Concetti Chiave
- Nel XIX secolo, la Russia era simbolo di conservatorismo politico con lo zar che deteneva potere assoluto, sostenuto da aristocrazia, esercito e chiesa, mentre la borghesia non aveva potere.
- La servitù della gleba fu abolita nel 1861 da Alessandro I, ma i contadini furono obbligati a pagare un riscatto, permettendo ai kulaki di acquisire terre a basso costo.
- L'economia russa era fortemente dipendente dall'Occidente, con investimenti e formazione provenienti da Francia, Germania e Gran Bretagna, portando a un boom industriale tra il 1885 e il 1898.
- L'intellighenzia russa si divideva tra occidentalisti, che volevano seguire il modello europeo, e slavofili, che idealizzavano i contadini e aspiravano a comunità agricole indipendenti.
- Nel 1898, la fondazione del Partito Operaio Socialdemocratico Russo portò alla divisione tra bolscevichi, seguaci di Lenin, e menscevichi, seguaci di Martov, con visioni diverse sulla struttura del partito.
Indice
Il potere assoluto dello zar
Durante l'Ottocento, la Russia appariva l'emblema del conservatorismo politico e sociale, lo zar infatti possedeva il potere assoluto senza essere vincolato da alcun parlamento, l'aristocrazia insieme all'esercito e alla chiesa mostrava supporto allo zar in modo da poter proteggere i propri privilegi e quindi alla borghesia mercantile ed imprenditoriale non veniva concesso alcun potere economico o politico.
Le rivolte contadine e le riforme
L'espansione del territorio però continuava e solo il 45% degli abitanti erano effettivamente russi, ma i contadini erano la classe sociale a soffrire maggiormente in quanto erano servi della gleba, questa situazione portò allo scoppio di ben più di trecento rivolte tra il 1840 e il 1855. Lo zar Alessandro I cercò quindi di combattere l'arretratezza e nel 1861 abolì la servitù della gleba ma non fece altro che peggiorare la situazione perché i contadini erano comunque obbligati a pagare un riscatto per la terra ottenuta e quindi i kulaki, ovvero i medi proprietari, riuscirono a sfruttare la situazione per acquistare terre a basso prezzo.
Dipendenza economica dall'Occidente
L'economia russa invece dipendeva quasi completamente dall'Occidente, dal 1870 si iniziarono a promuovere diversi sforzi per lo sviluppo interno ma venne comunque aiutata da capitali esteri provenienti principalmente dalla Francia, dalla Germania e dalla Gran Bretagna, i quali inviarono anche il proprio personale in Russia per formare gli operai russi. Tra il 1885 e il 1898 si poté dunque assistere a un boom industriale in cui la produzione interna crebbe del 400% in particolare negli stabilimenti posizionati nelle città di Mosca, Baku e San Pietroburgo.
L'intellighenzia russa e i suoi dubbi
Ma a chiedersi se fosse corretto assumere l'occidente come modello era l'intellighenzia russa, ovvero la classe sociale composta da intellettuali, studenti e piccola borghesia, che si dividevano in:
• Occidentalisti, che volevano ripercorrere le fasi del progresso europeo;
• Slavofili, che volevano trarre profitto da errori degli altri paesi evitando i lati negativi della rivoluzione industriale e del capitalismo. Essi idealizzavano il popolo contadino e volevano alfabetizzarlo in modo da renderli consapevoli della loro condizione per arrivare all'abbattimento definitivo dello stato e fondare dunque sole comunità agricole.
La nascita del Partito Operaio Socialdemocratico
Nel 1898 i socialisti russi fondarono il Partito Operaio Socialdemocratico Russo che nel 1903 si divise in due correnti:
1. Bolscevichi con Lenin, volevano un partito di professionisti della politica
2. Menscevichi con Martov, volevano un partito di massa
Domande da interrogazione
- Qual era la situazione politica e sociale della Russia nel XIX secolo?
- Quali furono le conseguenze dell'abolizione della servitù della gleba nel 1861?
- Come si sviluppò l'industria russa tra il 1885 e il 1898?
Durante l'Ottocento, la Russia era un simbolo di conservatorismo politico e sociale, con lo zar che deteneva il potere assoluto supportato dall'aristocrazia, dall'esercito e dalla chiesa, mentre la borghesia mercantile ed imprenditoriale non aveva alcun potere economico o politico.
L'abolizione della servitù della gleba da parte dello zar Alessandro I peggiorò la situazione dei contadini, che dovettero pagare un riscatto per la terra ottenuta, permettendo ai kulaki di acquistare terre a basso prezzo.
Tra il 1885 e il 1898, la Russia visse un boom industriale con una crescita del 400% nella produzione interna, grazie anche ai capitali e al personale straniero provenienti da Francia, Germania e Gran Bretagna, con stabilimenti principali a Mosca, Baku e San Pietroburgo.