Concetti Chiave
- Il 1848 fu un anno cruciale per l'Europa, caratterizzato da moti rivoluzionari che ebbero origine in Italia, con la Sicilia come primo epicentro.
- I moti del 1848 furono alimentati da tensioni sociali e crisi economiche, con la classe borghese e i movimenti democratici che guidarono le proteste.
- In Italia, numerosi sovrani furono costretti a concedere costituzioni e riformare i sistemi amministrativi, segnando un passo verso il liberalismo e la modernizzazione.
- A Milano, la rivolta delle "cinque giornate" contro il dominio austriaco fu un evento chiave che contribuì alla prima guerra di indipendenza italiana.
- Nonostante molte conquiste fossero temporanee, i moti del 1848 gettarono le basi per il Risorgimento e l'indipendenza italiana, influenzando profondamente la politica del paese.
Indice
Il contesto storico del 1848
Il 1848 è un anno segnato da moti rivoluzionari molto importanti per l’Europa intera. Il candidato esamini in particolare la situazione dell’Italia, evidenziando le caratteristiche con cui il moto si presentò e le conseguenze che ne derivarono in ambito politico, economico, sociale.
La restaurazione e le sue conseguenze
Nel giugno del 1815, con la fine del congresso di Vienna, l’Europa vedeva i propri confini ridisegnati, al termine degli eventi che avevano visto continue mutazioni, da un punto di vista geo-politico, che erano cominciati con la rivoluzione francese, ed erano terminati con le guerre napoleoniche. Il congresso di Vienna aprì la fase storica nota come Restaurazione, intesa nel senso di ripristino delle condizioni di potere assoluto, antecedenti alla rivoluzione francese, nei principali stati europei. Le misure adottate in quella sede, però, furono decisamente anacronistiche, totalmente distaccate dal contesto storico e dai cambiamenti sociali che avevano attraversato l’Europa nei precedenti venticinque anni. La rivoluzione francese, infatti, aveva in realtà sconvolto gli equilibri che il congresso ristabiliva: erano, in primo luogo, le popolazioni europee – in particolar modo la classe borghese (che aveva ottenuto negli ultimi anni notevoli conquiste) e in generale chiunque avesse posizioni politiche democratiche, considerate all’epoca radicali – a non essere disposte al vero e proprio passo indietro che la nuova geografia politica del continente gli chiedeva. Tutto questo contribuì a creare un clima di agitazione ma allo stesso tempo anche di grande fiducia e determinazione politica, una fase storica fatta di grandi aspirazioni e ideali, che sfociò nei moti del 1848.
L'inizio dei moti in Italia
Le agitazioni, in realtà, sembravano già dalla fine degli anni Trenta pronte a scoppiare nella maggior parte dei paesi europei, ma fu la crisi economica e la conseguente recessione del 1946/47 a trasformarsi nella scintilla decisiva per lo scoppio dei moti. Moti la cui diffusione in Europa partì in realtà proprio dall’Italia, e precisamente dalla Sicilia, dove a seguito di un’agitazione rapidamente cresciuta nel mese di gennaio, i Borboni furono costretti a concedere alla popolazione una costituzione. L’esempio fu seguito a stretto giro da altri sovrani italiani, preoccupati dalle pressioni dei movimenti politici che si stavano rafforzando, movimenti di stampo essenzialmente liberale e borghese. Carlo Alberto di Savoia, per esempio, ammodernò i codici e il sistema amministrativo, oltre a concedere possibilità maggiori nell’ambito della libertà di stampa. Anche in Toscana ci fu l’abolizione della censura, da parte di Leopoldo II, e in generale tutti questi sovrani, così come il Papa Pio IX, concessero in tempi piuttosto rapidi una costituzione alle loro popolazioni.
Il fermento democratico in Europa
Il fermento democratico-liberale, intanto, stava attraversando tutta l’Europa, e giunse a Parigi, che diventò ancora una volta il fulcro di un importante movimento rivoluzionario. Nel febbraio del ’48, infatti, una volta che gli oppositori al re Luigi Filippo d’Orleans ebbero solidarizzato, dopo essere scesi in piazza, con la Guardia Nazionale, il re fu costretto ad abbandonare Parigi. La città passò sotto il controllo di un governo provvisorio formato da democratici, repubblicani e socialisti: il governo si pronunciò subito a favore della proclamazione della repubblica e di una costituzione. Poco tempo dopo, ancora in Italia, la Primavera dei popoli (nome con cui si è soliti accomunare tutti i moti avvenuti nel biennio tra il 1848 e il 1849) arrivò a Milano. Nel mese di marzo, la città lombarda si liberò, al termine delle sanguinose “cinque giornate” dal dominio austriaco, costituendo un vero e proprio precedente per la prima guerra di indipendenza italiana. La rivolta milanese, infatti, fu appoggiata dopo un primo momento di esitazione anche dallo stesso Carlo Albeto di Savoia, il quale, approfittando anche della ritirata austriaca, decise di dichiarare guerra all’impero.
Critiche e conseguenze dei moti
Una buona parte degli storici, in realtà, si pone nei confronti dei moti del ’48 in maniera abbastanza critica. Gli eventi che seguiranno le rivolte, infatti, andranno spesso in tutt’altra direzione rispetto alle richieste e alle conquiste (molto spesso di breve durata) ottenute dalle popolazioni europee. Se è vero, d’altronde, che in Austria dopo i moti del ’48 venne abolito il feudalesimo, e che in Russia fu cancellata la servitù della gleba, è anche vero che la maggior parte delle costituzioni che furono concesse alle popolazioni europee vennero in tempi relativamente brevi, revocate. Fu forse proprio in Italia, in realtà, che i moti ebbero una rilevanza politica maggiore, dal momento che (così come avvenne in Germania) assunsero il ruolo di apripista politico per un processo risorgimentale che culminò, dopo un sanguinoso e lungo cammino, nella conquista dell’indipendenza del paese.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali dei moti del 1848 in Italia?
- Come reagirono i sovrani italiani alle pressioni dei movimenti politici durante i moti del 1848?
- Quale fu l'importanza della rivolta di Milano nel contesto dei moti del 1848?
- Quali furono le conseguenze a lungo termine dei moti del 1848 in Europa?
- In che modo i moti del 1848 influenzarono il processo risorgimentale in Italia?
I moti del 1848 in Italia furono innescati da una combinazione di agitazioni politiche già presenti dalla fine degli anni Trenta e dalla crisi economica e recessione del 1846/47, che funsero da scintilla decisiva.
I sovrani italiani, preoccupati dalle pressioni dei movimenti liberali e borghesi, concessero rapidamente costituzioni e riforme, come fece Carlo Alberto di Savoia con l'ammodernamento dei codici e la libertà di stampa.
La rivolta di Milano, culminata nelle "cinque giornate", fu un precedente significativo per la prima guerra di indipendenza italiana, poiché portò alla liberazione dal dominio austriaco e all'intervento di Carlo Alberto di Savoia.
Sebbene alcune riforme come l'abolizione del feudalesimo in Austria e della servitù della gleba in Russia furono durature, molte costituzioni concesse furono revocate, e i moti non portarono a cambiamenti stabili immediati.
I moti del 1848 in Italia furono cruciali nel dare avvio al processo risorgimentale, che, nonostante le difficoltà, culminò nell'indipendenza del paese, segnando un'importante tappa politica.