Concetti Chiave
- Carlo Alberto tentò di riaffermare l'italianità con una guerra breve contro l'Austria, finita con la sconfitta piemontese a Novara e la sua abdicazione.
- Dopo la sconfitta, gli Austriaci aiutarono i principi italiani a riprendere il controllo, con la Sicilia e Firenze che tornarono sotto il dominio austriaco.
- La Repubblica Romana fu difesa eroicamente ma cadde sotto l'attacco delle forze francesi, con la morte del poeta Goffredo Mameli durante la difesa.
- Garibaldi tentò di difendere Venezia, ma ostacolato dagli Austriaci, riparò a San Marino e sciolse il suo esercito, subendo la perdita della moglie Anita.
- Venezia, ultimo baluardo di resistenza, capitolò sotto il peso del cannoneggiamento austriaco, fame e colera, il 23 agosto, segnando la fine della libertà in Italia ed Europa.
La sconfitta di Carlo Alberto
Mentre nelle province tornate sotto l’Austria infieriva la reazione, e nuovi martiri salivano il patibolo, Carlo Alberto decideva di dar prova dei suoi sentimenti di italianità riprendendo contro l’Austria una guerra senza speranza, che si svolse in soli 4 giorni (20-23 marzo 1849), e terminò con la sconfitta piemontese di Novara e l’abdicazione di Carlo Alberto in favore del figlio Vittorio Emanuele II.
Carlo Alberto morì esule ad Oporto, in Portogallo, pochi mesi dopo la sconfitta di Novara. Gli Austriaci, vinto il Piemonte ed espugnata l’eroica Brescia insorta, aiutarono i principi italiani ad aver ragione dei sudditi ribelli e a tornare sui loro troni.La caduta della repubblica romana
La Sicilia capitolava in maggio; in luglio le truppe austriache scortarono Lopoldo II che tornava a Firenze. La repubblica romana fu eroicamente difesa dai volontari accorsi da ogni parte d’Italia, ma non potè resistere alle forze francesi, intervenute in favore del papa, e capitolò nel luglio. Nella difesa di Roma morì l’autore dell’inno “Fratelli d’Italia”: il poeta Goffedo Mameli.
La resistenza di Venezia
Garibaldi allora lasciò Roma con un piccolo esercito per accorrere a difendere Venezia che ancora resisteva, ma, stretto tra Francesi ed Austriaci, dovette riparare a San Marino e sciogliere l’esercito. Egli cercò di raggiungere Venezia, ma la vigilanza austriaca glielo impedì: nella pineta di Ravenna gli morì la moglie Anita, che era stata la sua fedele compagna in tutti i pericoli. Ormai solo Venezia rimaneva in armi; sotto il continuo cannoneggiamento austriaco, tormentata dalla fame e dal colera, anche l’eroica città capitolò il 23 agosto. La bandiera della libertà di Venezia fu l’ultima ad ammainarsi in Italia e in Europa.