Concetti Chiave
- I fascisti utilizzarono la propaganda attraverso il cinema, creando Cinecittà a Roma per diffondere film propagandistici che dipingevano un'Italia ideale.
- L'Istituto Luce produsse film che promuovevano l'immagine di un paese felice e spensierato, parte della strategia di manipolazione delle masse.
- Oltre al cinema, le manifestazioni di massa e la radio erano strumenti chiave per il regime, con il Duce che esibiva il suo carisma e abilità oratorie.
- La scuola era vista come fondamentale per instillare una coscienza fascista nei giovani, presentando il fascismo come l'erede dell'impero romano.
- Il regime fascista adottò misure repressive come il "confino di polizia" per isolare i dissidenti in luoghi remoti, privandoli di contatti familiari e politici.
Indice
L'importanza della propaganda fascista
I fascisti capirono l’importanza della propaganda e della manipolazione delle masse attraverso l’industria cinematografica, così nacque Cinecittà a Roma.
Cinecittà e l'Istituto Luce
L’interesse del fascismo nei confronti del cinema aveva un contenuto prettamente politico; infatti negli studi di Cinecittà si producevano dei film propagandistici, prodotti dall’Istituto Luce, in cui veniva creata l’immagine di un’Italia lieta e spensierata.
Manifestazioni e oratoria del Duce
Oltre alla radio e al cinema, altri mezzi di comunicazione di massa erano le gigantesche manifestazioni di regime, in cui il Duce esprimeva le sue abilità oratorie e il suo carisma personale.
Educazione e ideologia fascista
Per il fascismo la scuola era la principale agenzia educativa e formativa della nazione, essa doveva cerare una solida coscienza fascista nelle giovani generazioni, e doveva anche presentare il fascismo come l’erede ideale dell’impero romano.
Repressione e confino di polizia
Dopo la promulgazione delle leggi fascistissime il regime fascista procedette all'organizzazione di un sistema repressivo e in questa idea fu incluso anche il “confino di polizia”. In esso le autorità competenti potevano obbligare, anche con la forza, i cittadini accusati di reati politici a soggiornare per un determinato periodo di tempo in delle località remote ed isolate, come nelle isole Eolie; in questo modo venivano tagliati i legami dell’imputato con la sua famiglia e con i suoi compagni di milizia politica. I confinati vivevano in delle abitazioni privi di riscaldamento ed erano soggetti a privazioni e limitazioni.
In questi luoghi il fascismo spedì antifascisti, omosessuali o anche semplici cittadini che avevano sostenuto delle critiche al regime.