Concetti Chiave
- La crisi del 1929, iniziata negli Stati Uniti, ebbe un impatto devastante sull'Europa, influenzata dal legame economico creato dai prestiti americani, specialmente in Germania.
- Il New Deal di Roosevelt segnò un cambio radicale nella politica economica americana, puntando su investimenti pubblici e grandi opere per ridurre la disoccupazione e stimolare l'economia.
- In Italia, Mussolini cercò di contrastare la crisi economica attraverso l'autarchia e la creazione di enti pubblici come l'IMI e l'IRI per sostenere i settori in difficoltà.
- Negli anni '30, Mussolini riprese la politica coloniale, culminando con la conquista dell'Etiopia, nonostante le sanzioni imposte dalla Società delle Nazioni.
- L'avvicinamento tra Italia e Germania si intensificò nella seconda metà degli anni '30, influenzato da eventi come la guerra civile spagnola e le leggi razziali italiane del 1938, ispirate a quelle tedesche.
Indice
L'apice del fascismo e la crisi del '29
Negli anni del ‘29 vi è l'apice del fascismo con i patti lateranensi e il plebiscitismo.
Negli anni ‘30 il fascismo cambia come cambia tutta l'Europa, l'effetto scatenante di questo cambiamento fu la crisi del '29, questa crisi iniziata negli Stati Uniti ebbe un effetto enorme su tutta l'Europa, poiché gli Stati Uniti dopo la Prima Guerra Mondiale, nel ‘17 particolarmente, hanno avuto un'evoluta importanza. La crisi si propaga in Europa perché vi era stato l'intervento finanziario degli Stati Uniti in Europa e quindi erano legati. Es. il prestito dei soldi in Germania.
Negli anni ‘20 ci fu in generale un grande progresso economico con grandi investimenti. Questo clima di ottimismo portò ad una politica economica abbastanza spregiudicata e alla concessione di prestiti, soprattutto mutui ad alto rischio. -> subprime
La crisi economica e il New Deal
Nel 1929 questi crediti non rientrarono e ci fu una crisi del settore bancario, molti investitori cercarono di vendere le loro azioni e questo portò, poi, al famoso Giovedì Nero del 1929 che causò il crollo della borsa di Wall Street. Le banche iniziarono a non dare più investimenti all’industrie e, di conseguenza, ci fu una grande crisi industriale con numerosi fallimenti, riduzione di personale, aumento enorme della disoccupazione che, a sua volta, colpì il potere d’acquisto che aggravò ulteriormente la crisi economica. Il governo americano e il suo presidente Hoover intervennero cercando di tagliare la spesa pubblica in determinati settori con risultati decisamente controproducenti. Questa situazione fu risolta lentamente quando fu eletto il nuovo presidente Roosevelt che cambiò decisamente politica con il New Deal (nuovo corso) che era l’opposto della politica precedente cioè nell’intervento dello stato con grandi investimenti pubblici per recuperare la disoccupazione e aumentare il potere d’acquisto della gente, di conseguenza l’economia sarebbe potuta ripartire. Gli Stati Uniti investirono molto in grandi opere pubbliche come sovrastrutture non sempre utili. L’importante era che venisse assorbita la disoccupazione. E’ una politica dal basso.
L'autarchia italiana e le politiche di Mussolini
In Italia teoricamente la crisi non doveva arrivare, perché uno dei capi saldi (aspetti importanti) di Mussolini, era l’autarchia (autonomia economica, cioè l’autosufficienza); la crisi arrivò non subito, ma all’inizio degli anni ‘30. Mussolini ebbe una politica anti crisi, anche lui intervenendo grazie allo stato, e crea due enti pubblici:
• IMI: istituto mobiliare Italiano, che aveva il compito di concedere prestiti a tassi molto favorevoli ai settori in crisi.
• IRI: istituto ricostruzione industriale, il più famoso, che prevedeva l’ingresso dello stato come azionista in alcune industrie; di fatto queste industrie diventarono a direzione statale.
Inoltre Mussolini continuò una politica già iniziata precedentemente, che consisteva nella bonifica di zone paludose e la trasformazione in zone coltivabili, con la creazione anche di alcune città. Questo ebbe un grande sviluppo soprattutto in Maremma e nel Lazio, dove fu creata per esempio Pomezia o la Littoria (Latina). Queste zone dovevano essere modelli di produzione e anche premiare gli agricoltori più fedeli al fascismo, per esempio più che fargli coltivare i terreni da popolazioni locali, li face abitare da persone del Veneto e dell’Emilia Romagna. In realtà poi, i risultati furono un po’ inferiori alle attese, perché i terreni bonificati non si dimostrarono particolarmente produttivi.
La politica coloniale e le sanzioni
L’altro aspetto importante degli anni ‘30, fu la ripresa della politica coloniale, partendo dalla conquista dell’Etiopia. Fino ad allora Mussolini,in pratica, non aveva avuto una politica espansionistica, anzi aveva soprattutto cercato una “stabilità europea” e questo lo aveva portato ad avere un ruolo importante nella Società delle Nazioni e buoni rapporti diplomatici con l’Inghilterra e la Francia.
Il cambiamento della politica estera in parte si lega alla crisi del 1929 ed in parte si lega alla conquista del potere da parte di Hitler della Germania. Il suo interesse fu di riprendere le conquiste in Africa e di conquistare l’Etiopia. Per questo organizzò un corpo di spedizione guidato dal Maresciallo Badoglio. Il problema più grosso fu che, in Etiopia c’era ancora un re africano che si chiamava Hailè Selassiè, il Ras Tafari, cioè l’imperatore dei Ras. Era protetto dall’Inghilterra. La società delle nazioni non era assolutamente favorevole all’intervento dell’Italia in Etiopia e cercò di non farlo effettuare. Mussolini non obbedì, attaccò l’Etiopia e riuscì ad arrivare alla capitale Addis Abeba e questo fatto provocò una reazione della società delle nazioni, che pose all’Italia delle sanzioni, cioè il divieto di avere scambi economici con l’Italia. Queste sanzioni ebbero in peso limitato perché non ci aderì la Germania, e soprattutto gli Stati Uniti.
In Italia ci fu una forte propaganda per l’autarchia, e quindi la ricerca più apparente che reale di una autonomia economica dell’Italia, Mussolini attuò la campagna dei surrogati, cioè là dove in Italia non c’erano prodotti, si prendevano prodotti simili ma Italiani. Altro aspetto propagandistico fu la campagna dell’oro, cioè gli italiani e le italiane potevano cedere degli oggetti d’oro allo stato, in particolare le fedi nuziali, in cambio ottenevano una fede in un minerale più povero.
L'avvicinamento all'Asse e le leggi razziali
Con la seconda metà degli anni ’30, comincia un avvicinamento sempre più forte dell’Italia con la Germania, non solo per motivi ideologici, ma anche perché ci furono degli eventi che contribuirono ad unirli, come ad esempio la guerra civile spagnola, che iniziò nel 1936 e finì nel 1939*.
Altro momento importante fu nel settembre 1938, quando in Italia furono approvate le leggi razziali, il fascismo, fino a quel momento, non aveva avuto una politica razzista e in Italia vi erano stati ebrei che appoggiavano il fascismo. E leggi razziali vennero fatte ad imitazione di Hitler e riprendevano in maniera abbastanza precisa, le leggi tedesche del 1935. In pratica i punti importanti erano due:
1. Gli ebrei perdevano i diritti civili, per cui non potevano svolgere incarichi pubblici, venivano licenziati se li avevano. I bambini ebrei non potevano frequentare la scuola ma vennero create apposite scuole per loro separandoli dagli altri bambini. Venivano cacciati gli ebrei che erano residenti in Italia da dopo il 1919.
2. Divieto di matrimoni misti, gli ebrei non potevano sposare gli italiani non ebrei. Sui registri dell’anagrafe veniva aggiunta la dicitura sulla razza.
Le leggi razziali in realtà portarono ad una forte propaganda antisemita, ma soprattutto furono criticate dalla chiesa cattolica, che fino ad allora aveva appoggiato il fascismo, come per esempio l’Impresa d’Etiopia era stata appoggiata da Pio XI come atto di conversione della popolazione etiope. Invece le leggi razziali furono criticate le leggi relative al matrimonio, poiché il matrimonio misto portava molto spesso la conversione dell’ebreo al cattolicesimo.
In certi momenti Mussolini si oppose a Hitler, come ad esempio quando Hitler tentò la prima volta l’occupazione dell’Austria, fu Mussolini stesso a fermarlo, ma successivamente l’avvicinamento fra i due stati fu sempre più convinto. Quando fu convocata nel 1938 la conferenza di Monaco, in seguito alla questione dei sudeti, molti stati europei speravano in Mussolini per ridimensionare l’espansionismo di Hitler. In realtà questo non avvenne perché a Monaco di fatto gli stati europei come Francia e Inghilterra cedettero ad Hitler e gli consentirono un’espansione nei sudeti e nella Boemia. Mussolini si schierò dalla parte di Hitler e cominciano una serie di trattati, alleanze come ad esempio fu firmato il “Patto d’acciaio” (1939) che era un patto di alleanza fra la Germania nazista e l’Italia fascista e successivamente fu firmato il “Patto tripartito” che sanciva l’alleanza delle potenze dell’asse: Germania, Italia e Giappone. Nel 1939 l’Italia s’impadronì dell’Albania e in Italia fu proclamato l’IMPERO.
Nel 1939 scoppia la Seconda Guerra Mondiale e l’Italia all’inizio rimane neutrale.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'effetto della crisi del 1929 sull'Europa e come ha influenzato il fascismo in Italia?
- Come ha reagito il governo americano alla crisi economica del 1929?
- Quali furono le conseguenze della politica coloniale italiana negli anni '30?
- In che modo l'Italia si è avvicinata alla Germania negli anni '30?
- Quali furono le reazioni della Chiesa cattolica alle leggi razziali italiane?
La crisi del 1929, iniziata negli Stati Uniti, ha avuto un enorme impatto sull'Europa a causa dei legami finanziari tra gli Stati Uniti e l'Europa. In Italia, la crisi ha portato Mussolini a implementare politiche anti-crisi attraverso l'intervento statale, creando enti come l'IMI e l'IRI per sostenere i settori in difficoltà.
Il governo americano, sotto la presidenza di Hoover, inizialmente ha cercato di tagliare la spesa pubblica, ma con risultati controproducenti. Successivamente, con l'elezione di Roosevelt, è stato introdotto il New Deal, che ha previsto grandi investimenti pubblici per ridurre la disoccupazione e rilanciare l'economia.
La politica coloniale italiana negli anni '30, culminata con la conquista dell'Etiopia, ha portato a sanzioni economiche da parte della Società delle Nazioni. Tuttavia, queste sanzioni ebbero un impatto limitato poiché non furono sostenute da Germania e Stati Uniti. In Italia, ci fu una forte propaganda per l'autarchia e la campagna dei surrogati.
L'Italia si è avvicinata alla Germania per motivi ideologici e a causa di eventi come la guerra civile spagnola. L'approvazione delle leggi razziali nel 1938 ha segnato un ulteriore avvicinamento, culminato con la firma del "Patto d'acciaio" nel 1939, un'alleanza tra Italia e Germania.
La Chiesa cattolica, che fino ad allora aveva appoggiato il fascismo, ha criticato le leggi razziali, in particolare quelle relative al matrimonio misto, poiché spesso portavano alla conversione degli ebrei al cattolicesimo.