Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Nicolae Ceauşescu diventa leader del Partito Comunista Rumeno nel 1965 e promuove una politica di non allineamento, guadagnando credibilità interna ed esterna.
  • La Romania cerca di industrializzarsi rapidamente, stringendo accordi con paesi occidentali e del Terzo Mondo per ottenere prestiti e materie prime a basso costo.
  • Negli anni Ottanta, il regime di Ceauşescu si concentra su opere faraoniche, ma l'economia diventa insostenibile, con un calo del tenore di vita dovuto alla crisi petrolifera.
  • Ceauşescu adotta il modello cinese, instaurando un culto della personalità e reprimendo minoranze etniche, religiose e oppositori con l'aiuto della polizia segreta, la Securitate.
  • La situazione interna degenera negli anni Ottanta con repressioni violente e distruzioni culturali, culminando nella rivolta di Timişoara del 1989 che porta alla caduta del regime e alla condanna di Ceauşescu e sua moglie.

Indice

  1. Ascesa di Ceauşescu
  2. Politica estera e crisi economica
  3. Riforme culturali e repressione
  4. Crollo del regime

Ascesa di Ceauşescu

Nel 1965, sale al governo il segretario del Partito Comunista Rumeno, Nicolae Ceauşescu, mentre una nuova costituzione prevede il passaggio delle repubblica da popolare a socialista.

Politica estera e crisi economica

Per realizzare l'industrializzazione necessaria allo sviluppo economico, la Romania inizia un’intensa attività diplomatica verso i grandi paesi dell’Europa occidentale per chiedere loro dei prestiti e nuove tecnologie.

Egli stipula anche accordi di cooperazione economica con i paesi del Terzo Mondo per poter comprare da essi materie prime a basso costo. Tuttavia, la crescita subisce un rallentamento che comporta anche un abbassamento del tenore di vita a seguito della crisi petrolifera degli anni Settanta. Negli anni Ottanta, la prosecuzione dio opere faraoniche e la restituzione del debito estero porta il Paese ad un’economia sempre meno sostenibile. Le scelte politiche di Ceauşescu, operate nel periodo 1965-1972 quali il non allineamento, la condanna dell’invasione russa a Praga, un socialista di tipo nazionale e non strettamente sovietico, gli danno credibilità sia all’interno che all’esterno. Infatti, l’orientamento politico in chiave anti sovietico e la fiducia in un socialista riformato gli procurano il favore di una notevole parte degli intellettuali e delle masse popolari.

All’estero, egli suscita simpatia presso le potenze occidentali per le distanze prese da Mosca.

Riforme culturali e repressione

A partire dagli anni Settanta, l’ammirazione di Ceauşescu per il modello cinese comporta una riforma culturale a cui fa seguito un culto della personalità, esteso anche alla moglie Elena. Il potere viene così accentrato nelle mani di tutto il clan familiare, le minoranze etniche e religiose vengono represse come pure nei confronti dell’opposizione. I capi delle rivolte dei minatori vengono eliminati fisicamente con l’intervento della Securitate, una forza di polizia nata per opprimere chi osa alzare la testa. I sindacati liberi non hanno più alcun spazio e viene proclamata la superiorità della cultura tecnico-scientifica su quella umanistica.

Crollo del regime

Verso la fine degli anni Ottanta, la situazione interna precipita: villaggi romeni e ungheresi vengono distrutti, antiche chiese ed importanti monumenti vengono anch’essi distrutti, la rivolta di Braşov (partita da operai e a cui si uniscono gli studenti) viene violentemente repressa, molti giovani preferiscono lasciare il paese. Nel dicembre 1989, con la rivolta di Timişoara, appoggiata dall’esercito, il regime di Ceauşescu crolla e lo stesso Ceauşescu, a seguito di un processo sommario, viene condannato alla fucilazione, unitamente alla moglie Elena.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali politiche interne ed estere di Nicolae Ceauşescu durante il suo governo?
  2. Ceauşescu promosse l'industrializzazione e cercò prestiti e tecnologie dai paesi occidentali, stipulò accordi economici con paesi del Terzo Mondo e adottò un socialismo nazionale non allineato con l'URSS, guadagnando credibilità interna ed esterna.

  3. Come influenzò il modello cinese le politiche di Ceauşescu negli anni Settanta?
  4. L'ammirazione di Ceauşescu per il modello cinese portò a una riforma culturale e a un culto della personalità, con il potere accentrato nelle mani del clan familiare e la repressione delle minoranze e dell'opposizione.

  5. Quali furono le conseguenze delle politiche di Ceauşescu negli anni Ottanta?
  6. Le politiche di Ceauşescu portarono a un'economia insostenibile, repressione delle rivolte, distruzione di villaggi e monumenti, e infine al crollo del regime nel 1989 con la rivolta di Timişoara e la condanna a morte di Ceauşescu e sua moglie.

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