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Concetti Chiave

  • La riforma elettorale del 1912 estende il diritto di voto ai maschi sopra i 21 anni alfabetizzati e agli analfabeti di oltre 30 anni che hanno svolto il servizio militare.
  • Giolitti vede la riforma come un mezzo per integrare meglio le masse, specialmente il "Quarto Stato", nel contesto dello Stato liberale.
  • La prima elezione con suffragio universale maschile si svolge nel 1913, sollevando timori di una crescita del voto socialista.
  • Nel Congresso del Partito Socialista del 1912, figure come Bissolati e Bonomi vengono espulse, portando alla creazione del Partito socialista riformista italiano.
  • Il PSI è ora dominato dalla sinistra radicale guidata da Benito Mussolini, che assume anche la direzione del giornale del partito.

Indice

  1. La riforma elettorale del 1912
  2. Conseguenze politiche della riforma
  3. Divisioni interne al partito socialista

La riforma elettorale del 1912

Nel 1911 Giolitti fa partire l'operazione che porta all'importante "riforma elettorale" approvata dal Parlamento nel 1912: secondo la nuova legge diventano elettori i maschi di oltre 21 anni capace di leggere e scrivere, i maschi analfabeti che abbiano compiuto 30 anni e abbiano fatto il servizio militare.

Del tutto coerentemente con la cultura liberale europea, Giolitti ritiene questa mossa una necessità politica che ha l'obiettivo di assicurare una migliore integrazione delle masse e in particolare del "Quarto Stato", entro la cornice dello Stato liberale. Nel 1913 ci sono le prime elezioni a suffragio universale maschile.

Conseguenze politiche della riforma

Giolitti promotore della riforma sa benissimo che essa, da sola, può anche dare i frutti avvelenati poiché potrebbe produrre una marea di voti socialisti. E la cosa è tanto più preoccupante perché negli anni precedenti si è verificato un netto mutamento degli equilibri interni al partito socialista.

Divisioni interne al partito socialista

Nel Congresso nazionale del Partito socialista che si erano tenuti a Reggio Emilia dal 7 al 10 giugno 1912, sono stati espulsi autorevoli esponenti tra cui Leonida Bissolati e Ivanoe Bonomi che negli anni precedenti avevano sostenuto la necessità di una trasformazione del partito in senso laburista (riformismo, lotta parlamentare, disponibilità alla collaborazione con i gruppi politici borghesi). Gli espulsi fondano un partito autonomo: il Partito socialista riformista italiano - ma la stragrande maggioranza dei delegati e poi dei militanti resta all'interno del Psi, che adesso è dominato da una maggioranza favorevole agli intransigenti cioè alla sinistra radicale e rivoluzionaria, guidata in questo momento da un giovane maestro romagnolo chiamato Benito Mussolini (1883-1945), il quale dal novembre del 1912 assume anche la direzione dell', il giornale del partito. Filippo Turati, che pure non condivideva le posizioni degli intransigenti resta comunque dentro il partito.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano i criteri per diventare elettori secondo la riforma elettorale del 1912?
  2. La riforma elettorale del 1912 permetteva di votare ai maschi di oltre 21 anni capaci di leggere e scrivere, e ai maschi analfabeti che avessero compiuto 30 anni e avessero fatto il servizio militare.

  3. Quali furono le conseguenze politiche della riforma elettorale del 1912?
  4. La riforma poteva portare a un aumento dei voti socialisti, preoccupando Giolitti per il mutamento degli equilibri interni al partito socialista.

  5. Cosa accadde al Congresso nazionale del Partito socialista nel 1912?
  6. Al Congresso del 1912, furono espulsi esponenti come Leonida Bissolati e Ivanoe Bonomi, che fondarono il Partito socialista riformista italiano, mentre il Psi rimase dominato dalla sinistra radicale guidata da Benito Mussolini.

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