Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Il vasto movimento migratorio italiano verso Europa e Americhe ha raggiunto il picco tra il 1900 e il 1914, con oltre mezzo milione di partenze annue.
  • Tra le due guerre mondiali, l'emigrazione è stata rallentata dalla legislazione fascista e dalle restrizioni negli Stati Uniti.
  • Dopo la seconda guerra mondiale, l'emigrazione è ripresa, ma ha subito un netto calo negli anni '70 con un aumento dei rientri in patria.
  • L'Italia è diventata un paese di immigrazione negli anni '80 e '90, affrontando cambiamenti paesaggistici e identitari, con aspetti negativi come discriminazione e intolleranza.
  • L'emigrazione italiana era spesso organizzata tramite reti logistiche familiari e associazioni di mutuo soccorso, riflettendo la realtà di un paese prevalentemente agricolo.

EDalla fine dell'Ottocento fino alla prima guerra mondiale si è prodotto un vasto movimento migratorio dall’Italia verso l’Europa e verso le Americhe. Negli anni 1900-1914 si sono raggiunte le punte più alte del fenomeno: si superano spesso il mezzo milione di partenze annue.

Indice

  1. L'emigrazione tra le due guerre
  2. Ripresa e trasformazione dell'emigrazione
  3. Organizzazione e documentazione dell'emigrazione

L'emigrazione tra le due guerre

Tra le due guerre, l’emigrazione all’estero è stata frenata dalla legislazione fascista, che si è sommata alle limitazioni opposte a nuove ondate di arrivi da parte degli Stati Uniti.

Gli emigranti italiani non riuscivano sempre ad integrarsi nelle società ospitanti e si ebbero frequenti casi di marginalità ed episodi di intolleranza nei loro confronti.

Ripresa e trasformazione dell'emigrazione

Dopo la seconda guerra mondiale, l’emigrazione all’estero, particolarmente europea, riprendeva in maniera cospicua, per diminuire nettamente negli anni ’70, quando i rientri in patria cominciarono a superare le partenze. A partire dagli anni '80 e '90, l'Italia, insieme con i paesi dell'area mediterranea europea, comincerà a trasformarsi in un paese di prevalente immigrazione, subendo anche un mutamento paesaggistico e identitario considerevole. Tali cambiamenti stanno comportando anche aspetti negativi: di rifiuto, di discriminazione e di intolleranza.

Organizzazione e documentazione dell'emigrazione

L'emigrazione italiana, nei suoi momenti di maggiore intensità, è stata organizzata attraverso complesse reti logistiche basate su famiglie e associazioni di mutuo soccorso, tutti elementi che si ritrovano generalmente, ma con aspetti diversi, anche nelle immigrazioni sul nostro territorio. Molti documenti dell’epoca ci mostrano scene dell'emigrazione italiana degli inizi del '900, riferite al momento dell'arrivo al porto di Ellis Island, negli Stati Uniti. Le fotografie ritraggono vari aspetti delle epopee di questi migranti, ripresi sia sulla nave sia a terra e ci fanno vedere una realtà probabilmente ben diversa da quella che ci saremmo aspettati. I particolari che si notano sono la numerosità dei nuclei familiari (aspetto tipico di un paese in prevalenza agricolo con un basso livello di alfabetizzazione) e l'abbigliamento uniforme e poco curato dei migranti. Si ricorderà, inoltre, che a Ellis Island, prima di essere ammessi sul suolo statunitense, i nostri connazionali dovevano superare un test di intelligenza e numerosi esami medici, molti pertanto venivano rimpatriati dopo aver affrontato periodi durissimi di internamento.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati i periodi di maggiore intensità dell'emigrazione italiana?
  2. L'emigrazione italiana ha raggiunto le punte più alte tra il 1900 e il 1914, con oltre mezzo milione di partenze annue, e ha ripreso in maniera cospicua dopo la seconda guerra mondiale, diminuendo negli anni '70.

  3. Quali difficoltà hanno affrontato gli emigranti italiani nelle società ospitanti?
  4. Gli emigranti italiani spesso non riuscivano ad integrarsi, affrontando marginalità e intolleranza. A Ellis Island, molti venivano rimpatriati dopo test di intelligenza ed esami medici.

  5. Come si è trasformata l'Italia a partire dagli anni '80 e '90?
  6. L'Italia è diventata un paese di prevalente immigrazione, subendo cambiamenti paesaggistici e identitari, accompagnati da aspetti negativi come rifiuto, discriminazione e intolleranza.

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