Concetti Chiave
- Il fascismo sfruttò l'inefficienza delle autorità nel mantenere l'ordine pubblico, presentandosi come barriera contro il comunismo attraverso squadre d'azione violente.
- La paura della borghesia di un sovvertimento sociale durante il "Biennio Rosso" spinse l'opinione pubblica verso posizioni antisocialiste.
- L'indebolimento del partito liberale e la crescita dei partiti di massa favorirono l'ascesa di movimenti estremisti come il fascismo.
- Mussolini si presentò come un'alternativa popolare e carismatica, ottenendo il sostegno dei latifondisti e approfittando delle esitazioni politiche.
- La marcia su Roma e l'incapacità di Facta di dichiarare lo stato d'assedio permisero a Mussolini di ottenere il governo con il supporto del re.
L'ascesa del fascismo
I motivi che portarono all'ascesa del fascismo:
Ritenendone l'organizzazione politica insufficiente per poter risultare un partito realmente incisivo le autorità rinunciarono spesso ad esercitare il loro ruolo di difensori dell’ordine pubblico in quanto ritenevano che esso potesse sconfiggere il comunismo grazie all'organizzazione para-militare, ispirata e composta dagli arditi, di cui disponeva; tali gruppi armati, che presero il nome di ‘squadre d’azione’, scatenarono ondate di violenza dapprima principalmente nella provincia bolognese ma in seguito tali aggressioni si diffusero in tutta Italia.
La paura del bolscevismo
La situazione di forte instabilità che caratterizzò il "Biennio Rosso" e soprattutto la paura della classe borghese che nuovi tumulti avrebbero potuto causare un sovvertimento sociale; la paura del bolscevismo portò così l'opinione pubblica a rivolgersi a posizioni antisocialiste.
Indebolimento del partito liberale e il rafforzamento dei partiti di massa e quindi di posizioni estremiste.
Riuscirono a darsi una dimensione popolare proponendosi così come valida alternativa al socialismo: egli infatti si proponeva con un duplice aspetto in quanto con la propria propaganda si mostrava sia come un uomo colto, raffinato e un politico vero e affidabile presentandosi come colui che stava imbrogliando e contenendo il fascismo impedendo lo scoppio di un moto rivoluzionario e al tempo stesso come un alleato del popolo attraverso motti e discorsi populistici ma al tempo stesso aulici e più demagogici proponendosi come capo carismatico e come padre dell’Italia.
Il fascismo non viene osteggiato ma al contrario al sud viene sostenuto dai latifondi.
La tardiva decisione dei diversi partiti a dichiararsi favorevoli a un governo di coalizione antifascista.
Il ruolo di Giolitti
L’errore compiuto da Giolitti che, con l’intento di riconquistare la maggioranza e di riassorbire il partito fascista all’interno della destra liberale e anticomunista, li inserisce nelle liste di coalizione ma che in realtà portò i fascisti a riscuotere un grandissimo successo a danno dei liberali determinando così uno squilibrio di forze e che spinsero a tentare nuovamente a dimettersi; tuttavia questa volta tale tecnica non funzionò e venne in un primo momento eletto Bonomi, il quale tentò di arginare lo squadrismo con l’atto di pacificazione, e in seguito Facta, che non fu però in grado di bloccare la nuova ondata di squadrismo.
Intanto Mussolini trasformò i Fasci nel nuovo Partito nazionale fascista.La marcia su Roma
Mussolini, consapevole di avere dalla propria parte la tacita approvazione dei maggiori centri di potere, maturò l’idea della conquista violenta del potere, espressa chiaramente durante uno dei suoi più importanti discorsi populisti. Inoltre al momento della marcia su Roma, di cui si era incerti circa lo scopo in quanto le varie squadre di camicie nere arrivarono alla spicciolata e mal armate mentre Mussolini si trovava al sicuro a Milano, Facta esitò, indeciso sul da farsi, richiedendo solo tardivamente al re, che da parte sua non dimostrò alcuna intenzione di intervenire nella faccenda, di dichiarare lo stato d’assedio e quindi la sospensione di tutte le norme e le garanzie istituzionali lasciando piena libertà d’azione all’esercito.
Con le dimissioni di Facta Mussolini si inserì nella crisi di governo e utilizzando come strumento di pressioni le milizie stanziate a Roma ottenne dal re l’incarico di formare un nuovo governo, ottenendo così tale ruolo formalmente in modo non sovversivo nonostante le numerose ed evidenti dimostrazioni di forza.
Domande da interrogazione
- Quali furono i fattori principali che portarono all'ascesa del fascismo in Italia?
- Come reagirono le autorità italiane di fronte all'organizzazione para-militare fascista?
- In che modo Mussolini riuscì a ottenere il potere in Italia?
- Quali furono gli errori politici che facilitarono l'ascesa del fascismo?
- Qual era la percezione pubblica del fascismo durante la sua ascesa?
L'ascesa del fascismo fu favorita dall'instabilità del "Biennio Rosso", dalla paura del bolscevismo, dall'indebolimento del partito liberale, e dal sostegno dei latifondi al sud. Inoltre, la tardiva decisione dei partiti di formare un governo antifascista e l'errore di Giolitti di includere i fascisti nelle liste di coalizione contribuirono al successo fascista.
Le autorità spesso rinunciarono a difendere l'ordine pubblico, credendo che l'organizzazione para-militare fascista potesse sconfiggere il comunismo. Le squadre d'azione fasciste scatenarono violenze che si diffusero in tutta Italia.
Mussolini sfruttò la crisi di governo e le milizie fasciste a Roma per ottenere dal re l'incarico di formare un nuovo governo, formalmente in modo non sovversivo, nonostante le dimostrazioni di forza.
Gli errori politici includevano l'inclusione dei fascisti nelle liste di coalizione da parte di Giolitti, che portò a un successo fascista a danno dei liberali, e l'esitazione di Facta durante la marcia su Roma, che non riuscì a bloccare lo squadrismo.
L'opinione pubblica si rivolse a posizioni antisocialiste a causa della paura del bolscevismo e dei tumulti sociali, vedendo il fascismo come un'alternativa valida al socialismo, grazie alla sua propaganda populistica e demagogica.