: passò all'azione nel 1919 occupando con una parte dell'esercito disobbedendo agli ordini la citta di Fiume.
L'impresa fu portata avanti da giovani ex combattenti appartenenti al ceto medio che volevano uscire dalla noiosa quotidianità della vita borghese per portare a termine imprese eroiche.
D'annunzio sia nel maggio radioso che durante l'impresa di fiume aveva adottato alcuni atteggiamenti che serviranno poi a mussolini come spunto per il fascismo.
Nonostante l'illegalità l'autorità superiore non impedì a D'annunzio di infrangere le regole.
La politica interna e il debito pubblico
La politica interna era così come quella interna molto confusa ed in una situazione difficile.
Il debito pubblico era salito, la lira era stata svalutata e i prodotti che l'Italia doveva importare aumentavano di prezzo. Il pane era tenuto ad un prezzo basso per alleviare il malcontento.
Le varie classi sociali però reagirono in modo diverso: le fabbriche erano in subbuglio con la voglia di fare "come in Russia" anche le campagne non furono da meno poichè negli anni successivi alla vittoria
molte volte i contadini passarono all'azione con l'occupazione delle terre.
Il governo di questi tempi era presieduto da Nitti, successore di Orlando. Nitti credeva che ben presto l'Italia sarebbe caduta vittima della rivoluzione da parte dei cosiddetti russi.
Ossessionato dalla paura di uno stato debole che non poteva farcela contro tale pericolo la presenza dei nazionali che usavano violenza nei confronti dei rossi non fu vista come un'azione illegale bensì quasi come
un vero e proprio ausilio.
Socialisti contradditori
Socialisti e partito popolare
I socialisti in Italia erano veramente molti ma sembravano aver perso la convinzione e la voglia di cambiamento e di rivoluzione: per questo motivo cominciò a distaccarsi un gruppo
di giovani che avevano idee molto più determinate e precise riguardo al cambiamento e alla rivoluzione: Tra cui Bordiga, che era un ingegnere che vedeva come protagonista dell'azione di cambiamento il PARTITO
e GRAMSCI che al contrario di Bordiga credeva che l'azione si basasse sulla volontà di trasformare le masse in soggetto attivo. G. insieme a Togliatti tasca e Terracini fondò la rivista ordine nuovo. La prima novità fu quella di istituire consigli di fabbrica individuati dai lavoratori.
A contrastare il partito socialista vi fu il partito popolare guidato da don Luigi Sturzo. Il partito prese vita quando si cercava un nuovo sistema elettorale parlamentare non più uninominale
e a quel punto i socialisti avrebbero preso la maggioranza perciò la chiesa dà l'approvazione alla creazione del partito i quali obiettivi risultavano più democratici di quelli socialisti, in quanti si proponeva
di aiutare ed intervenire soprattutto riguardo alla popolazione più bisognosa e nelle zone del paese più povere. Sturzo non voleva la sola partecipazione dei cattolici bensì la partecipazione di tutti i cittadini
che si riconoscessero nel partito.
Nascita del partito fascista
Nel 1919 oltre al partito popolare nacque anche il partito dei Fasci di Combattimento guidato da Benito Mussolini.
Nato in Emilia si era iscritto al partito socialista e la sua brillante carriera gli offrì l'occasione di divenire direttore della rivista Avanti
Dedito al pensiero del filosofo francese Sorel che teorizzava che il proletariato dovesse essere sempre spronato ad esser pronto x la rivoluzione.
Arrivata la guerra mussolini si schierò fra gli interventisti pensando che la guerra avrebbe causato le condizioni possibili per una rivoluzione.
Espulso poi dal partito si avvicinò al nazionalismo e tentò di creare un partito proprio.
Infatti nel marzo 19 a Milano nella piazza di S. sepolcro nacquero i fasci che misero a punto il loro programma: un programma confuso e contraddittorio: erano presenti infatti caratteristiche di sinistra mentre
per quanto riguarda la politica estera vi erano elementi nazionalisti. Per quanto tempo potevano coesistere nazionalismo e socialismo in un unico partito? Alle elezione del 1919 il partito ottenne pochissimi voti.
Giolitti e le riforme
Nel 20 divenne presidente Giolitti che come sempre fece finire le inserzioni nel modo più giusto e produttivo: non facendo nulla. Questo però fece pensare a debolezza secondo i ceti borghesi ed i nazionalisti
volevano un governo più forte. Nel 20 sempre, Giolitti riuscì tramite accordi ad annettere l'Istria ma fiume doveva essere abbandonata e visto che D'Annunzio non voleva fece intervenire l'esercito.
Giolitti nel 1921 cominciò a varare riforme che crearono agitazione e alzò il prezzo del pane, nello scontento diede le dimissioni. Intanto il movimento socialista aveva subito gravi fratture interne: con il congresso di Livorno
nel 1921 un gruppo più radicale si staccò dando vita al partito comunista
Violenza e squadre d'azione fasciste
Dall'insuccesso ottenuto alle elezioni il partito dei fasci iniziò a divenire violentissimo. I primi episodi avvennero contro gli slavi e i socialisti poi vennero istituite delle squadre d'azione che avevano come obiettivo
quello di smantellare l'ordine politico e sindacale del p. socialista bruciando case del popolo, torturando oppure uccidendo personaggi di rilievo.
Mussolini e la marcia su Roma
I componenti delle squadre di azione erano GIOVANI di famiglie di ceto medio che avevano provato sulla loro pelle l'inflazione. Il fatto straordinario è che la violenza divenne organizzata: dalla prima guerra mondiale
arrivò la percezione che era impossibile dialogare con il nemico che andava eliminato. Così fu il modo in cui si posero le squadre d'azione nei confronti del loro nemico ancor più temibile.
Il partito dei fasci di combattimento appariva però ancora disorganizzato e mussolini talvolta veniva superato da altri personaggi importanti del partito. Nel 1922 così mussolini formò il partito nazionale fascista.
I governi dopo Giolitti si dimostrarono completamente deboli, come il governo Facta. Appunto nell'ottobre del 1922 mussolini e i fascisti dettero inizio alla marcia su Roma.
Costituiva un pericolo per il partito spesso ma M. confidava in vittorio Emanuele 3. Infatti egli si rifiutò di firmare lo stato d'assedio e diede a mussolini il compito di formare un governo proprio.
Primi anni di governo Mussolini
Il Governoi primi anni di governo mussolini fu cauto, cercò di consolidare i legami con coloro che lo avevano appoggiato durante la marcia su Roma, abolì due leggi giolittiane anti fasciste e
onorò l'esercito. Mussolini cercò di presentare il fascismo come colui che poteva salvare la patria, il concetto di fascismo e di patria infatti mussolini tentò di farli coincidere, chi era nemico dei fascisti, era nemico
dell'Italia.
Delitto Matteotti e inizio dittatura
Delitto Ma 1924 con la nuova legge elettorale Acerbo il partito che alle elezioni di aprile avrebbe ricevuto il 25 % dei voti avrebbe ottenuto più posti in parlamento. Mussolini così ricorse alla violenza convinto che nessuno
si fosse preso la briga di denunciare l'accaduto. Invece Matteotti lo fece e fu ucciso pochi giorni dopo. I parlamentari lasciarono il parlamento (secessione dell'Aventino) rimasero solo i comunisti.
Il re che era il solo a poter fermare M non fece nulla. Mussolini si prese la responsabilità del delitto Matteotti e di tutti gli altri crimini solo a gennaio del 1925. Così inizia la dittatura.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze per l'Italia al Congresso di Parigi?
- Chi era D'Annunzio e quale fu la sua azione su Fiume?
- Qual era la situazione economica dell'Italia nel dopoguerra?
- Come si sviluppò il movimento fascista sotto la guida di Mussolini?
- Quali furono le reazioni al delitto Matteotti e come influenzò il governo di Mussolini?
L'Italia uscì a mani vuote dal Congresso di Parigi, non riuscendo a ottenere i territori desiderati, come Fiume e la Dalmazia, a causa del rifiuto degli alleati di accettare le sue richieste.
D'Annunzio era un poeta e nazionalista italiano che, insoddisfatto della "Vittoria mutilata", occupò illegalmente la città di Fiume nel 1919 con un gruppo di ex combattenti.
L'Italia affrontava una situazione economica difficile con un debito pubblico elevato, svalutazione della lira e aumento dei prezzi dei beni importati, mentre le fabbriche e le campagne erano in subbuglio.
Il movimento fascista, guidato da Mussolini, nacque nel 1919 con i Fasci di Combattimento e si evolse in un partito nazionale nel 1922, culminando nella Marcia su Roma e nell'ascesa al potere di Mussolini.
Il delitto Matteotti suscitò indignazione e portò alla secessione dell'Aventino da parte dei parlamentari, ma il re non intervenne, permettendo a Mussolini di consolidare il suo potere e avviare la dittatura nel 1925.