Concetti Chiave
- Il partito fascista in Italia si dotò di un apparato militare autonomo, sfuggendo al controllo statale per mantenere l'ordine pubblico.
- Tra il 1922 e il 1926, Mussolini consolidò il regime totalitario, superando la democrazia parlamentare con il Gran consiglio del fascismo.
- Mussolini trasformò le squadre d'assalto in una milizia volontaria parallela all'esercito e alle forze dell'ordine, sotto il suo diretto controllo.
- La legge Acerbo del 1923 permise al partito fascista di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento, consolidando il suo potere.
- L'omicidio di Giacomo Matteotti, che denunciò brogli elettorali, segnò una crisi per il fascismo e portò Mussolini a instaurare un regime autoritario tramite le leggi "fascistissime".
Indice
L'ascesa del fascismo in Italia
In Italia si affermò un partito politico dotato di un proprio apparato militare, che sfuggiva al controllo dello stato, l’uso legittimo della forza, per mantenere l’ordine pubblico.
Nel 1921-1922, anche in Italia si produsse una frattura radicale dell’ordine politico, che assestò un duro colpo allo stato liberale.
Quello che allora apparve come un ritorno all’ordine, era in realtà una frattura definitiva con il passato: era un “ordine nuovo”.
I quattro anni dopo la marcia su Roma furono decisivi per il fascismo: tra il 1922 e il 1926 maturarono le principali scelte politiche di Mussolini, che fondarono un regime totalitario.
Le riforme di Mussolini
Venne superata la democrazia parlamentare, attraverso la creazione nel 1922 del Gran consiglio del fascismo, in cui sedevano ministri e dirigenti del partito, e Mussolini era chiamato a ratificare ogni decisione presa dal governo e dal parlamento.
Diventato primo ministro (1922), Mussolini trasformò le squadre d’assalto nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, struttura militare parallela all’esercito e alle forze dell’ordine, che rispondeva direttamente a Mussolini e al Pnf.
La legge Acerbo e le elezioni del 1924
Nel 1923 fece una modifica del meccanismo elettorale, la legge Acerbo, che affidò al partito che otteneva la maggioranza relativa dei voti la maggioranza assoluta dei seggi.
Mussolini poté così assicurarsi la maggioranza fascista in parlamento, presentando alle elezioni del 1924 un raggruppamento di forze che comprendeva liberali, nazionalisti e popolari, il cosiddetto listone.Il delitto Matteotti e la crisi fascista
La campagna elettorale del 1924 si svolte in un clima di intimidazioni messe in atto dalle squadre fasciste, che raggiunse l’apice con l’omicidio del leder socialista Giacomo Matteotti. Aveva denunciato i brogli elettorali, accusando Mussolini di aver falsificato i risultati elettorali. Lo stesso giorno, il 10 giugno 1924, Matteotti venne rapito e trucidato da un manipoli di squadristi, con l’assenso di Mussolini.
Il delitto Matteotti rappresentò un elemento di crisi per il fascismo, che dovette affrontare un momento di grave impopolarità.
Le forze antifasciste, a tal proposito, abbandonarono per protesta il Parlamento il 27 giugno 1924 (secessione dell’Aventino).
La svolta autoritaria di Mussolini
Mussolini colse l’occasione per dare la svolta autoritaria: sciolse i partiti e i sindacati, arrestò o costrinse all’esilio i capi dei movimenti antifascisti, e tra il 1925 e il 1926, con le leggi “fascistissime”, definì il nuovo regime.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali scelte politiche di Mussolini tra il 1922 e il 1926?
- Qual è stato l'impatto del delitto Matteotti sul regime fascista?
- Come si è evoluto il sistema politico italiano dopo la marcia su Roma?
Tra il 1922 e il 1926, Mussolini superò la democrazia parlamentare, creò il Gran consiglio del fascismo, trasformò le squadre d’assalto nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, e modificò il meccanismo elettorale con la legge Acerbo per assicurarsi la maggioranza fascista in parlamento.
Il delitto Matteotti rappresentò un momento di crisi e impopolarità per il fascismo, ma Mussolini sfruttò l'occasione per rafforzare il suo potere, sciogliendo partiti e sindacati e definendo il nuovo regime con le leggi “fascistissime” tra il 1925 e il 1926.
Dopo la marcia su Roma, il sistema politico italiano si è evoluto verso un regime totalitario, con Mussolini che ha consolidato il suo potere attraverso la creazione di strutture parallele e modifiche legislative che hanno eliminato la democrazia parlamentare e rafforzato il controllo fascista.