Concetti Chiave
- Gli anni '20 negli Stati Uniti furono un periodo di grande prosperità, alimentato dalla domanda europea di beni americani dopo la prima guerra mondiale.
- La ripresa delle industrie europee e la saturazione del mercato interno statunitense portarono a una crisi di sovrapproduzione, con prodotti invenduti e aziende indebitate.
- Il crollo della borsa di Wall Street, noto come "giovedì nero" del 1929, segnò l'inizio della grande depressione, con un drastico calo del valore delle azioni e fallimenti bancari.
- La mancanza di intervento governativo sotto la presidenza di Herbert Hoover aggravò la crisi, portando a un aumento della disoccupazione e alla povertà diffusa.
- La percezione negativa del presidente Hoover portò alla nascita delle "Hooverville", baraccopoli create dai disoccupati nelle periferie delle città americane.
Indice
Gli anni ruggenti
Gli anni 20 negli Stati Uniti erano assolutamente fiorenti, tanti da essere definiti "anni ruggenti", questo perché gli Stati Uniti avevano collaborato con le potenze europee nella prima guerra mondiale e erano creditori di vari stati.
Le industrie europee, infatti, si erano completamente asservite alla produzione bellica e quindi avevano smesso di produrre per i servizi civili, mentre altre industrie erano state completamente distrutte, perciò i prodotti che circolavano in Europa, provenivano esclusivamente dagli Stati Uniti (che aiutarono anche la Germania nel '23).
Crescita e debiti
I produttori statunitensi immaginarono una crescita senza fine, senza limite e iniziarono ad investire per aumentare la produzione sia nel settore industriale che quello agricolo.
Molti, per meccanizzare le industrie agricole e migliorare la produzione industriale, si indebitarono, per comprare macchine che venivano pagate a rate perchè si era sicuri di un aumento costante del volume di merci esportate.
Crisi di sovrapproduzione
In realtà nel giro di 10 anni le industrie europee si ripresero, furono riconvertite all’uso civile, le fabbriche distrutte vennero ricostruite e l’Europa non ebbe più bisogno di un grande quantitativo di merci americane.
Inoltre le merci prodotte in America erano beni di consumo durevoli ovvero beni non deperibili come elettrodomestici o auto, che una volta acquistate dalle famiglie, duravano per tutta la vita.
Quindi il mercato interno si saturò ma si interruppe il commercio all’interno dell’Europa e questo portò ad una crisi di sovrapproduzione, l’offerta eccedeva rispetto alla domanda (come aveva già previsto Marx), le merci rimasero invendute, le aziende che si erano indebitate per potenziare la loro produttività, dovevano comunque pagare le rate.
Perciò non solo andarono in fallimento le aziende ma anche i creditori che non ricevevano più i pagamenti delle aziende.
(questi avvenimenti sono alla base della cosiddetta "grande depressione").
Investimenti in borsa
A ciò dobbiamo aggiungere il fatto che ci fu una grossa fetta di popolazione che decise di investire in borsa.
Infatti chi aveva soldi da investire cercò di farli fruttare, acquistando le azioni delle aziende e rivenderle una volta aumentato il loro valore.
Ovviamente l’azione di un'impresa ha un valore proporzionale alla ricchezza dell’impresa stessa.
Perciò siccome per tutti gli anni '20 vi era stato un aumento, il valore delle azioni delle grandi aziende era cresciuto, di conseguenza aumentarono anche coloro che volevano arricchirsi, vendendo a prezzi più alti, le azioni.
Il giovedì nero
Ma alla fine degli anni 20 il valore scese in modo vertiginoso, le aziende e gli istituti bancari fallirono. Il 24 ottobre 1929, giorno ricordato con il nome di giovedì nero, ci fu il crack della borsa di Wall Street: i valori scesero a livelli bassissimi e immediatamente ci fu il panico tra gli azionisti perché fu l’inizio di una crisi durissima.
Le conseguenze della crisi
Naturalmente gli azionisti iniziarono a vendere le proprie azioni e questo causò un ulteriore abbassamento del valore delle azioni, ciò causò il fallimento delle industrie e il conseguente aumento della disoccupazione nelle industrie. Ci fu un vero e proprio circolo vizioso che portò, in poco tempo, la maggior parte della popolazione statunitense, in condizione di povertà estrema, molti si suicidarono.
L'era di Herbert Hoover
Nel frattempo negli Stati Uniti al potere c’era Herbert Hoover, che era convinto della bontà del sistema liberista (secondo le teorie del liberismo,lo stato non deve intervenire nel settore economico), fiducioso nelle capacità del mercato di auto regolarsi e perciò lui non fece assolutamente nulla, non intervenne.
La situazione precipitò al punto che nelle periferie di tutte le metropoli americane, nacquero delle vere e proprie baraccopoli improvvisate, create da disoccupati, miserabili e persone che avevano perso la casa, la propria terra.
Proprio perché nella percezione della popolazione, una delle cause di questa situazione, risiedeva nelle scelte del presidente, queste baraccopoli vennero chiamate Hooverville.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della crisi del 1929 negli Stati Uniti?
- Come influenzò la ripresa delle industrie europee l'economia statunitense?
- Quali furono le conseguenze immediate del crollo della borsa di Wall Street nel 1929?
- Qual era la posizione del presidente Herbert Hoover riguardo alla crisi economica?
- Cosa rappresentavano le "Hooverville" e perché furono chiamate così?
Le cause principali furono la sovrapproduzione industriale e agricola, il crollo del mercato azionario e la mancanza di domanda per i beni di consumo durevoli, insieme all'indebitamento delle aziende e degli investitori.
La ripresa delle industrie europee ridusse la domanda di merci americane, contribuendo alla sovrapproduzione e alla crisi economica negli Stati Uniti.
Il crollo portò al fallimento di aziende e istituti bancari, un aumento della disoccupazione e un circolo vizioso di povertà estrema tra la popolazione statunitense.
Herbert Hoover era convinto della bontà del sistema liberista e non intervenne nell'economia, fiducioso che il mercato si sarebbe auto-regolato.
Le "Hooverville" erano baraccopoli improvvisate create da disoccupati e persone che avevano perso tutto, chiamate così in riferimento al presidente Hoover, ritenuto responsabile della crisi.