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Concetti Chiave

  • Dopo l'indipendenza nel 1947, il subcontinente indiano si frammenta politicamente, portando alla formazione di India e Pakistan, con conflitti sociali e religiosi che culminano nell'assassinio di Gandhi.
  • L'India, sotto la guida di Nehru, adotta una politica di "non-allineamento", cercando di mantenere la neutralità tra Stati Uniti e Russia, nonostante la pressione economica.
  • Di fronte alle carestie, l'India si rivolge agli Stati Uniti per aiuti alimentari, accettando di implementare la "rivoluzione verde", un programma agricolo sviluppato dagli scienziati americani.
  • La "rivoluzione verde" comporta l'uso di varietà vegetali selezionate, che richiedono macchinari, fertilizzanti e prodotti chimici, rendendo l'agricoltura dipendente dalle multinazionali americane.
  • Nonostante l'aumento della produzione agricola, la "rivoluzione verde" beneficia principalmente le multinazionali e i grandi imprenditori, impoverendo i piccoli contadini e le economie locali.

Indice

  1. Indipendenza del subcontinente indiano
  2. Divisione e conflitti post-indipendenza
  3. Politica di Nehru e rivoluzione verde
  4. Dipendenza economica e impatti negativi

Indipendenza del subcontinente indiano

Il subcontinente indiano riceve l’indipendenza nel 1947, allorché l’Inghilterra non è più in grado di controllare le agitazioni promosse da Gandhi prima di esso hanno ricevuto l’indipendenza, dalla Francia, incapace di reprimere militarmente le rivolte locali, la Siria ed il libano (1946); dall’Inghilterra, convinta di potervi comunque conservare la egemonia economica, la Mesopotamia, che prende il nuovo nome di Iraq (1946); e dagli stati uniti, che rimangono comunque padroni del paese, le filippine (1946).

Divisione e conflitti post-indipendenza

Una volta ricevuta l’indipendenza, il subcontinente indiano perde la sua unità politica, tra sanguinosi contrasti sociali e religiosi, nei quali rimane ucciso lo stesso Gandhi (1948), assassinato da un fanatico indù.

La sua popolazione di religione e cultura indù dà infatti vita allo stato dell’india, mentre la popolazione di lingua e cultura musulmana si raggruppa nello stato del Pakistan (parola che vuol dire “terra dei puri”). Capo del governo dell’india rimane per lunghi anni pandit Nehru (1947- 1964), personaggio di grande spicco internazionale come fautore della famosa politica del “non-allineamento” (cioè né dalla parte degli stati uniti né da quella della Russia), di cui è, insieme al capo della Jugoslavia Tito, il massimo interprete mondiale.

Politica di Nehru e rivoluzione verde

Nonostante la sua neutralità politica lo stesso Nehru è spinto dalla situazione economica dell’India a vincolare il paese all’imperialismo americano. In India, un paese sovrappopolato, Nehru di fronte all’aumentare delle carestie chiede l’aiuto alimentare degli Stati Uniti. Questo aiuto è concesso, ma è legato alla condizione che l’india accetti di attuare la cosiddetta “rivoluzione verde”, progettata dagli Stati Uniti, come frutto delle ricerche dei suoi scienziati. Infatti fin dal 1943, “rivoluzione verde” significa coltivare varietà vegetali selezionate in laboratori scientifici che possono produrre una maggior quantità di cereali commestibili, e dunque di aumentare le rese senza aumentare la superficie coltivata.

Dipendenza economica e impatti negativi

Queste piante artificiali, non essendo come quelle naturali, il risultato di migliaia di anni di selezione naturale, hanno una minore resistenza alle malattie e una minore capacità di assorbimento delle sostanze naturali del terreno... La loro coltivazione richiede quindi macchine agricole, benzina, un grande impiego di fertilizzanti, grosse quantità di diserbanti contro le erbacce che i fertilizzanti fanno prosperare, e infine antiparassitari ed anticrittogamici per difenderli dalle malattie. Questa stessa “rivoluzione verde” è adottata, dopo l’india, dal Pakistan, dalle filippine, dalla Turchia, e dalla Birmania (dopo l’indipendenza concessa dall’Inghilterra a tale paese nel 1948).

Ovunque i risultati sono gli stessi e l’agricoltura di questi paesi diventa strettamente dipendente dalle multinazionali americane, dalle quali diventa necessario importare, per le ragioni spiegate, macchine, benzina, fertilizzanti, diserbanti, antiparassitari. Poiché l’importazione di questi prodotti esige capitali, solo i grandi imprenditori agricoli sono in grado di trarre vantaggio dalle maggiori rese della nuova agricoltura. Nonostante, il valore dell’aumento della produzione agricola è piu basso rispetto al valore delle importazioni necessarie per realizzare tale incremento. La “rivoluzione verde”, quindi, se arricchisce, in ultima analisi, piccoli gruppi di imprenditori locali e soprattutto le multinazionali americane, impoverisce, nella realtà dei fatti, i paesi che l’adottano, e questo impoverimento viene pagato dai milioni di contadini che vedono del tutto improduttiva la loro agricoltura di sussistenza, che è neanche più in grado di sfamarli.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati gli effetti dell'indipendenza del subcontinente indiano nel 1947?
  2. Dopo l'indipendenza, il subcontinente indiano ha perso la sua unità politica a causa di contrasti sociali e religiosi, portando alla creazione degli stati dell'India e del Pakistan.

  3. Qual è stata la politica internazionale dell'India sotto la guida di Pandit Nehru?
  4. Pandit Nehru ha promosso la politica del "non-allineamento", mantenendo l'India neutrale tra Stati Uniti e Russia.

  5. Perché l'India ha chiesto aiuto agli Stati Uniti?
  6. L'India ha chiesto aiuto alimentare agli Stati Uniti a causa delle carestie, accettando di implementare la "rivoluzione verde" progettata dagli Stati Uniti.

  7. Quali sono stati i risultati della "rivoluzione verde" in India?
  8. La "rivoluzione verde" ha portato a una maggiore produzione agricola, ma ha reso l'agricoltura dipendente dalle multinazionali americane e ha impoverito i contadini locali.

  9. Come ha influenzato la "rivoluzione verde" altri paesi oltre all'India?
  10. Dopo l'India, la "rivoluzione verde" è stata adottata da Pakistan, Filippine, Turchia e Birmania, con risultati simili di dipendenza economica e impoverimento agricolo.

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