Concetti Chiave
- L'Età Crispina segna un periodo di sviluppo industriale sostenuto dal protezionismo statale, con una classe operaia organizzata e una politica autoritaria che reprime le rivolte contadine. Durante questo periodo, si verifica un'emigrazione significativa verso l'America e il fallimento della campagna imperialista in Etiopia.
- La grande depressione in Europa, dal 1873 al 1896, è causata dalla riduzione delle risorse aurifere e dalla sovrapproduzione. Questa crisi porta alla nascita del capitalismo finanziario e dei monopoli che sfruttano le colonie, contribuendo a tensioni internazionali che sfociano nella guerra.
- Giovanni Giolitti introduce riforme moderate come il suffragio universale maschile, ma il suo governo è limitato dal conflitto tra rivoluzionari e riformisti. La sua politica estera include la controversa guerra in Libia e le tensioni nei Balcani.
- All'inizio del XX secolo, il socialismo si diffonde in Europa, influenzato dalle idee marxiste. I movimenti socialisti si dividono tra rivoluzionari e riformisti, mentre la Chiesa Cattolica risponde con l'enciclica "Rerum Novarum" e la nascita della Democrazia Cristiana.
- La Prima guerra mondiale è innescata dall'assassinio di Sarajevo, ma le vere cause sono i contrasti tra le potenze europee. La guerra, iniziata nel 1914, vede scontrarsi la Triplice Intesa e la Duplice Monarchia, trasformandosi rapidamente in un conflitto di logoramento e posizione.
Indice
- L'industria e la questione meridionale
- Il governo Crispi e le sue politiche
- La grande depressione in Europa
- Giolitti e le sue riforme
- Movimenti socialisti in Europa
- La nascita della democrazia cristiana
- La seconda Internazionale e la guerra
- Cause della Prima guerra mondiale
- L'Italia nella Prima guerra mondiale
- La fine della Prima guerra mondiale
- La rivoluzione russa del 1917
- La nascita dell'URSS
- La Troika e la NEP
- La crisi economica e la dekulakizzazione
- Regimi totalitari in Europa
- Il Giappone e il Patto tripartito
- La Cina e la Grande marcia
- La situazione in Inghilterra e Francia
- L'espansione della Germania nazista
- L'inizio della Seconda guerra mondiale
- La guerra in Europa e il ruolo degli alleati
- La resistenza italiana e la liberazione
- L'Olocausto e la fine della guerra in Europa
- La resa del Giappone e la fine della guerra
- Conferenze post-belliche e l'ONU
L'industria e la questione meridionale
L’industria a fine ‘800 è appoggiata dallo Stato (protezionismo) e c’è corruzione.
Lo sviluppo industriale si concentra nel triangolo, mentre al sud nasce la questione meridionale perché vige ancora la logica feudale (da qui arriva la manodopera per le fabbriche del nord). Nasce una classe operaia anarchica e organizzata e matura la destra dei colonnelli che vuole risolvere la situazione in modo autoritario.Il governo Crispi e le sue politiche
Il governo Crispi ha 2 fasi: (dopo morte di De Pretis) 1887-1891, biennio giolittiano 1892-1893 (dimesso per scandalo banche romane). Crispi attua da subito una politica autoritaria reprimendo le rivolte contadine (non c’è una riforma agraria per il protezionismo di De Pretis) che vedono in Sicilia la formazione dei fasci siciliani, oltre alle nascenti operaie (sempre più sindacalizzate) per la politica industriale dell’Italia. Così la borghesia industriale (oltre al re) appoggia Crispi. In questo periodo comincia l’emigrazione verso l’America. Il secondo governo è imperialista e cerca d’invadere l’Etiopia, ma viene sconfitto e si dimette.
Gli succede un governo militare dove le rivolte vengono represse duramente fino alla strage di Beccaris dove muoiono cento persone e che fa temere la guerra civile. Il 29 luglio 1900 viene assassinato re Umberto I (gli succede Vittorio Emanuele III) ponendo fine alle tensioni.
La grande depressione in Europa
Dal 1873 al 1896 in Europa si diffonde una grande depressione a causa della riduzione delle risorse aurifere in California che provoca, per prima, cosa la riduzione della carta moneta (per il “gold standard”) e fa fallire le piccole imprese e ridurre il capitale delle grandi. Questa crisi è anche causata dalla sovrapproduzione e dall’eccessiva concorrenza provocata dallo sviluppo di nuove tecnologie che permettono trasporti più veloci e conservazione dei cibi. Nasce un nuovo capitalismo basato sul capitale finanziario (connubio stato-banche-grandi industrie).
Gli stati europei dunque attuano una politica protezionistica e statalista con un finanziamento delle industrie da parte dello stato (con l'aiuto delle banche). Nascono i monopoli (trust) orizzontali (formazione di grosse aziende che hanno controllo di un intero settore) o verticali (azienda che controlla una sola fase della produzione del prodotto). I monopoli si formano sfruttando le colonie (sia materie prime che manodopera) e risparmiando sull’esportazione. Questi monopoli però causano conflitti (Inghilterra e Germania per Medio Oriente) che portano alla guerra. Nascono, inoltre, nuovi ceti medi (funzionari pubblici, tecnici, impiegati per burocrazia) ma non sonosupportati da comunisti e socialisti.
Giolitti e le sue riforme
Nel biennio 1892-1893 (sostituito Crispi) Giolitti è ministro degli interni di Zanardelli e primo ministro dal 1906 al 1909 edal 1910 al 1914. La prima fase è riformatrice anche se con riforme lievi (suffragio universale maschile per gli alfabeti e statalizzazione previdenza privata), la seconda fase vede un’influenza dei partiti conservatori (nazionalisti e cattolici) che lo spingono alla guerra in Libia che causa un risveglio della questione balcanica che viene sedata momentaneamente dalle potenze. Poi seda violentemente anche le rivolte contadine al sud (per la prima volta insieme ai salariati agrari).
I limiti del governo Giolitti sono la divisione tra rivoluzionari e riformisti: i rivoluzionari non hanno una strategia, mentre i riformisti penetrano nel Parlamento e nei sindacati per fare riforme. Alle elezioni del 1914 vincono i socialisti e allora i liberali fanno il patto Gentiloni con i cattolici che li avrebbero appoggiati se avessero rinunciato alla legge sul divorzio.
Movimenti socialisti in Europa
All’inizio del XXI secolo in Europa nascono dei movimenti socialisti in seguito alla diffusione delle idee marxiste. Si pensa che il capitalismo ha delle contraddizioni interne che devono necessariamente sfociare in una rivoluzione socialista perché il proletariato è la maggioranza della popolazione e quindi deve ribellarsi per rivendicare i propri diritti. Nasce, dunque, in Germania il partito socialdemocratico che difende le masse dei più deboli (proletariato e piccola borghesia) che si divide in due parti: i più ortodossi rivoluzionari guidati da Kautsky che seguiva il determinismo economico marxista (la rivoluzione per effetto della crescita del proletariato), e i revisionisti riformisti di Bernstein che rinunciava alla rivoluzione (riforme graduali alleandosi con i borghesi).
Il movimento si allarga in tutta Europa: in Inghilterra si forma il sindacato Trade Union e nel 1900 il Partito laburista. In Francia si formano i sindacati rivoluzionari.
La nascita della democrazia cristiana
Il crescere dei movimenti socialisti atei provoca la nascita di sindacati e dei partiti cattolici. Nel 1891 Papa Leone XIII promulga l’enciclica “Rerum Novarum” in cui afferma la presa di posizione della Chiesa di fornte alle proteste operaie: essi devono smettere di protestare contro i più ricchi, ma i ricchi devono smetterla di trattare i più poveri come schiavi. Su queste basi nasce la Democrazia Cristiana nel 1942. Il movimento cattolico si divide in una componente reazionaria (guidata dai vescovi) e una più moderata (nei sindacati).
La seconda Internazionale e la guerra
La seconda Internazionale si forma nel 1889 a causa dei movimenti socialisti europei e sembra forte, ma allo scoppio della Prima guerra mondiale si sfalda in 24h: prima indice uno sciopero generale contro la guerra, ma quando vede che le masse sono favorevoli vota per la guerra.
Cause della Prima guerra mondiale
La Prima guerra mondiale
La goccia che fa traboccare il vaso è l’attentato di Sarajevo all’arciduca Francesco Ferdinando da parte di un nazionalista serbo (Princip), ma le cause reali sono altre:
- i contrasti tra Germania e Inghilterra per la flotta navale e per il Medio Oriente;
- lo scontro Germania-Francia per la sconfitta della seconda nella guerra franco-prussiana;
- la questione balcanica tra Austria e Serbia (appoggiata dalla Russia) che si inasprisce con l’invasione italiana della Turchia dopo la Libia(1912-13), così i Balcani attaccano la Turchia per espellerla dall’Europa, poi c’è un ridimensionamento della Bulgaria(sconfitta per l’Austria) e un rafforzamento Romania (filorussa);
- il contrasto Germania-Francia per il Marocco (nel 1911 c’è un compromesso con il Marocco a la Francia e parte dell’Africa mediterranea e Germania).
Inizia il 4 agosto 1914 e vede scontrarsi la Triplice Intesa (Francia-Inghilterra-Russia) e la Duplice Monarchia (Austria-Germania). La guerra prevede due piani: il Piano Schliffen (aggirare Francia dal Nord prendendo il Belgio neutrale e approfittando dei tempi preparativi della Gran Bretagna e della debolezza interna della Russia) e il Piano francese (sfondare dalla Lorena l’esercito tedesco penetrando il più possibile in Germania). Entrambi falliscono in poco tempo, così la guerra diventa di logoramento e di posizione. Ogni paese si mobilita per produrre armi da mandare al fronte e si combatte nelle trincee cercando di arrecare il più possibile danno all’avversari. Infatti le armi nuove favoriscono la tattica difensiva (mitragliatrice, cannoni a getto rapido, filo spinato) a parte il gas che causa molte vittime anche negli eserciti amici.
L'Italia nella Prima guerra mondiale
L’Italia entra in guerra il 24 maggio 1915 dopo il contrasto tra neutralisti e interventisti: i primi erano cattolici e socialisti, i secondi si dividevano in patriottici (che volevano completare l’unificazione con Trento e Trieste), democratici (rafforzare la democrazia entrando a fianco di potenze democratiche europee) e rivoluzionari (che vedevano nella guerra la creazione di un popolo audace e organizzato che si sarebbe rivoltato con coscienza). Giolitti vuole patteggiare la neutralità con l’Austria in cambio di Trento e Trieste, ma Salandra cede agli interventisti e stipula in segreto il patto di Londra: il re annuncia la guerra pochi giorni prima e minaccia di abdicare se il Parlamento avesse rifiutato. Così si entra in guerra a fianco dell’Alleanza.
La fine della Prima guerra mondiale
Nel 1917 si arriva a un punto di esasperazione per l’eccessivo prolungamento della guerra (doveva essere una guerra lampo) ed è questo l’anno risolutivo perché l’America entra in guerra esasperata dagli attacchi tedeschi ai sottomarini nell’Atlantico (nonostante l’opinione pubblica fosse contro). La Russia si ritira nell’ottobre del 1917 per la rivoluzione e la Germania ne approfitta per fare un patto di non aggressione così si concentra ad ovest. Ma le risorse sono ormai agli sgoccioli e gli USA annientano i tedeschi che si arrendono nel novembre del 1918.
A Versailles viene stipulato il Piano Wilson in 14 punti che prevedeva: la creazione della Società delle Nazioni, togliere Danzica, Alsazia e Lorena alla Germania, la diminuzione delle truppe, cedere flotta a GB e pagare spese di guerra. L’Austria venne divisa in vari stati (Ungheria, Cecoslovacchia, Trento e Trieste a Italia), la Turchia viene ristretta ai suoi confini attuali e il Medio Oriente se lo spartiscono Francia (Iran) e Inghilterra (Iraq e Palestina). Nasce la Iugoslavia, ma nessuno stato è pienamente soddisfatto.
E’ una crisi economica,sociale e culturale.
Ogni stato è insoddisfatto e considera la vittoria una vittoria mutilata. C’è lo spettro della rivoluzione comunista sul modello russo. Il malcontento si ripercuote sulla popolazione e nascono spinte di massa che ora si sanno organizzare e sanno usare le armi: hanno coscienza di classe, scioperano e manifestano staccandosi dai sindacati, ma non c’è appoggio dei ceti medi. Tutto è peggiorato dalla situazione economica: prima gli stati producevano solo per la guerra modificando la produzione e imponendo regole che impedivano le rivolte, e ora c'è indecisione sulla produzione. Inoltre, vengono tolti i calmieri (via il “gold standard”), diminuisce il valore della cartamoneta e impazzisce l’inflazione (in Germania devono ritirare i vecchi marchi perché non valgono più niente). Gli USA approfittano del ritiro di capitali britannici dalle colonie sudamericane per influenzarne l’economia. Il mondo si avvia verso l’egemonia americana.
La rivoluzione russa del 1917
Alla fine del 1800 la guerra di Crimea (53-56)ha causato una crisi dello zarismo perché è risaltata l’arretratezza economica dello stato. Ciò è dovuto alla troppa schiavitù: ci sono ancora i servi della gleba vincolati alla terra, i servi statali che pagano tasse allo stato e i servi domestici che appartengono alla nobiltà. Le proteste contadine spingono lo zar Alessandro II ad eliminare la servitù della gleba nel 1861 in vista dello sviluppo industriale, per avere una classe proletaria. Le terre esono organizzate in mir (terre del villaggio che coltivano le singole famiglie): quello che serve a loro se lo tengono, il resto è di proprietà del mir, ma alcune famiglie intraprendenti cominciano a comprare le terre e si arricchiscono a discapito di altre che si riducono a lavorare anche le terre dei più ricchi. Si arriva, dunque, a chiedere una redistribuzione delle terre. Oltre alle proteste contadine si aggiungono quelle della nascente classe operaia che è in condizioni disastrose e della borghesia industriale che vuole una monarchia costituzionale con un parlamento aristocratico-borghese, la Duma.
Nel febbraio 1917 dunque queste proteste sfociano in una rivoluzione, Nicola II abdica e si forma un dualismo di potere: i Soviet (che sono il vero potere) i sindacati (prima degli operai, poi dei contadini e dei militari), e il governo provvisorio di Kerenskij e la Duma. Ci sono quattro partiti: i cadetti (borghesi liberali), i socialisti rivoluzionari (contadini), i menscevichi (riformisti) e i bolscevichi (rivoluzionari). Gli ultimi due sono socialdemocratici che nel 1912 si dividono. Nell’estate 1917 i socialisti rivoluzionari si alleano coi bolscevichi che hano in mano i soviet e si basano sul programma di Lenin delle Tesi d’Aprile: potere ai soviet, pace ad ogni costo per dare esempio, riforme agrarie e sociali e formazione di Assemblea Costituente.
La nascita dell'URSS
Il 7 novembre (25 ottobre per gli ortodossi) del 1917 scoppia la seconda rivoluzione che termina con la cacciata del governo provvisorio, la redistribuzione terre e la pace subito. L’Assemblea viene però sciolta subito perché la maggioranza silenziosa (63% dei contadini) vota i socialisti rivoluzionari. La rivoluzione per Lenin deve articolarsi in tre fasi:
- una dittatura democratica di proletari e contadini per le riforme agrarie e sociali;
- una rivoluzione democratica in visione internazionalistica;
- una rivolta socialista in paesi con proletariato maggioritario per aiutare la Russia.
Dopo la guerra si firma la pace di Brest-Litovsk che viene, però, considerata vergognosa e che genera un malcontento che porta alla guerra civile. Si sfidano Armata rossa (Troskij) e Armata bianca (controrivoluzionari e intesa) e durante questa viene assassinata la famiglia dei Romanov. Vince l’armata rossa nel 1920 e per ristabilire l’economia si insatura il comunismo di guerra: un dirigismo economico con un'industria statalizzata e dei contadini che danno le eccedenze allo stato. Così Lenin rafforza il potere dei soviet e del partito istituendo un politburo (max dirigenti) e una segreteria (Stalin). Ma il comunismo di guerra fallisce e Lenin instaura la NEP (1921): liberalizzazione di produzione agraria, commercio al dettaglio ,artigianato ed eccedenze vendibili, grande industria allo stato. Nascono i “nepmeni” (finanzieri, mercanti, borghesi urbani) e aumentano i kulaki(contadini ricchi) Si rischia, però, di tornare al capitalismo.
Nel 1922 nasce l’URSS.
La Troika e la NEP
Il 21 gennaio 1924 Lenin muore e nel suo testamento non pensa che ci sia qualcuno in grado di succedergli (non fu pubblicato). Nasce, dunque, la Troika (Stalin, Kamenev, Zinovev) contro Troskij, e si formano una destra (Stalin-Bucharin) e una sinistra (Kamenev, Zinovev e Troskij): i primi vogliono continuare la NEP, i secondi il comunismo di guerra ed estendere la rivoluzione in Europa. Si scontrano i vincitori Stalin e Bucharin: il primo vuole pianificazione, il secondo è filo contadino.
La crisi economica e la dekulakizzazione
Nel 1927 c’è una nuova crisi economica e la colpa viene data ai kulaki che nascondono il grano in eccesso al posto di venderlo. Si fa una dekulakizzazione che danneggia però la Russia perché i contadini più bravi vengono eliminati. In risposta tutti i contadini si auto liquidano bruciando l’eccesso. Si creano i kolchoz, fattorie collettive dove i contadini coltivano terre comuni con mezzi comuni ma controllati dallo Stato che li sottopone alla pianificazione industriale. Le materie prime dei kolchoz vengono comprate dallo Stato a prezzi bassissimi. La pianificazione quinquennale (dal ’28) prevede un obiettivo da raggiungere in 5 anni e causa un aumento di industrie pesanti (statalizzate) per colmare il gap tecnologico con gli USA a discapito dei beni di consumo. Questo genera malcontento.
Regimi totalitari in Europa
In Austria il governo è in mano al partito cristiano-sociale e il cancelliere è Dollfuss che aboliscetutti i partiti instaurando un regime fascista patriottico ispirato a quello italiano. Nel 1934 le SS lo assassinano perché si oppone al progetto pan-germanista.
Si crea l’asse Roma-Berlino (25 ott 1936) antibolscevica e nel 1937 l’Italia esce dalla SN.
I regimi totalitari che coinvolgono le masse compaiono anche in Grecia (Metaxas al potere), Lettonia, Estonia e Turchia; rimane democratico la Cecoslovacchia.
Il Giappone e il Patto tripartito
Avviene una modernizzazione del paese dall’alto in senso economico ma non si vuole la democrazia. C’è una gerarchia e i lavoratori non hanno diritti. L’economia è controllata dai gruppi industriali Mitsui e Mitsubishi. Però il paese è povero di materie prime, così comincia a commerciare nel mondo diventando protagonista del mercato internazionale. Ma ha bisogno di nuovi sbocchi anche a occidente così comincia a invadere la Manciuria e a scontrarsi con la Russia. Nel 1931 il Giappone attacca la Cina riuscendo a conquistare la regione. Ma ci sono ancora problemi per l’arretratezza delle campagne, mentre le città sono in espansione. Così si creò un regime totalitario basato sul sentimento dei samurai, eroici, medievali e contro tutto ciò che turbi l’ordine celeste del Giappone (lo sviluppo economico per loro era il male). Aumentano i consensi intorno all’esercito dopo una serie di colpi di stato, così il Giappone si allea con la Germania e l'Italia il 27 settembre 1940 nel Patto tripartito basato su tre punti:
- l'appoggio in caso di attacco di uno di questi tre stati
- la creazione di un nuovo ordine geo-politico
- stabilire un rinnovo del patto dopo la scadenza di 10 anni.
La Cina e la Grande marcia
La cina ha molte materie prime e tanti territori coltivabili. E' quindi una buona colonia per il Giappone che vuole invaderla nella Manciuria. Il governo cinese è comunista. Nei trattati di Versailles è stata sfavorita e ora si trova in crisi per la morte dell’imperatore (il successore è un bambino). Si sviluppa il Partito Kuomintang dal programma nazionalistico e socialista guidato da Sun Yet-sen. I contadini vengono vessati e i proprietari terrieri si alleano con i militari. Ma Chang Kai-shek (succeduto a Sun dopo la morte) nel 1927 rompe l’alleanza tra comunisti e nazionalisti perché cengono uccisi molti operai e capi comunisti nell’offensiva. I comunisti diventano, dunque, stranieri in casa loro e vengono ridotti alla clandestinità. Si riorganizzano in una società pro-contadina guidata da Mao Tze-tung che fonda le basi per un nuovo movimento rosso nel 1928 a Hunan. Egli afferma che in un paese agrario come la Cina, la rivolta deve essere dei contadini, non degli operai. La vittoria è impossibile se non si applicano subito gli elementi fondamentali del socialismo, deve essere un processo progressivo e lungo. Mao ha idee diverse rispetto a quelle russe.
Dopo la sconfitta dell’esercito comunista da parte di Kai-shek (che preferisce concentrarsi più sulla repressione dei comunisti che sull’invasione Giapponese), c’è una ritirata comunista: la Grande marcia (1934) verso il nord della Cina per potersi riorganizzare. Mao riesce a trasformare la sconfitta in una motivazione che spinge il suo esercito a rispondere, dopo un anno, all’attacco nazionalista. Durante la ritirata (oltre 9000 Km) muoiono i 4/5 dell’esercito e si raggiunge una zona vicina a quella dell’incursione giapponese. La marcia diventa un movimento di liberazione della Cina dallo straniero. Anche il Kuomintang di Chang decide di lasciar perdere le inimicizie con i comunisti (pur sempre cinesi) e decide di allearsi contro il Giappone in un fronte unito anti-giapponese (niente più repressione del comunismo e rinuncia alla lotta di classe agraria). Il Giappone penetra nelle città che vengono sfruttate duramente, ma le resistenze rurali (sempre più comuniste) si fanno sentire dal 1937.
Questi conflitti sono una del cause della seconda guerra mondiale.
La situazione in Inghilterra e Francia
In Inghilterra vanno al potere i laburisti di McDonald che, per risolvere la crisi di disoccupazione, usa mezzi drastici e porta il suo partito ad abbandonarlo. Così si allea con le forze di destra: si svaluta la sterlina e si fa protezionismo. Nel 1931 si creano governi di coalizione per privilegiare l’interesse nazionale.
In Francia ci sono una sinistra comunista forte e una destra che si ispira al fascismo ma odia i tedeschi: l’Action franceise razzista, autoritaria e cattolica.
La SN è impotente di fronte ad eventi come la guerra d’Etiopia nel 1935 o all’invasione del Giappone in Manciuria nel 1931 o ancora la guerra in Spagna nel 1936.
L'espansione della Germania nazista
La Germania è ricca di alleanze (Roma-Berlino, Sud America) e ha raggiunto il primo obiettivo: l’annessione dell'Austria. Il secondo è l’annessione dei Sudeti (minoranza cecoslovacca) e nel 1938, con l'approvazione della Polonia e del Patto di Monaco (ottobre 1938) di Francia, Inghilterra e Italia, invade la Cecoslovacchia e cinque mesi dopo Hitler prende Praga violando il patto. Il 22 maggio 1939 invade l’Albania e si firma il Patto d’acciaio tra Italia e Germania. Il 23 agosto si firma il patto di non aggressione (Patto Molotov - VonRibbentropp) così la Russia può prendere metà Polonia, il Baltico e la Finlandia.
L'inizio della Seconda guerra mondiale
Il 1 settembre 1939 Hitler invade Danzica entrando in Polonia (terzo obiettivo): comincia la guerra. Le potenze intervengono in favore della Polonia ma il 5 settembre il Giappone (non ancora alleato) e gli USA si dichiarano neutrali.
La guerra in Europa e il ruolo degli alleati
La Seconda guerra mondiale è diversa dalla prima che era di posizione: questa volta di usano nuove armi come gli aerei e i carri armati (i tedeschi hanno le “panzer divisionen” e pensano di vincere velocemente). La Russia attacca la Finlandia a novembre ma l’avrebbe presa solo a marzo. Hitler, dopo la conquista di Danzica e della Norvegia, nell’aprile 1940 cerca di raggiungere la linea Maginot in Francia invadendo il Belgio senza dichiarare guerra. L’Inghilterra accorre in aiuto dei francesi ma non riesce a sconfiggere i tedeschi e si devono ritirare a Dunkerque (l'unico porto rimasto libero). Il 14 giugno i tedeschi entrano a Parigi. Ne vuole approfittare Mussolini, ma perde perché impreparato (10 giugno 1940). Hitler si concentra ora sull’Inghilterra: vuole sconfiggere la flotta con la sua aviazione. Churchill rifiuta tutti i trattatati proposti così tra agosto e settembre del 1940 avviene la battaglia d’Inghilterra e la RAF inglese vince. Intanto l’Italia cerca di entrare in Egitto e Churchill l'attacca con 3000 soldati: gli italiani (in 20.000) perdono. Anche in Albania gli italiani vengono sconfitti dai Greci e Mussolini comincia a perdere consensi sia tra gli italiani che tra i tedeschi.
La Francia viene divisa in due parti: a nord il regime autoritario diretto, al centro-sud uno stato satellite con governo fascista francese collaborazionista nazionalista e autoritario che imprigiona i comunisti e i militari francesi guidati da De Gaulle (a capo poi della resistenza).
Nel 1941 la guerra diventa mondiale. Entrano in gioco anche USA, URSS e Giappone.
Nel giugno 1941 Hitler viola il patto di non aggressione e invade la Russia: all’inizio i panzer riescono a sfondare l’esercito russo, ma poi, più si penetrava nel continente, più le temperature si fanno fredde e le scorte lontane. A dicembre arriva presso Mosca dopo aver preso S. Pietroburgo(si chiamava Leningrado) e le temperature basse (-45°) e il fango rallentano l’esercito che non trova niente sul suo cammino perché i russi bruciano tutto. Hitler cerca di prendere la capitale tre volte (a settembre, a ottobre e a novembre) ma fallisce per le resistenze. Così arretra e il 5 dicembre comincia la controffensiva russa: è la prima sconfitta terrestre della Germania nazista. A giugno del 1942 non riescono ancora a conquistare Mosca, così decidono di spostarsi sul Caucaso e prendere Stalingrado ma anche qui trovano una strenua resistenza. Nel settembre del 1942 Stalingrado resiste ancora ma Hitler non ordina la ritirata e la guerra continua per altri cinque mesi causando perdite enormi.
Intanto il Giappone (ora alleato di Hitler) attacca il porto di Pearl Harbour (Hawaii) il 7 dicembre 1941 perché gli USA hanno sospeso il commercio di materiali petroliferi con il Giappone che ha attaccato l’Indocina. Il giorno dopo l’attacco l’America dichiara guerra al Giappone.
Queste due potenze cominciano a intervenire anche in Europa: gli USA aiutano l’Italia a conquistare la Libia fino a El Alamein dove, però, viene sconfitta dagli inglesi nell’estate del 1942. Il Giappone affianca i tedeschi.
Nell’estate 1943 gli alleati sbarcano in Sicilia facilitati dagli scarsi mezzi bellici italiani: Mussolini (che continua a perdere consensi) vuole fare la pace con la Russia, ma Hitler no perché Stalin vuole isolare la Germania ormai stremata per le sconfitte in Africa e Russia. La popolazione però non si ribella e Hitler è convinto di poter vincere la guerra.
La resistenza italiana e la liberazione
Nel 1943 a Torino e Milano si fanno scioperi contro il regime e Mussolini viene arrestato il 25 luglio. Il governo passa in mano al generale Badoglio. Gli alleati chiedono all’esercito italiano di allearsi con loro e l’antifascismo viene fuori con manifestazioni che vengono represse per evitare il rovesciamento del governo. Si firma in segreto con gli alleati il 3 settembre 1943, ma la Germania scopre tutto e mette le truppe anche sul confine italiano. L’8 settembre Badoglio e il re scappano in Puglia.
Il 12 settembre i tedeschi liberano Mussolini e instaurano un governo fantoccio, la Repubblica di Salò, ma ormai l’esercito è abbandonato a sé stesso e ci sono molte diserzioni.
L’Italia viene occupata dai tedeschi fino a Termoli dove c’è la linea Gustav. Si organizzano le resistenze: il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), formato da organizzazioni spontanee comuniste, forma l’esercito partigiano (200.000 persone) dal 9 settembre del 1943. Nel 1944 Palmiro Togliatti torna da Mosca e rimanda le cose istituzionali a dopo la guerra.
Tra i partigiani ci sono le Brigate Garibaldi (comunisti), i GL (Giustizia e libertà di sinistra democratica), i nazionalisti (che eliminavano i tedeschi): è guerra civile. Il 13 marzo vengono uccisi dei nazisti dai GAP (gruppi d’azione patriottica) ma il giorno dopo c'è la strage delle Fosse Ardeatine (335 prigionieri italiani civili uccisi dai nazisti e buttati nelle cave).
Le resistenze italiane sono aiutate dai partigiani iugoslavi che però usano eccessiva violenza gettando nelle foibe i cadaveri dei nazisti e dei fascisti.
Oltre ad essere una guerra civile (contro i fascisti) e una guerra per la liberazione nazionale (contro i tedeschi), è anche una guerra per instaurare la democrazia.
L'Olocausto e la fine della guerra in Europa
In Germania continua la persecuzione di omosessuali, zingari, disabili, comunisti e soprattutto ebrei: si decide di farli fuori con ordine, prima rinchiudendoli in ghetti poi deportandoli nei lager dove vengono uccisi col gas. E' un eccidio (in Polonia da 3milioni ne rimasero 3000).
Il 6 giugno 1944 gli americani sbarcano in Normandia e in alcuni giorni liberano la Francia (25 agosto Parigi).
Gli alleati continuano ad avanzare e nel 1944 liberano la Toscana. Ma i nazisti pensano ancora di poter vincere perché stanno sviluppando, come gli USA, la bomba atomica e i nuovi V7, ma non riescono a terminare l’opera. Perciò i tedeschi resistono sulla linea gotica. Inoltre le città tedesche vengono bombardate, come Dresda che viene rasa al suolo nonostante i russi stessero arrivando via terra (63.000 morti). Hitler si salva da un attentato (Operazione Valchiria) il 20 luglio del 1944. Il 25 aprile 1945 Torino e Milano vengono liberate dai partigiani e 2 giorni dopo viene arrestato di nuovo Mussolini che cerca di scappare travestito da soldato tedesco. Il 28 aprile viene fucilato e appeso in Piazzale Loreto a Milano. Due giorni dopo Hitler si suicida e il 7 maggio 1945 il regime nazista firma la resa.
Il bilancio della guerra in Europa è di 5 milioni di morti tra i tedeschi , 20 milioni di russi, 1/3 dei polacchi e 6 milioni di ebrei.
La resa del Giappone e la fine della guerra
Ma continuano a combattere USA e Giappone: gli americani riescono a sviluppare la bomba atomica e la testano a luglio nel deserto del Nevada. Truman (succeduto a Roosvelt) decide di attaccare i giapponesi preoccupato di perdere considerazione rispetto all’ URSS verso l’Europa: il 6 agosto viene sganciata la prima bomba (little boy) su Hiroshima provocando 80.000 morti. Tre giorni dopo viene fatta esplodere la seconda (Fat man)su Nagasaki con altri 80.000 morti, ma le vittime crescono col tempo per via delle radiazioni.
Il 15 agosto 1945 i giapponesi si arrendono dopo la dichiarazione di guerra dell’URSS.
Conferenze post-belliche e l'ONU
Prima della fine della guerra gli USA e l'URSS si riuniscono a Teheran, a fine novembre del 1943, perché sapevano già di vincere: decidono di attaccare in Normandia per liberare la Francia e come spartirsi la Germania, che per Churchill deve dividersi per sempre, mentre per Stalin deve essere sottomessa.
A febbraio 1945 c'è la conferenza di Jalta dove Churchill, Stalin e Roosvelt si dividono le sorti del mondo. La Germania viene smembrata tra USA, URSS, Gran Bretagna e Francia diventando poi Germania Ovest e Germania Est, e si spartiscono le zone d’influenza.
Nell’estate del 1945, a Postdam, si prendono le ultime decisioni sulla Germania (spartizione e risarcimento) e sul Giappone a cui Truman (succeduto a Roosvelt) dà un ultimatum.
Nel gennaio 1946 l’ONU si riunisce a Londra per la prima volta: è stato istituito un Consiglio di Sicurezza (i membri fanno parte dei 5 stati vincitori) che deve garantire la pace, anche con le armi, ma col consenso unanime dei membri. C'è un segretario generale che gestisce le attività dell’ONU (può essere solo degli stati secondari). C’è un tribunale (la Corte Internazionale di Giustizia) che gestisce la tutela dei diritti dei popoli.
Il problema rimane quello di punire i crimini nazisti (che sono un capro espiatorio per chi ,come la Russia, ha a sua volta commesso eccidi). Per questi crimini, voluti dal popolo tedesco che aveva creduto in Hitler, si iniziano a punire i pochi ufficiali rimasti. Si effettua il processo di Norimberga (autunno 1945) dove si introducono i reati di: crimini di guerra, crimini contro la pace e “crimini contro l’umanità. Alla fine, molti ufficiali nazisti vengono condannati dai tribunali tedeschi con pene miti o assoluzioni.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali cause della Grande Depressione in Europa tra il 1873 e il 1896?
- Come si sviluppò il movimento socialista in Europa all'inizio del XX secolo?
- Quali furono le conseguenze della Prima Guerra Mondiale per l'Italia?
- Quali furono le fasi principali della Rivoluzione Russa del 1917?
- Come si sviluppò il regime totalitario in Giappone prima della Seconda Guerra Mondiale?
La Grande Depressione in Europa fu causata dalla riduzione delle risorse aurifere in California, che portò a una diminuzione della carta moneta e al fallimento delle piccole imprese. Inoltre, la sovrapproduzione e l'eccessiva concorrenza dovute allo sviluppo di nuove tecnologie contribuirono alla crisi.
Il movimento socialista in Europa si sviluppò con la diffusione delle idee marxiste, portando alla nascita di partiti socialdemocratici e sindacati. In Germania, il partito socialdemocratico si divise tra rivoluzionari ortodossi e revisionisti riformisti, mentre in Inghilterra e Francia si formarono rispettivamente il Partito laburista e sindacati rivoluzionari.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, l'Italia affrontò una crisi economica, sociale e culturale. La vittoria fu percepita come "mutilata", e il malcontento portò a movimenti di massa organizzati e scioperi. L'economia era instabile, con inflazione e svalutazione della moneta, mentre gli Stati Uniti iniziavano a influenzare l'economia globale.
La Rivoluzione Russa del 1917 ebbe due fasi principali: la Rivoluzione di Febbraio, che portò all'abdicazione dello zar Nicola II e alla formazione di un governo provvisorio, e la Rivoluzione d'Ottobre, guidata dai bolscevichi, che portò alla cacciata del governo provvisorio e all'instaurazione di un regime socialista.
In Giappone, il regime totalitario si sviluppò attraverso una modernizzazione economica controllata dai gruppi industriali Mitsui e Mitsubishi, senza democrazia. Il paese, povero di materie prime, iniziò a espandersi militarmente, invadendo la Manciuria e scontrandosi con la Russia, mentre il sentimento nazionalista e militarista dei samurai influenzava la politica interna.