Concetti Chiave
- La Destra storica italiana, operante dal 1861 al 1876, era composta principalmente da figure piemontesi, lombarde, emiliane, toscane e meridionali, rappresentando la tradizione moderata del Risorgimento.
- Il governo della Destra si concentrò su una struttura amministrativa unitaria, eliminando le barriere doganali interne e unificando il sistema monetario, i pesi e le misure per migliorare la coesione nazionale.
- La politica estera mirava a completare l'unificazione territoriale d'Italia, con il focus principale su Venezia e la regione veneta nel 1866, e Roma e il Lazio nel 1870.
- L'ordinamento comunale e provinciale fu avviato con la legge Rattazzi del 1859, centralizzando il controllo governativo e riducendo l'autonomia locale a favore di un sistema amministrativo uniforme.
- L'accentramento amministrativo era considerato necessario a causa dell'arretratezza economica e sociale del Sud Italia, con la convinzione che uno Stato forte garantisse meglio i diritti individuali rispetto all'autogoverno locale.
Indice
Il governo della destra
Destra: gruppo di uomini che dopo Cavour si proposero di seguitarne l'opera diresse il governo del regno d'Italia dal 1861 al 1876.
La tradizione moderata
Piemontesi: Rattazzi, la Marmora, Quintino Sella, Lanza (rappresenta la tradizione moderata del Risorgimento)
Lombardi: Iacini , Visconti Venosta.
Detta spesso
Alcuni emiliani: Farini, Minghetti
Alcuni toscani: Ricasoli, Peruzzi, Cambrai-Digny. Consorteria
Alcuni meridionale: Spaventa, Scialoja, Ferrara.
Sinistra :
Lombardi: Depretis, Zanardelli, Cairoli
Calabrese: Nicotera
Siciliano: Crispi
Appartenenti alla tradizione democratica: mazziniana e garibaldina.
Le questioni urgenti
Il governo della destra e le questioni urgenti: problemi che esigevano una risoluzione immediata
- Struttura amministrativa unitaria, stesse leggi, stessi meccanismi di governo.
- Rendere comunicanti tra loro le differenti parti del territorio: abolendo le barriere doganali interne e unificando il sistema monetario, i pesi e le misure.
- Migliorando il sistema stradale, la rete ferroviaria nazionale.
- Salda base finanziaria per unificare compiti e spese, no amministrazione carico del debito pubblico di ogni Stato, reperire fonti di entrata per il pareggio del bilancio.
Politica estera e unificazione
Politica estera: per completare l'unificazione (Venezia e la regione veneta risolta nel 1866 - roma e il Lazio 1870).
Raggiungimento di tali obiettivi dipendeva dalla congiuntura internazionale non dalla volontà del governo.
Ordinamento comunale e provinciale
Ordinamento comunale provinciale
1859 legge Rattazzi momento da cui parte l'unificazione amministrativa sull'ordinamento comunale e provinciale.
Decentramento e autonomia regionale
1865 provvedimenti conclusivi:
-Divisione in province
-compra effetto: rappresentante del governo presiedeva agli uffici pubblici periferici.
-Nei comuni il sindaco era scelto dal governo Reggio. Ordine amministrativo che lasciava assai poco spazio alle autonomie locali.
-Decisione nell'amministrazione centrale era prevalsa al decentramento nel quale si era profilata l'ipotesi di un'autonomia regionale, esperienze di governo nel mezzogiorno: brigantaggio.
Circostanze : arretratezza economica e civile, impero della legge a difesa dei più deboli, impero dell'arbitrio a vantaggio delle forti.
Laddove la società civile non abbia raggiunto il grado di sviluppo tale da rendere comune il costume di rispettare la legge.
L'autogoverno non corrisponde affatto ad una migliore tutela dei diritti individuali, I quali trovano 1+ sfiga si è difesa nella presenza dello Stato.
Domande da interrogazione
- Chi erano i principali esponenti della Destra storica e quali erano i loro obiettivi principali?
- Quali furono le principali sfide affrontate dal governo della Destra riguardo all'unificazione italiana?
- Qual era l'approccio della Destra storica verso l'autonomia locale e il decentramento amministrativo?
I principali esponenti della Destra storica includevano figure come Rattazzi, La Marmora, Quintino Sella, e Lanza, tra altri. I loro obiettivi principali erano l'unificazione amministrativa e legislativa del regno d'Italia, l'abolizione delle barriere doganali interne, l'unificazione del sistema monetario, e il miglioramento delle infrastrutture stradali e ferroviarie.
Le principali sfide includevano la creazione di una struttura amministrativa unitaria, l'unificazione delle leggi e dei meccanismi di governo, e la necessità di una solida base finanziaria per gestire il debito pubblico e bilanciare il bilancio. Inoltre, l'unificazione territoriale di Venezia e Roma dipendeva dalla congiuntura internazionale.
La Destra storica adottò una soluzione accentratrice, prevalendo sull'ipotesi di un'autonomia regionale. L'ordinamento comunale e provinciale era fortemente centralizzato, con il governo che sceglieva i sindaci e presiedeva agli uffici pubblici periferici, lasciando poco spazio alle autonomie locali.