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Concetti Chiave

  • Dopo la Prima Guerra Mondiale, l'Italia fu divisa tra interventisti e neutralisti, con forti connotazioni ideologiche e politiche.
  • I reduci di guerra tornarono in un paese impoverito, dove il reinserimento nel mondo del lavoro risultò difficile.
  • Il periodo 1919-1920, noto come Biennio Rosso, fu caratterizzato da movimenti sindacali e occupazioni di terre e fabbriche.
  • Le elezioni del 1919, con il sistema proporzionale, rafforzarono i partiti come il Partito Popolare e il Partito Socialista.
  • Il Partito Socialista era diviso tra riformisti parlamentari e massimalisti che guardavano al modello sovietico.

Indice

  1. Conflitti post Prima Guerra Mondiale
  2. Difficoltà dei reduci e tensioni sociali
  3. Elezioni del 1919 e partiti emergenti

Conflitti post Prima Guerra Mondiale

Dopo la Prima Guerra Mondiale lo scontro tra interventisti e neutralisti continuò a cause della formazione di due blocchi psicologici: essere italiani e patrioti significava essere anche interventisti e dannunziani; essere rivoluzionari, repubblicani e democratici significava essere anche neutralisti e caporettisti.

Difficoltà dei reduci e tensioni sociali

I reduci di guerra avevano sacrificato moltissimi anni in trincea con la promessa di tornare nella loro patria e poter costruire un paese più progredito, ma questi tornavano più poveri di prima.

Reinserire i combattenti nella vita civile risultò molto difficile perché i lavori scarseggiavano. In questo modo aumentarono i conflitti tra i dirigenti delle diverse classi sociali: i sindacati e il Partito Socialista organizzarono manifestazioni cosi vaste che il periodo tra il 1919 e il 1920 prese il nome di Biennio Rosso. Le terre e le fabbriche furono occupate dai lavoratori e si cercò di organizzare la sovietizzazione della produzione.

Elezioni del 1919 e partiti emergenti

Nel 1919 si tennero le elezioni politiche con il sistema proporzionale cioè distribuiva i seggi ad ogni partito in proporzione ai voti che aveva ottenuto. In questo modo accresceva il ruolo del partito d non quello di ogni singolo candidato. Il Partito Popolare, fondato in quell’anno da Don Luigi Sturzo, riuscì a conquistare oltre 100 deputati e si batteva per una riforma dello Stato liberale, cioè avere una maggiore apertura verso le esigenze dei ceti più deboli. Il Partito Socialista, invece, ne uscì vincitore da queste elezioni, ma al suo interno c’erano diverse spaccature causate dalle diverse interpretazioni sociali e politiche.

SOCIALISTI

- Riformisti: favorevoli ad un’azione parlamentare di riforma sociale e non condividevano l’interpretazione del marxismo offerta dalla rivoluzione.

- Massimalisti: vedevano nel modello sovietico l’unica traduzione delle teorie marxiste.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali tensioni sociali dopo la Prima Guerra Mondiale?
  2. Dopo la guerra, i reduci affrontarono difficoltà nel reinserimento civile a causa della scarsità di lavoro, portando a conflitti sociali e manifestazioni organizzate dai sindacati e dal Partito Socialista, culminando nel Biennio Rosso.

  3. Quali furono i risultati delle elezioni del 1919 in Italia?
  4. Le elezioni del 1919, svolte con il sistema proporzionale, videro il successo del Partito Popolare, che ottenne oltre 100 deputati, e del Partito Socialista, che emerse vincitore ma con spaccature interne.

  5. Quali erano le differenze tra i riformisti e i massimalisti all'interno del Partito Socialista?
  6. I riformisti erano favorevoli a un'azione parlamentare di riforma sociale, mentre i massimalisti vedevano nel modello sovietico l'unica traduzione delle teorie marxiste.

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