Concetti Chiave
- Dopo la Grande Guerra, i mercati sudamericani e asiatici cadono sotto l'influenza economica di Stati Uniti e Giappone, mentre alcuni paesi, come Argentina e Brasile, sviluppano autonomamente i propri sistemi produttivi.
- Gli Stati europei affrontano gravi difficoltà economiche nel dopoguerra, aggravate dall'inflazione e da una forte concorrenza sui mercati internazionali.
- I mercati europei sono destabilizzati, con paesi come la Russia rivoluzionaria e la Germania colpita dall'inflazione, che faticano a reintegrarsi nei circuiti commerciali.
- Nuovi stati emergenti nel dopoguerra adottano politiche protezionistiche, ostacolando il commercio internazionale e la ripresa economica.
- Gli Stati Uniti emergono come potenza economica dominante, con una produzione industriale in crescita e la capacità di esportare capitali, accumulando la metà delle riserve auree mondiali.
Indice
Controllo economico post-guerra
Dopo la Grande Guerra i mercati sudamericani e asiatici passano quasi completamente sotto il controllo dell'economia statunitense e giapponese. D'altro canto gli stessi paesi più prosperi di queste aree (ovvero l'Argentina, il Brasile, l'Austria) sfruttano l'occasione per sviluppare i propri sistemi produttivi, capaci di produrre beni che dall'Europa non arrivano più.
Alla fine della guerra gli Stati europei oltre che sommersi dall'inflazione si trovano anche a dover fronteggiare una concorrenza sui mercati internazionali che è molto più forte e organizzata di prima del 1914.Squassamento dei mercati europei
Gli stessi mercati europei, almeno nell'immediato dopoguerra, sono del tutto squassati. Vi erano aree che a causa delle vicende della guerra e del dopoguerra sono praticamente fuori dai circuiti di mercato, è il caso della Russia rivoluzionaria, ma in una certa misura è anche il caso della Germania, che era totalmente piegata sotto il peso dell'inflazione.
A peggiorare ulteriormente il quadro sta il fatto che i numerosi nuovi Stati nati nel dopoguerra, per la dissoluzione dell'Austria- Ungheria o per la crisi attraversata dalla Russia, tendono ad adottare subito "politiche economiche protezionistiche", nella speranza di potersi dotare di propri autonomi sistemi produttivi e ciò rende difficile una ripresa degli scambi commerciali.
Ascesa economica degli Stati Uniti
Da tutto questo contesto, gli Stati Uniti cominciano a emergere come la potenza che ha ottenuto il massimo di benefici economici della guerra. Tra il 1913 e il 1920 la produzione industriale nord-americana e aumentata del 22% mentre quella europea è diminuita del 23%. La bilancia commerciale è diventata talmente favorevole che tra guerra e dopoguerra gli Stati Uniti sono in grado di immagazzinare la metà delle riserve auree mondiali. Questa situazione ha fatto sì che i principali paesi dell'intesa abbiano contratto pesanti debiti di guerra con le banche, con le imprese e con il governo statunitense, che hanno accumulato le risorse per concederli. Oltre a questo gli Stati Uniti sono diventati anche i principali esportatori di capitali nel mondo, infatti alla fine della guerra il 30% degli investimenti delle banche o delle imprese statunitensi risultano collocati in banche, imprese e società per azioni europee.
Domande da interrogazione
- Quali paesi hanno beneficiato maggiormente del controllo dei mercati sudamericani e asiatici nel dopoguerra?
- Quali sfide hanno affrontato gli Stati europei nel dopoguerra?
- Come hanno reagito i nuovi Stati nati nel dopoguerra in termini di politiche economiche?
Gli Stati Uniti e il Giappone hanno quasi completamente preso il controllo dei mercati sudamericani e asiatici dopo la Grande Guerra.
Gli Stati europei hanno dovuto affrontare l'inflazione e una concorrenza internazionale più forte e organizzata rispetto a prima del 1914.
I nuovi Stati hanno adottato politiche economiche protezionistiche per sviluppare sistemi produttivi autonomi, complicando la ripresa degli scambi commerciali.