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Concetti Chiave

  • Il Congresso di Vienna del 1814-1815, guidato da Metternich e Talleyrand, stabilì l'equilibrio di potere in Europa con i principi di intervento, equilibrio e legittimità.
  • I moti liberali degli anni '20, come quelli in Spagna e Italia, furono spesso repressi dalle potenze conservatrici, mantenendo il controllo monarchico.
  • Nel 1848, l'Europa fu scossa da rivolte che portarono a cambiamenti politici significativi, come la Seconda Repubblica in Francia e lo Statuto Albertino in Italia.
  • La Seconda Guerra d'Indipendenza in Italia e le azioni di Garibaldi furono cruciali per l'unificazione italiana sotto la corona sabauda nel 1860.
  • In Germania, Bismarck promosse il Kulturkampf per limitare l'influenza cattolica, ma questo consolidò invece il fronte cattolico politico.

Indice

  1. Il congresso di Vienna
  2. Conseguenze in Europa
  3. Moti degli anni 20
  4. Rivolte in Grecia e Francia
  5. Moti degli anni 30
  6. Rivolte in Polonia e Modena
  7. Rivoluzione del 1848 in Francia
  8. Indipendenza italiana e statuti
  9. Cavour e la guerra di Crimea
  10. Mazzini e i moti mazziniani
  11. Garibaldi e l'unificazione italiana
  12. Bismarck e il Kulturkampf

Il congresso di Vienna

Il Congresso di Vienna si tenne dal 1814 al 1815, dopo la battaglia di Lipsia del 1813, dove napoleone venne sconfitto dalle Grandi Potenze (Russia, Prussia, Austria e Gran Bretagna), e prima della sconfitta definitiva presso Waterloo.

I protagonisti sono il cancelliere austriaco Klemens von Metternich e il principe francese Talleyrand. Quest’ultimo è importante perché era un principe francese aristocratico e che ebbe degli incarichi politici durante il governo di Napoleone. Fece applicare i principi del Congresso alla situazione francese, salvaguardando così l’integrità territoriale della Francia. I principi del Congresso sono:

• Principio di intervento: qualora vi sia una situazione conflittuale in un Paese, le Grandi Potenze intervengono nella politica interna di quel Paese;

• Principio di equilibrio: gli Stati europei vanno equilibrati assicurandosi che una Nazione non diventi più forte dell’altra; • Principio di legittimità: l’assetto territoriale torna ad essere quello che c’era nel periodo pre-napoleonico. Austria, Russia e Prussia formano la Santa Alleanza, la quale conferma l’idea del diritto divino del sovrano assoluto. La Gran Bretagna, però, non aderisce perché non è un Paese cattolico ma un Paese protestante.

Conseguenze in Europa

Per quanto riguarda le conseguenze, in Francia venne eletto re Luigi XVIII Borbone che instaurò una monarchia costituzionale e promulgò la charte octroyèe. Vennero creati gli Stati cuscinetto, come il Regno d’Olanda e il Regno di Sardegna (in mano ai Savoia). Gli Stati cuscinetto sono Stati con la funzione di evitare il contatto diretto fra due Stati ostili e confinanti. Se veramente indipendenti, gli Stati cuscinetto perseguono una politica di neutralità. Nel 1797, con il Trattato di Campoformido, la Repubblica di Venezia venne ceduta agli austriaci. Tuttavia, dopo il Congresso di Vienna, la repubblica di Venezia non venne restaurata, ma i suoi territori vennero annessi al Regno Lombardo-Veneto In Spagna, Ferdinando VII Borbone abrogò la Costituzione di Cadice del 1812. Era una Costituzione napoleonica, quindi risalente al periodo napoleonico, e si ispirava alla Costituzione francese del 1791, che era moderata come quella del 1795 e non radicale come quella del 1793. Essendo moderata, prevede il suffragio maschile ristretto (basato sul censo) e tratta solo di diritti civili e politici, ma non di diritti sociali

Moti degli anni 20

I moti degli anni 20 furono dei moti liberali attuati dai membri delle società segrete, ovvero dei gruppi di militari ed alcuni giovani intellettuali. È importante notare che in questi moti non vennero coinvolte le masse popolari. La Rivolta di Cadice mirava alla reintroduzione della Costituzione di Cadice del 1812, per poi indire delle elezioni per il nuovo Parlamento. Tramite l’intervento dell’esercito francese, venne instaurato un regime assolutistico e si ritornò alla situazione iniziale. Nei moti di Nola e di Palermo si mirava alla promulgazione della Costituzione e, in particolare, il motivo dei moti di Palermo era l’indipendenza dal regno di Napoli. I moti piemontesi avvennero sotto il governo di Vittorio Emanuele I, che abdicò. La corona avrebbe dovuto essere acquisita da Carlo Felice, l’erede, ma in quel momento si trovava all’estero e quindi venne nominato re Carlo Alberto. Egli concesse uno statuto, ma venne ritirato da Carlo Felice al suo ritorno.

Rivolte in Grecia e Francia

Nel 1821, in Grecia scoppiarono dei moti rivoluzionari che portarono alla nascita di una guerra di liberazione dall’Impero Ottomano. Intervennero la Francia, la Gran Bretagna e la Russia per indebolire l’esercito ottomano. Nel 1829, con la pace di Adrianopoli, l’Impero Ottomano accettò l’indipendenza della Grecia e, pochi anni dopo, fu instaurata la monarchia assoluta sotto il principe bavarese Ottone di Wittelsbach.

Moti degli anni 30

Per quanto riguarda i moti degli anni 30, in Francia, Carlo X introdusse delle leggi che contraddicevano ciò che era previsto dalla charte octroyèe, causando delle rivolte che portarono all’elezione del nuovo re Luigi Filippo d’Orlèans, che promulgò una nuova costituzione moderata ed instaurò la monarchia costituzionale. In Belgio scoppiarono dei moti che miravano all’indipendenza dal Regno d’Olanda. Come conseguenza all’intervento delle Grandi Potenze, nella Conferenza di Londra vennero accettate l’indipendenza ed il nuovo assetto governativo del Belgio (monarchia costituzionale) e venne posto come sovrano il principe tedesco Leopoldo di Sassonia-Coburgo.

Rivolte in Polonia e Modena

La Polonia in passato fu divisa tra Russia, Prussia ed Austria. Così, a Varsavia scoppiarono dei moti per ottenere l’indipendenza dalla Russia e per ricompattare il territorio polacco. Visto che non giunse l’intervento militare della Francia e della Gran Bretagna, lo zar Nicola I Romanov represse la rivolta ed impose la russificazione. Nel ducato di Modena, il duca Francesco IV fu sospettato di aver fatto una cospirazione con Ciro Menotti, la quale causò rivolte in varie città italiane. Non essendo ciò vero, però, Francesco IV fece condannare e giustiziare i rivoltosi.

Rivoluzione del 1848 in Francia

Nel 1848 venne pubblicato il “Manifesto del Partito Comunista”. In Francia, il re Luigi Filippo d’Orlèans era a favore della grande borghesia (composta da borghesi ricchi), esercitando un governo a loro favore e generando così un malcontento tra le fasce della popolazione più povere. Un personaggio politico importante fu Francois Guizot, un ministro delle finanze molto rigido e a favore dei ricchi borghesi. Una particolarità della sua politica è la “campagna dei banchetti”, ovvero delle riunioni politiche mascherate da dei banchetti. Uno di questi banchetti venne proibito, causando una rivolta popolare che portò alla fuga di Luigi Filippo ed alla proclamazione della Seconda Repubblica. In essa venne promulgata una nuova Costituzione e vennero indette delle nuove elezioni, in seguito alle quali venne creato un primo governo provvisorio democratico che introdusse il suffragio universale maschile, ridusse e fissò l’orario della giornata lavorativa a 10 ore e promosse gli ateliers nacionaux. In seguito ad altre elezioni, venne creato un secondo governo provvisorio moderato, chiamato Commissione Esecutiva, che abolì le riforme del primo governo provvisorio causando dei nuovi moti popolari che vennero repressi nel sangue (massacro di giugno). In seguito, venne promulgata una Costituzione democratica e che consentiva il suffragio universale maschile. Venne eletto presidente della repubblica Luigi Napoleone Bonaparte, eletto dal popolo e con un mandato non rinnovabile della durata di 4 anni

Indipendenza italiana e statuti

Nel 1848, i moti indipendentisti di Palermo si propagarono in Francia. Venezia e Milano ottennero l’indipendenza e vennero concessi degli statuti nello Stato della Chiesa, nel Granducato di Toscana e nel Regno di Sardegna, dove Carlo Alberto di Savoia concesse lo Statuto Albertino. La Sardegna dichiarò guerra all’Austria, ma il re aspettò 3 settimane prima di agire militarmente, acquisendo così il soprannome di “re tentenna”. In seguito all’Armistizio di Salasco, si temeva che i democratici potessero salire al potere e, per contrastare ciò, furono cacciati i sovrani di Roma (papa Pio IX) e della Toscana (granduca Leopoldo II), fondando così la Repubblica Romana (triumvirato di Mazzini, Saffi ed Armellini) e la Repubblica Toscana, che durarono solo pochi mesi. L’esercito sabaudo vinse contro gli austriaci soltanto a Goito. In seguito alla seconda parte del conflitto, l’esercito italiano venne sconfitto a Novara. Dopo aver stipulato un trattato di pace con l’Austria, si tornò alla situazione precedente.

Cavour e la guerra di Crimea

Cavour, un liberale moderato, fu prima ministro dell’economia e delle finanze e promotore di un’economia liberista, poi venne eletto Primo Ministro del Regno di Sardegna. Promulgò le Leggi Siccardi, ovvero delle leggi che abolivano i privilegi goduti dal clero fino ad allora. Creò un’alleanza politica detta “Connubio” fra lui (centro-destra) e Rattazzi (centro-sinistra). Fece si che il Regno di Sardegna partecipasse alla Guerra di Crimea alleandosi con Francia, Gran Bretagna ed Impero Ottomano e contro la Russia. In seguito alla guerra, durante la Conferenza di Parigi, pose l’attenzione della Francia e della Gran Bretagna sulla questione italiana, dicendo che le potenze europee devono intervenire per cacciare gli austriaci e per non far salire al potere i democratici. Era un liberale moderato e ciò significa che mirava alla monarchia costituzionale e al suffragio maschile ristretto e basato sul censo.

Mazzini e i moti mazziniani

In Italia, la Seconda Guerra d’Indipendenza si sviluppò con i moti mazziniani. Mazzini era un democratico e vuol dire che mira alla repubblica, al suffragio universale e all’uguaglianza sociale. Il primo moto fu attuato da alcuni patrioti mantovani coordinati da Don Tazzoli, che realizzarono un movimento antiaustriaco che venne represso, arrestando, torturando e condannando a morte i patrioti che vennero poi nominati “martiri di Belfiore”. Nel giugno del 1857, l’ex ufficiale napoletano Carlo Pisacane si impegnò con poche decine di compagni nella Spedizione di Sapri, in cui intendeva di sbarcare sulla costa meridionale del Tirreno con alcune armi per poi incitare la popolazione locale a sollevarsi contro il governo oppressivo dei Borbone. Tuttavia, venne ucciso non appena sbarcò. Il 14 gennaio 1858 Napoleone III si stava recando al teatro dell’opera di Parigi con sua moglie, quando Felice Orsini fece un attentato lanciando delle bombe contro la loro carrozza. Loro due sopravvissero, ma morirono 8 persone del loro seguito. Il 21 luglio 1858, Napoleone III e Cavour firmarono gli Accordi di Plombières, secondo cui l’esercito francese avrebbe sostenuto quello sabaudo nel caso di un’eventuale guerra contro l’Austria. Nel 1859, l’Austria invase il Regno di Sardegna, iniziando così un nuovo conflitto e, rispettando gli accordi, l’esercito sabaudo fu sostenuto dall’esercito francese. In seguito alle vittorie franco-piemontesi, nello stesso anno Francesco Giuseppe (granduca di Toscana) e Napoleone III firmarono l’Armistizio di Villafranca, con cui l’Austria rinunciava alla Lombardia cedendola alla Francia ma conservando il Veneto.

Garibaldi e l'unificazione italiana

Nella notte fra il 5 e il 6 maggio 1860, Garibaldi si imbarcò dal porto di Quarto con una brigata di volontari detti “Mille”. Erano 1088 persone, tra cui una sola donna, con l’obiettivo di unificare la Penisola sotto la corona sabauda. Dopo aver avanzato nella penisola vincendo numerose battaglie e dopo aver costretto l’esercito borbonico a ritirarsi dalla Sicilia, Garibaldi si ritrovò costretto ad incontrare Vittorio Emanuele II nel 1860 a Teano e, dicendo “obbedisco”, rimise nelle sue mani il regno conquistato dai Mille. In seguito alla guerra austro-prussiana, nel 1866, dopo la battaglia di Sadowa, il Veneto venne annesso al Regno d’Italia. Poi, in seguito alla guerra francoprussiana e alla battaglia di Sedan, venne annesso il Lazio al Regno d’Italia, con la Breccia di Porta Pia nel 1870.

Bismarck e il Kulturkampf

Otto von Bismarck creò un modello politico che esaltava la centralità dello Stato e privilegiava gli interessi dei conservatori, ovvero il fatto di preservare le tradizioni e l’esperienza storica dello Stato. Tuttavia, presero vita movimenti politici di massa di ispirazione cattolica o socialdemocratica, come il Zentrum o la SPD. Bismarck li osteggiò entrambi lanciando contro di essi il Kulturkampf, ovvero una campagna di leggi repressive che imponevano il controllo dello Stato sulla Chiesa e sulle organizzazioni cattoliche. Anziché indebolirlo, il Kulturkampf consolidò il fronte cattolico tedesco fino a far si che il Zentrum raddoppiasse il numero dei propri rappresentanti in Parlamento

Domande da interrogazione

  1. Quando si è tenuto il Congresso di Vienna?
  2. Il Congresso di Vienna si è tenuto dal 1814 al 1815.

  3. Quali erano i principi del Congresso di Vienna?
  4. I principi del Congresso di Vienna erano il principio di intervento, il principio di equilibrio e il principio di legittimità.

  5. Chi erano i protagonisti del Congresso di Vienna?
  6. I protagonisti del Congresso di Vienna erano il cancelliere austriaco Klemens von Metternich e il principe francese Talleyrand.

  7. Quali furono le conseguenze del Congresso di Vienna in Francia?
  8. In Francia, venne eletto re Luigi XVIII Borbone che instaurò una monarchia costituzionale e promulgò la charte octroyèe.

  9. Quali furono i moti degli anni 30 in Europa?
  10. I moti degli anni 30 furono rivolte e movimenti che si verificarono in Francia, Belgio, Polonia e nel ducato di Modena.

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