Concetti Chiave
- L'età giolittiana (1901-1914) è caratterizzata dalla leadership di Giolitti, un liberale che mirava al rinnovamento dello Stato e usava metodi come il trasformismo per consolidare il potere.
- Durante questo periodo, il Nord Italia vive una rivoluzione industriale, con lo sviluppo di industrie automobilistiche, tessili, e meccaniche, mentre il Sud soffre di crisi economica e alta emigrazione.
- Giolitti si avvicina alla Francia in politica estera, ottenendo il riconoscimento dei diritti italiani in Libia e concludendo la guerra italo-turca con la Pace di Losanna.
- In politica interna, Giolitti implementa significative riforme come la nazionalizzazione delle ferrovie, l'estensione del suffragio maschile e l'introduzione di leggi a favore dei lavoratori.
- Il declino dell'età giolittiana è segnato da tensioni sociali, culminate nella "Settimana Rossa", e dal passaggio a una politica più conservatrice sotto Salandra, preludio alla Prima Guerra Mondiale.
Età giolittiana
L’età giolittiana è il periodo tra il 1901 e il 1914 dominato politicamente da Giolitti, pienamente appartenente alla sinistra storica liberale e neutralista. Egli fu dal 1901 al 1903 Ministro degli Interni e dal 1903 al 1914 Presidente del Consiglio. Aveva come obbiettivo principale il rinnovamento dello Stato. Viene considerato un liberale spregiudicato: è stato accusato di usare metodi discutibili come il trasformismo, per creare le maggioranze parlamentari e i brogli elettorali, ossia la falsificazione delle schede elettorali, soprattutto al Sud. Manifesta una politica di mediazione, infatti cerca un compromesso tra le parti mantenendosi neutrale per evitare lo scontro violento tra proletari e capitalisti.
Differenze tra Nord e Sud
Al Nord si stava assistendo alla cosiddetta rivoluzione industriale. Infatti Giolitti attuò la liberazione dell'economia mettendo fine al protezionismo, il sistema di tariffe doganali che difendeva il Paese dalla concorrenza straniera, aprendo i mercati. Egli allargò la partecipazione dei cittadini alla vita economica favorendo un notevole sviluppo delle industrie (specialmente in paesi come Milano, Torino e Genova): nel settore automobilistico nasce la Fiat (1899); nel settore tessile iniziano ad essere lavorate seta e cotone; nel settore meccanico nasce l'Olivetti, famosa per le macchine da scrivere, le prime locomotive e le macchine a vapore; per quanto riguarda il settore agricolo, importante è la produzione della Pianura Padana. In citta aumentano i posti di lavoro, quindi molte persone si spostano dalle campagne in cerca di un posto lavorativo sicuro. Vengono piazzate inoltre le prime illuminazioni, nascono i primi trasporti urbani e si mettono a disposizione del popolo i primi servizi pubblici.Al Sud invece la situazione è completamente diversa, è in crisi. I segnali di questa crisi sono la miseria, i consumi molto bassi, l'arretratezza civile, l’analfabetismo, ma soprattutto l'emigrazione. Molti contadini in cerca di fortuna salpano su navi e sbarcano in America Settentrionale. L'emigrazione aveva anche risvolti positivi: serviva ad allentare la tensione sociale soprattutto dei disoccupati; le "'rimesse degli emigrati", cioè i soldi che venivano spediti dagli emigrati in Italia e che servivano per elevare i consumi. Ha inizio la cosiddetta questione meridionale: il ritardo dello sviluppo economico della maggior parte delle regioni meridionali. Adottò verso il mezzogiorno una nuova politica, fondata sulla legislazione speciale. Nel 1904 furono approvate una legge speciale della Basilicata e un’altra per Napoli. Con queste misure legislative si diede inizio all’industrializzazione del mezzogiorno.
Politica
In politica estera Giolitti abbandona il «triplicismo» (l'alleanza con Germania e impero austro-ungarico di Crispi) e si avvicina alla Francia con cui firma un accordo, nel 1902, che pone fine alla «guerra doganale»e alla questione africana: l'Italia ottiene il riconoscimento dei suoi interessi in Libia e lascia mano libera alla Francia in Marocco. Quando la Francia si appresta a imporre il suo protettorato sul Marocco, Giolitti invia un contingente di 35.000 uomini in territorio libico. Tale azione militare si scontra con gli interessi dell'impero turco che esercita una sovranità quasi totale sulla Libia. La guerra italo-turca (1911) si estende anche in Grecia, dove le truppe italiane s'impossessano dell'isola di Rodi e dell'intero arcipelago del Dodecanneso. La Pace di Losanna (1912) stabilisce la sovranità italiana sulla Libia.
Per quanto riguarda la politica interna, molte sono le riforme. Giolitti riorganizza le banche, che svolsero un'azione attiva nel rilancio delle imprese e le poste (Banca d'Italia - 1893). Nel 1905 vi è la nazionalizzazione delle ferrovie (l'azienda privata diventa statale) e l'introduzione dell'istruzione elementare. Nel 1912 viene esteso il suffragio a tutti i cittadini maschi che avessero questi requisiti: avessero compiuto i 30 anni, avessero più di 21 anni, ma con un certo reddito e un impiego statale, avessero prestato servizio militare. Nasce INA, l'assicurazione sulla vita e le pensioni di invalidità e vecchiaia. Egli si dedica ai lavoratori aumentando i salari perché così avrebbero avuto più soldi da spendere, introduce l'obbligo di riposo settimanale e regolamenta il lavoro delle donne e dei bambini. Viene approvato il diritto dei lavoratori di avere delle proprie associazioni e aumentano gli scioperi. Nasce la CGL, Confederazione generale del lavoro, il primo sindacato nazionale. Il movimento operaio in parlamento era sostenuto dal Partito socialista di Turati e Kuliscioff, la sua compagna. Si diffusero infatti le camere del lavoro e i sindacati di categoria.
Cattolici. Durante l'età giolittiana, in campo cattolico si sviluppa il movimento democratico- cristiano guidato da Murri, la cui azione è fortemente osteggiata da papa Pio X, che arriva a scomunicarlo. Questo, pero, non impedisce lo sviluppo del movimento sindacale cattolico e la formazione di «leghe bianche». In Sicilia il movimento contadino cattolico si sviluppa sotto la guida di don Luigi Sturzo.
Sul piano politico, le forze clericali stabiliscono alleanze elettorali con i liberali: tale linea politica riceve piena consacrazione, nelle elezioni del 1913, con il Patto Gentiloni, in virtù del quale i cattolici accettano di votare per quei candidati liberali che si impegnino, a loro volta, ad opporsi a qualsiasi legislazione anticlericale (difesa delle scuole cattoliche, religione cattolica nelle scuole pubbliche, opposizione la divorzio). In questo modo, i cattolici aggirano il «non expedit di Pio IX che proibiva loro la partecipazione alla vita politica.
Il declino dell'età giolittiana
Il partito liberale è ormai orientato verso Destra, verso idee conservatrici più che riformiste. E allora Giolitti si fa da parte e lascia il posto ad un nuovo liberale: Antonio Salandra, liberale e conservatore. Il programma del nuovo ministro Salandra, è simile a quello di Giolitti. Salandra è un conservatore: il suo scopo è quello di salvare la monarchia e l'ordine economico. La strategia però cambia, nel senso che lo Stato entra di più nella vita sociale ed economica diventando più autoritario e intervenendo anche nelle rivolte popolari. Il clima nel paese è molto teso; c’è una forte tensione sociale nella primavera del 1914. Quando alcuni lavoratori vengono uccisi dalle forze dell'ordine, i sindacati dichiarano lo sciopero generale (giugno 1914). Lo sciopero interessa soprattutto il centro nord che conosce grandi agitazioni. Il movimento di protesta prende un carattere anarchico e repubblicano più che socialista. Questo periodo viene chiamato col nome di "Settimana Rossa". L'opinione pubblica conservatrice accusa di questi fatti Giolitti. Si pensa di essere anche ad un passo dalla rivoluzione. Si accusava ancora Giolitti della politica debole fatta negli anni prima. La repressione fu violenta, ma a questo punto si arriva al 28 giugno 1914, giorno d'inizio della Prima Guerra Mondiale, con l'uccisione del duca Francesco Ferdinando a Sarajevo.Domande da interrogazione
- Quali furono gli obiettivi principali di Giolitti durante l'età giolittiana?
- Quali differenze esistevano tra il Nord e il Sud Italia durante l'età giolittiana?
- Come si sviluppò la politica estera italiana sotto Giolitti?
- Quali furono le principali riforme interne durante l'età giolittiana?
- Cosa portò al declino dell'età giolittiana?
Giolitti mirava al rinnovamento dello Stato, utilizzando metodi come il trasformismo per creare maggioranze parlamentari e promuovendo una politica di mediazione per evitare scontri tra proletari e capitalisti.
Il Nord viveva una rivoluzione industriale con sviluppo economico e industrializzazione, mentre il Sud era in crisi con miseria, analfabetismo ed emigrazione, portando alla questione meridionale.
Giolitti abbandonò il triplicismo, avvicinandosi alla Francia e ottenendo il riconoscimento degli interessi italiani in Libia, culminando nella guerra italo-turca e nella Pace di Losanna che stabilì la sovranità italiana sulla Libia.
Le riforme includevano la nazionalizzazione delle ferrovie, l'estensione del suffragio maschile, l'introduzione dell'istruzione elementare, l'aumento dei salari e la regolamentazione del lavoro femminile e minorile.
Il declino fu segnato dall'orientamento conservatore del partito liberale, la tensione sociale culminata nella "Settimana Rossa" e l'inizio della Prima Guerra Mondiale, con Giolitti accusato di una politica debole.