Concetti Chiave
- La fase legalitaria, dal 1922 al 1925, vede la legalizzazione degli squadristi e l'incremento della violenza in collaborazione con le forze dell'ordine.
- Nonostante la mancanza di un consenso pieno, il partito fascista modifica la legge elettorale nel 1923 con la legge Acerbo, garantendo una maggioranza schiacciante.
- I partiti di sinistra, divisi a causa di varie scissioni, non riescono a formare un fronte unito contro il fascismo, condannandosi alla sconfitta elettorale.
- La campagna elettorale del 1924 è caratterizzata da estrema violenza, con intimidazioni fisiche e coercizione nei confronti degli elettori non fascisti.
- Il listone fascista vince le elezioni grazie alla violenza e al controllo sociale, ottenendo la maggioranza dei seggi parlamentari.
La fase legalitaria
Questa prima fase, definita "fase legalitaria", va dal 1922 (anno della marcia su Roma), momento in cui Vittorio Emanuele III da il potere a Mussolini, sino al 3 gennaio 1925. In questo periodo anche gli squadristi sono stati legalizzati,
quindi non cessano assolutamente le violenze; anzi nella loro violenza sono ancora più legittimati e collaborano in maniera sempre più aperta con le forze dell'ordine, questo perché nelle azioni precedenti al 1922, comunque gli squadristi avevano avuto il sostegno e l'appoggio delle forze armate e dunque adesso hanno la strada completamente aperta e "spianata". Tuttavia, il partito fascista non aveva ancora il consenso pieno della popolazione, anche se comunque in uno stato parlamentare di tipo democratico il consenso dovrebbe essere naturale.
La legge acerbo e le elezioni
Allora si decise di fissare una data per le nuove elezioni, però prima si modificò la legge elettorale: nel 1923 fu varata la cosiddetta legge acerbo (dal nome del deputato che la presentò), la quale prevedeva che la lista che avesse raggiunto almeno il 25% dei voti (maggioranza relativa), avrebbe avuto poi i ⅔ dei seggi parlamentari. Quindi la lista di maggioranza relativa avrebbe avuto in caso di vittoria non solo la maggioranza assoluta, ma anche la maggioranza qualificata (⅔ dei seggi parlamentari). Era dunque una maggioranza schiacciante. La ragione avrebbe voluto che ci fosse un'unione di tutte le forze antifasciste (della sinistra) che si opponesse alla lista fascista (che poi divenne un listone fascista, perché Mussolini riuscì a raccogliere nel suo listone i nazionalisti, tutte le frange di estrema destra, anche molti liberali moderati, quindi compose una lista piuttosto nutrita).
Divisioni interne e sconfitta
I partiti dell'ala sinistra si presentavano però divisi: nel 1921 c'era stata la scissione all'interno del partito socialista,
quindi era già nato il partito comunista, poi ci fu un'ulteriore scissione sempre all'interno del partito socialista, dove si staccarono i socialisti unitari. Anziché unire le forze per cercare di raggiungere il 25%, e quindi togliere il governo a Mussolini, prevalsero le divisioni interne e i partiti di sinistra si condannarono così da soli alla sconfitta elettorale. La campagna elettorale fu segnata da grande violenza. Ma non fu solo questo, perché ci fu anche un clima di estrema violenza durante la campagna elettorale, questo perché le squadre d'azione si piazzavano all'uscita dei seggi elettorali con il solito manganello e olio di ricino; inoltre le votazioni non erano segrete e quindi chi non votava per il partito fascista all'uscita veniva picchiato, malmenato, costretto a bere l'olio di ricino, ma a parte il momento delle elezioni, tutta la campagna elettorale era stata segnata da episodi di estrema violenza, aggressioni ai candidati dell'opposizione che tentavano di fare i loro comizi; aggressioni alle case del popolo, ai giornali (clima da guerra civile, senza che nessuno potesse fermare queste persone perché le squadre fasciste erano state soprattutto legalizzate). Naturalmente vinse il listone fascista, e il partito fascista ebbe quindi in quel momento la maggioranza dei seggi parlamentari.
Domande da interrogazione
- Qual è il periodo coperto dalla "fase legalitaria" e quali sono le sue caratteristiche principali?
- Quali modifiche furono apportate alla legge elettorale nel 1923 e quale fu il loro impatto?
- Come si presentarono i partiti di sinistra alle elezioni e quale fu il risultato?
- Quali furono le condizioni durante la campagna elettorale e le elezioni?
La "fase legalitaria" va dal 1922 al 3 gennaio 1925. Durante questo periodo, gli squadristi furono legalizzati e collaborarono apertamente con le forze dell'ordine, mentre il partito fascista non aveva ancora il pieno consenso della popolazione.
Nel 1923 fu introdotta la legge Acerbo, che assegnava i ⅔ dei seggi parlamentari alla lista che avesse ottenuto almeno il 25% dei voti, garantendo così una maggioranza schiacciante al partito vincente.
I partiti di sinistra si presentarono divisi a causa di scissioni interne, come quella del partito socialista nel 1921. Questa divisione li portò alla sconfitta elettorale contro il listone fascista.
La campagna elettorale fu caratterizzata da estrema violenza, con squadre d'azione che intimidivano gli elettori e aggredivano i candidati dell'opposizione. Le votazioni non erano segrete, e chi non votava per il partito fascista subiva violenze fisiche.