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Concetti Chiave

  • L'era dell'imperialismo europeo è caratterizzata da una corsa alle colonie, spinta dall'esigenza economica di nuovi mercati e risorse a basso costo, con un focus particolare su Africa e Asia.
  • Le tensioni politiche interne all'Europa trovano sfogo nell'espansione coloniale, alimentate da un nazionalismo che promuoveva la superiorità nazionale e aumentava le spese militari.
  • L'ideologia razzista giustificava la conquista coloniale attraverso la presunta superiorità della razza bianca, supportata dal darwinismo sociale e dall'idea di "civilizzare" le popolazioni non europee.
  • Il Congresso di Berlino del 1878 e la successiva conferenza del 1884-1885 segnano momenti chiave nella spartizione dell'Africa e nella politica di equilibrio di Bismarck, che puntava a evitare conflitti in Europa dirottando l'attenzione verso l'espansione extraeuropea.
  • L'ascesa di Guglielmo II porta a un cambiamento nella politica estera tedesca, verso una maggiore aggressività e militarizzazione, contribuendo alla formazione di blocchi contrapposti che preludono alla Prima Guerra Mondiale.

Indice

  1. L'età di pace e le colonie
  2. Esplorazioni e occupazioni
  3. Conferenza di Berlino
  4. Imperialismo globale
  5. Germania e politica estera
  6. Triplice Intesa e tensioni

L'età di pace e le colonie

È un’età di pace per l’Europa perché tutte le potenze sono concentrate sulla conquista delle colonie.

Successivamente questo accordo verrà meno con la fine dei territori colonizzzabili e ciò porta alla prima guerra mondiale, spinto dal desiderio di supremazia (soprattutto della Germania) e potere.

Ci sono tre fattori:

Economico: dopo il 1870 ci fu un periodo di depressione dovuto alla crisi del sistema capitalistico. I bassi salari non favorivano le vendite, la produzione era rallentata. Emergeva la necessità di conquistare nuovi mercati per attivare una nuova fase espansiva dell'economia. Le potenze europee cercano fuori dal continente sia nuovi mercati, sia materie prime a basso costo, soprattutto ferro e carbone, ma anche lana, cotone, prodotti agricoli alimentari, metalli preziosi, caucciù e petrolio. Ci fu quindi una sempre maggiore attenzione ai territori non ancora sfruttati, nei quali i prodotti da lavorare e da trasformare erano disponibili in grandi quantità e a bassissimi costi. I domini extraeuropei cominciarono a essere considerati indispensabili per un paese che non volesse condannarsi alla decadenza economica. Bersagli furono soprattutto l'Africa, l'Asia.

Politico: Le forti tensioni legate alla competizione per l'egemonia politica sul continente europeo trovarono sfogo al di fuori dei confini europei. L'imperialismo di questo periodo è profondamente legato al nazionalismo, un'ideologia che esaspera e stravolge il senso di attaccamento alla propria patria. Si esprime in una volontà di potenza, di imporre la supremazia della propria nazione sulle altre. Ciò produce sul piano della politica interna forti investimenti in spese militari e in politica estera una forte aggressività che mira all'espansione territoriale.

Ideologico: La conquista delle colonie è sostenuta anche da un'ideologia razzista: si fa strada la convinzione che esistano razze superiori che hanno il diritto, e il dovere, di governare razze inferiori. In questo periodo si proclamava la presunta superiorità politica, culturale e biologica dell'«uomo bianco». Si diffuse la convinzione che i bianchi dovessero portare la civiltà alle popolazioni «selvagge» degli altri continenti, in particolare a quelle africane. Questo approccio traeva spunto dal darwinismo sociale, un movimento ideologico il quale sosteneva che, in un'universale lotta per la vita, le nazioni migliori erano quelle che riuscivano a prevalere e a imporsi sugli altri popoli. L'occupazione dei paesi d'oltremare era giustificabile in quanto manifestazione della superiorità di determinati individui sugli altri.

Esplorazioni e occupazioni

Si moltiplicano i viaggi di esplorazione in Africa e in Asia: forniscono notizie sulle risorse e sulla natura del suolo, permettendo così la compilazione di ci carte geografiche abbastanza precise delle regioni esplorate. Vengono inoltre raccolte notizie sulle condizioni di vita delle popolazioni. Le relazioni sui viaggi alimentano il miraggio di facili guadagni.

L'opera degli esploratori apre la strada all'occupazione militare delle regioni africane e asiatiche da parte dei maggiori Stati europei, tra i quali sorsero subito profondi contrasti per il controllo e lo sfruttamento economico dei nuovi territori, in particolare in merito alla spartizione dell'Africa.

Già nel 1878, al Congresso di Berlino, Bismarck si fece interprete di una politica dell'equilibrio fra le potenze europee, interessate alla spartizione del territorio dell'impero turco-ottomano in piena decadenza. Al fine di prevenire una crisi balcanica che coinvolgesse in un conflitto le grandi potenze europee, Bismarck ridisegnò la carta geopolitica di quell'area e nello stesso tempo convinse gli Stati europei a dirottare le loro attenzioni verso una politica di espansione coloniale, evitando conflitti e garantendo così un lungo periodo di pace in Europa, durato fino al 1914. Nei Balcani fu concessa l'indipendenza alla Serbia, al Montenegro, alla Romania, fu concessa l'autonomia della Bulgaria, mentre Bosnia e Erzegovina, pur restando formalmente sotto la sovranità turca, venivano amministrate dall'Austria-Ungheria. L'Italia, uscita umiliata per non aver ottenuto nulla, comprendendo la necessità di trovare alleanze nel contesto europeo anche al fine di poter coltivare ambizioni coloniali, si alleò all'Austria-Ungheria e alla Germania, dando vita alla Triplice Alleanza (1882).

Conferenza di Berlino

Per evitare che le tensioni coloniali turbassero gli equilibri in Europa, il cancelliere tedesco Bismarck promosse un'apposita conferenza internazionale per gli affari africani, inaugurata a Berlino nel 1884, che vide la partecipazione di tutte le maggiori potenze coloniali (Inghilterra, Francia, Russia, Germania) e degli Stati Uniti.

Con la conferenza di Berlino le principali potenze europee imposero la propria sovranità su gran parte dell'Africa e dell'Asia: prese così avvio la corsa alle colonie, tanto che in pochi anni l'84% del territorio mondiale venne direttamente o indirettamente assoggettato agli Stati europei. La parte del leone fu sostenuta soprattutto dalla Gran Bretagna e dalla Francia.

Imperialismo globale

L'imperialismo non fu un fenomeno esclusivamente europeo. Sul finire del XIX secolo alle nazioni del Vecchio Continente si affiancarono gli Stati Uniti, potenza extraeuropea emergente, e il Giappone.

Nel 1898, con la guerra ispano-americana, Cuba divenne un protettorato americano, inoltre il trattato di pace siglato con la Spagna riconobbe la cessione agli Stati Uniti di vari territori in precedenza spagnoli nelle Antille e nelle Filippine. Sempre in seguito a questa guerra anche l'arcipelago delle Hawaii, nel Pacifico, passò

sotto il protettorato americano.

Germania e politica estera

Nel 1888, con la salita al trono dell'imperatore Guglielmo II, la Germania avvia un nuovo corso in politica estera, mutando stile e sostanza. Per quanto riguarda lo stile la Germania attua una politica aggressiva, non più incentrata sulle trattative diplomatiche , come ai tempi di Bismarck, licenziato da Guglielmo II nel 1890. Riguardo la sostanza il nazionalismo imperialistico orienta il bilancio dello Statole a favore di spese militari e per armamenti. Guglielmo II dà vita a un programma colossale di investimenti per creare una flotta da guerra in grado di garantire alla Germania la supremazia sui mari. Le spese in armamenti, l'idea di ottenere un predominio sui mari portava necessariamente allo scontro con l'inghilterra, incontrastata, fino ad allora, dominatrice dei mari.

Triplice Intesa e tensioni

L'inghilterra, per tutta risposta, alla luce delle nuove strategie di politica estera tedesche, al fine di isolare politicamente la Germania si alleò con la Francia e la Russia, dando vita nel 1907 alla Triplice Intesa.

Si apriva un nuovo scenario nello scacchiere internazionale: era finita la politica dell'equilibrio attuata da Bismarck, era in dirittura d'arrivo la corsa alle colonie che aveva permesso di scaricare le tensioni nazionalistiche verso la conquista di territori extraeuropei da sfruttare, erano sorti due blocchi opposti (Triplice Alleanza e Triplice Intesa), si stavano nuovamente ripresentando tensioni tra le potenze per la supremazia nel Vecchio Continente, stava per riesplodere la questione balcanica. Il primo conflitto era ormai imminente.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i principali fattori che hanno spinto l'Europa verso l'imperialismo e il colonialismo?
  2. I principali fattori sono economici, politici e ideologici. Economicamente, la crisi del sistema capitalistico dopo il 1870 ha spinto le potenze europee a cercare nuovi mercati e materie prime. Politicamente, le tensioni per l'egemonia in Europa hanno trovato sfogo nell'espansione coloniale. Ideologicamente, un'ideologia razzista giustificava la conquista delle colonie come un diritto delle razze superiori.

  3. Come ha contribuito Otto Von Bismarck a mantenere la pace in Europa?
  4. Bismarck ha promosso una politica di equilibrio tra le potenze europee, ridisegnando la geopolitica dei Balcani e incoraggiando l'espansione coloniale per evitare conflitti in Europa. Ha anche organizzato la conferenza di Berlino per regolare la spartizione dell'Africa, mantenendo la pace fino al 1914.

  5. Quali cambiamenti ha portato Guglielmo II nella politica estera tedesca?
  6. Guglielmo II ha adottato una politica estera più aggressiva, abbandonando le trattative diplomatiche di Bismarck. Ha investito massicciamente in spese militari e nella creazione di una flotta da guerra, portando a tensioni con l'Inghilterra e contribuendo alla formazione della Triplice Intesa.

  7. Qual è stato l'impatto della conferenza di Berlino del 1884 sulle potenze europee?
  8. La conferenza di Berlino ha permesso alle potenze europee di imporre la loro sovranità su gran parte dell'Africa e dell'Asia, avviando una corsa alle colonie. Gran Bretagna e Francia hanno avuto un ruolo predominante, e l'84% del territorio mondiale è stato assoggettato agli Stati europei.

  9. Come si è evoluta la situazione internazionale alla vigilia della prima guerra mondiale?
  10. Alla vigilia della prima guerra mondiale, la politica dell'equilibrio di Bismarck era finita, e la corsa alle colonie aveva esaurito le tensioni nazionalistiche. Si erano formati due blocchi opposti, la Triplice Alleanza e la Triplice Intesa, e le tensioni per la supremazia in Europa e la questione balcanica stavano riemergendo, rendendo imminente il conflitto.

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