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Concetti Chiave

  • Goffredo Mameli, nato a Genova nel 1827, è noto per essere il patriota e poeta che scrisse le parole dell'inno nazionale italiano "Fratelli d'Italia".
  • Cresciuto in un ambiente intellettuale, fu influenzato da idee mazziniane e dai suoi studi sotto la guida di Giuseppe Canale e Padre Agostino Muraglia.
  • Frequentò l'Università di Genova per filosofia e legge, ma abbandonò gli studi per dedicarsi alla poesia e alla politica, diventando un fervente sostenitore delle riforme liberali.
  • Partecipò attivamente ai movimenti risorgimentali, collaborando con figure come Nino Bixio e Giuseppe Mazzini e contribuendo alle azioni per la libertà di stampa e la cacciata dei gesuiti.
  • Morì a soli 22 anni nel 1849, dopo essere stato ferito a Roma durante la difesa della Repubblica Romana, e la sua immagine è stata spesso rappresentata come quella di un uomo maturo per sottolineare il suo contributo.
In questo appunto viene descritta dettagliatamente la biografia del compositore dell'Inno d'Italia, Goffredo Mameli, di cui vengono descritti gli eventi salienti della sua vita. Si descrive la sua attività patriottica nell'era risorgimentale italiana e anche la sua attività poetica.

Indice

  1. Biografia di Goffredo Mameli
  2. Gli studi e l'attività patriottica
  3. Gli ultimi anni della sua vita

Biografia di Goffredo Mameli

Goffredo Mameli nacque a Genova il 5 settembre 1827 da un Ammiraglio della marina sarda e dalla marchesa Adelaide Zoagli Lomellini.
Goffredo Mameli fu patriota e poeta, autore delle parole dell'inno nazionale italiano.
Morì all’età di soli ventidue anni.
A causa dell'epidemia di colera che colpì Genova nel 1835, la famiglia si trasferì per un anno in Sardegna, raggiungendo i nonni paterni.
Mameli compì pertanto i suoi primi studi sotto la guida della coltissima madre.
E’ necessario ricordare che la sua casa era frequentata da vari intellettuali genovesi, e questo ha sicuramente condizionato la formazione del giovane Goffredo, così come gli studi sotto la guida di Giuseppe Canale, un poligrafo molto attivo sul piano politico. la storia della nascita della Repubblica italianaMolto probabilmente la devozione per la patria e per l’autonomia nazionale sono stati trasmessi da Canale il quale sicuramente aveva forti simpatie mazziniane ed era sospettato di attività carbonara e pertanto era sorvegliato dalla polizia austriaca.
La scuola pubblica all’epoca era gestita dalla chiesa e l’adolescente Goffredo Mameli studiò retorica frequentando i corsi di Padre Agostino Muraglia, dell’ordine religioso degli scolopi che in contrasto con altri ordini ecclesiastici ed in particolare con i gesuiti, rappresentavano un’alternativa liberale. In questa atmosfera il ragazzo fu così avviato alle letture di ogni genere, allo studio dei classici latini e italiani e già durante la scuola, dimostrò uno spiccato interesse per la poesia. In seguito si iscrisse ai corsi di filosofia all’Università di Genova e dopo due anni fu ammesso alla facoltà di legge dove nell'agosto del 1847 conseguì il baccellierato. Non si laureò mai, perché predilisse le sue due vocazioni: la poesia e la politica.

Gli studi e l'attività patriottica

Goffredo Mameli lasciò l'università per entrare a far parte di un’associazione di giovani da poco fondata la "Società Entelema" che si occupava di temi storici e letterari. In seguito la Società passò ad occuparsi di argomenti politici, attirando molti giovani democratici genovesi. Gradualmente Mameli si avvicinò al mazzinianesimo ed entrò in rapporto con alcuni collaboratori dell'Esule, tra i quali Nino Bixio. Aderì anche al “Comitato dell’Ordine” avente i compito di organizzare iniziative per conseguire riforme liberali nel Regno di Sardegna, scongiurando l’interperanza delle masse popolari.
Goffredo Mameli giunse intanto a Genova Re Carlo Alberto, che aveva comunque già concesso le prime modeste riforme. Il Re venne accolto da calorose manifestazioni organizzate dal Comitato dell’Ordine. Per le strade già si cantava l'inno “Fratelli d’Italia” composto dal musicista Michele Novaro sulle parole di Goffredo Mameli. Questo canto accompagnò per un biennio le gesta dei volontari infondendo nel sentire comune, oltre all'odio per l'Austria, l'orgoglio di un passato che ricordava le glorie romane e dell'Italia dei comuni. Mameli continuò a partecipare ad alcuni fatti salienti del movimento risorgimentale.
Attraverso le manifestazioni, per ottenere la libertà di stampa, la cacciata dei gesuiti e della guardia nazionale. Goffredo Mameli in queste occasioni recitò alcune delle sue composizioni patriottiche e sventolò, malgrado la proibizione del governo, la bandiera tricolore. Nel febbraio del 1848 si festeggiò la concessione della Costituzione a Napoli. L'esultanza raggiunse il suo culmine con l'annuncio che anche Carlo Alberto aveva concesso lo statuto. Invece dall'altra parte d'Italia Milano insorse. Mameli partì con il grado di capitano insieme a trecento volontari guidati dal generale Torres. Poi lungo il cammino, si unirà anche il gruppo comandato da Bixio. L’intento era quello di aiutare i patrioti lombardi insorti contro il dominio austriaco. La rivolta fu spenta nel sangue e Mameli sconsolato tornò a Genova, ancora però combattivo.

Gli ultimi anni della sua vita

A Milano ha incontrato il suo idolo Giuseppe Mazzini e fra i due è nata un’intensa collaborazione, in quanto Goffredo Mameli ricoprì in seguito il ruolo di portavoce della colonna genovese. A Genova invece conosce Garibaldi, di cui riuscì a collaborare fattivamente.
Nel gennaio del 1849, dopo la fuga di Pio IX da Roma, Mameli fu attivo nella Città Eterna dove combatté al fianco di Bixio e di Garibaldi per difenderla dall’assedio francese. Proprio a Roma il 3 Giugno 1849 Goffredo Mameli venne accidentalmente ferito alla gamba sinistra da un compagno e il 6 luglio morì, dopo aver subito l’amputazione della gamba, a soli 22 anni. La sua morte pertanto avvenne in seguito a delle circostanze accidentali.
Si trovava a difendere la Villa del Vascello durante la breve Repubblica romana del 1849 e in quell’occasione fu ferito con la baionetta ad una gamba da un commilitone, in maniera non particolarmente grave. Morì però per la sopravvenuta infezione il 6 luglio 1849 a soli 22 anni, all'ospizio della Trinità dei Pellegrini.
Fu sepolto al Verano, e li possiamo trovare il suo monumento. Poi però nel 1941 le sue spoglie vennero traslate al Gianicolo, dove il fascismo belligerante aveva spostato e ricostruito il "Monumento ai caduti per la causa di Roma Italiana".
Da ultimo è importante notare come la figura di Goffredo Mameli sia stata riprodotta sempre attraverso l’immagine, non di un ragazzo ventenne, ma di un uomo maturo questo per sottolineare l’autorevolezza e l’importanza del suo contributo alla causa risorgimentale che si pensava rischiasse di essere sminuito dalla rappresentazione di una figura giovane.
Progetto Alternanza Scuola Lavoro.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Goffredo Mameli e quale fu il suo contributo principale?
  2. Goffredo Mameli era un patriota e poeta italiano, noto principalmente per aver scritto le parole dell'inno nazionale italiano, "Fratelli d'Italia".

  3. Quali furono gli eventi chiave della giovinezza di Mameli?
  4. Mameli nacque a Genova e studiò sotto l'influenza di intellettuali locali e di Giuseppe Canale. Frequentò l'Università di Genova, ma abbandonò gli studi per dedicarsi alla poesia e alla politica.

  5. In che modo Mameli partecipò al movimento risorgimentale?
  6. Mameli fu attivo in diverse iniziative patriottiche, tra cui la partecipazione alla "Società Entelema" e al "Comitato dell’Ordine". Partecipò anche a manifestazioni per la libertà di stampa e contro il dominio austriaco.

  7. Quali furono le circostanze della morte di Goffredo Mameli?
  8. Mameli morì a 22 anni dopo essere stato ferito accidentalmente alla gamba durante la difesa di Roma nel 1849. L'infezione seguita all'amputazione della gamba portò alla sua morte.

  9. Come è stata commemorata la figura di Goffredo Mameli dopo la sua morte?
  10. Mameli fu sepolto al Verano e successivamente le sue spoglie furono traslate al Gianicolo. La sua immagine è stata spesso rappresentata come quella di un uomo maturo per sottolineare la sua importanza storica.

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