Concetti Chiave
- Nell'800, l'Italia era frammentata in diversi regni, con dogane che ostacolavano i commerci e una economia prevalentemente agricola che rallentava l'industrializzazione.
- Il dibattito risorgimentale vedeva contrapposti moderati, favorevoli alla monarchia e all'azione diplomatica, e democratici, che sostenevano un'Italia repubblicana e l'insurrezione popolare.
- Giuseppe Mazzini, attraverso la Giovine Italia, promuoveva l'idea di un'Italia unita, indipendente e repubblicana, coinvolgendo il popolo in insurrezioni contro il dominio straniero.
- Carlo Cattaneo proponeva un'Italia federale, ispirata alla Svizzera e agli Stati Uniti, con stati autonomi ma uniti sotto un governo centrale.
- Cavour, grazie a una politica di modernizzazione economica e alleanze strategiche, come la partecipazione alla guerra di Crimea, ha facilitato l'unità d'Italia sotto i Savoia.
Indice
- Divisione dell'Italia nell'800
- Economia e agricoltura nell'800
- Condizioni di vita e sviluppo economico
- Società segrete e dibattito risorgimentale
- Mazzini e la Giovine Italia
- Carlo Cattaneo e il federalismo
- Gioberti e il Neoguelfismo
- Cesare Balbo e la confederazione
- Rivoluzioni del 1848
- Rivoluzione francese e Napoleone
- Rivolte in Italia e prima guerra di indipendenza
- Dopo il 1848: repressioni e riforme
- Cavour e il regno di Sardegna
- Guerra di Crimea e alleanze
- Accordi di Plombières e seconda guerra di indipendenza
- Spedizione dei Mille e unità d'Italia
- Rivoluzione industriale in Inghilterra
- Sviluppo industriale e società per azioni
- Questione sociale e condizioni degli operai
- Agricoltura e restaurazione post-Napoleone
- Congresso di Vienna e restaurazione
- Nazione e liberalismo nell'800
- Napoleone e il blocco continentale
- Comune e signorie in Italia
- Signorie e stati regionali
- Lega Italica e conflitti in Italia
- Papa Giulio II e alleanze
Divisione dell'Italia nell'800
Nell’800 gli italiani erano divisi in tanti regni (il Regno delle due Sicilie, lo Stato Pontificio governato dal papa monarchia assoluta, il gran ducato di Toscana, Regno di Sardegna comprende Sardegna Liguria e Veneto e il Lombardo Veneto). Avere l’Italia divisa voleva dire avere tante dogane e questo bloccava i commerci mentre L’Unità anche doganale li avrebbe uniti.
Economia e agricoltura nell'800
Nell’800 nella maggior parte dei Paesi europei si afferma l’industria e c’è il passaggio da un’economia prevalentemente agricola ad una industriale. Rispetto ad oggi gli italiani erano 24 milioni e il secolo precedente 15 milioni, il 70% era impiegato nell’agricoltura questo voleva dire che non era ancora industrializzata, il 18% nell’industria e il 12% nel terziario. L’agricoltura in Italia era intensiva quando si produce un prodotto in grandi quantità e piccoli spazi anche grazie a tecniche agricole, agli investimenti, estensiva si producono grandi prodotti in tanti spazi, molto lenta, si produceva un solo prodotto in una terra grande. Soprattutto nella Pianura Padana perché era una pianura e aveva tanti corsi d’acqua, questo permetteva una coltivazione diversa attraverso la costruzione di canali arrivano in più punti. Intensiva a nord ed estensiva al sud. In Toscana e nell’Italia centrale si praticava la mezzadria cioè chi ha dei terreni ma non vuole occuparsene li ripartisce, li divide in poderi quindi li affida alle famiglie e metà raccolto resta al proprietario mentre l’altra va a queste famiglie, quindi facevano a metà. All’inizio questa aveva avuto effetti i positivi, i contadini che lavoravano sempre si sentivano parte di queste terre quindi lavoravano tanto e producevano tanto, successivamente però non è stata una cosa positiva perché i contadini non avevano grandi mezzi per produrre. Nel centro e sud Italia si praticava il latifondo cioè le terre erano di pochi grandi proprietari e la maggior parte dei contadini lavorava a giornata, le terre erano dei nobili quindi loro essendo ricchi non si preoccupavano di lavorare la loro terra quindi si affidavano all’agricoltura estensiva. La causa politica di questa arretratezza dipendeva da due fattori: le condizioni di vita dei contadini e lo sviluppo dell’economia. La parte produttiva del Paese si rendeva conto che era importante unificare l’Italia anche per motivi politici e avrebbe favorito l’economia e il commercio. A metà dell’800 era molto sviluppato il settore tessile e un po’ meno quello siderurgico e meccanico anche se le industrie erano di piccole dimensioni infatti non c’era un grande ciclo di produzione, c’era soprattutto la trattura cioè si lavorava la lana, il cotone però non si completava il ciclo di produzione, ad esempio si facevano gomitoli e si vendevano all’estero perché non si riuscivano a trasformare in queste industrie.
Condizioni di vita e sviluppo economico
Le condizioni di vita dei contadini non erano migliorate rispetto al secolo precedente, alla base dell’alimentazione c’era la farina, frutta e verdura al sud anche grazie agli orti e contenevano vitamine, mentre al nord si usava il mais, non c’erano frutta e verdura infatti erano diffuse molte malattie come la malaria, la pellagra dovute allo scarso uso di vitamine e si diffondevano spesso epidemie come vaiolo tifo e la vita media di un italiano era di circa 40 anni, era molto elevata la mortalità infantile. Per quanto riguarda lo sviluppo economico l’Italia aveva poche materie prime, gli Stati investivano poco perché non essendo uniti non riuscivano a fare grandi progetti, gli Stati erano piccoli (strada). Il reddito pro capite era basso perché la maggior parte dell’agricoltura era basata sull’autoconsumo, erano pochi i prodotti che si esportavano all’estero, si produceva bene grazie anche ad un buon clima. Per tutti questi motivi in Italia si pone il problema dell’unità.
Società segrete e dibattito risorgimentale
L’Italia era controllata dall’Austria che non voleva L’Unità d’Italia perché era uno svantaggio per la sua economia. Il dibattito non poteva avvenire liberamente perché la polizia segreta austriaca interveniva subito. Quindi come prima cosa si formarono le prime società segrete, la prima fu la Carboneria (che aveva l’obiettivo di una costituzione liberale che garantisse i diritti degli uomini) si chiamava così perché si usava il codice linguistico dei Carbonari. Gli adetti cioè coloro che aderivano a questa società erano segreti infatti neanche tra di loro sapevano chi ne facesse parte, volevano fare delle rivolte nei vari regni italiani affinché i monarchi concedessero la Costituzione e si opponevano al ritorno dell’assolutismo. Così nasce il dibattito risorgimentale che vedrà opposte due fazioni: da una parte i moderati (conservatori) che volevano la monarchia e coinvolgere i sovrani italiani, non credevano nelle insurrezioni popolari (rivolte partite dal popolo), ma credevano nell’azione diplomatica, si ci doveva appoggiare al regno di Sardegna perché aveva la maggiore indipendenza. dall’altra i democratici che volevano la repubblica e pensavano che i sovrani non servivano a nulla ma era necessaria una repubblica sostenuta dal popolo, quindi questo doveva avere un nuovo ruolo e i poteri dovevano essere distribuiti.
I più importanti autori del dibattito risorgimentale sono stati: Mazzini e Carlo Cattaneo che volevano la repubblica, Gioberti, Benso e Balbo che volevano la monarchia.
Mazzini e la Giovine Italia
Mazzini nasce a Genova nel 1805, inizialmente aveva aderito alla Carboneria quando era molto giovane ma fu arrestato perché una spia l’aveva denuncia per far parte di questa società segreta e lui doveva scegliere tra due possibilità: o andare al confino quindi in una città del Piemonte o in esilio all’estero. Lui sceglie di andare in Francia, li il dibattito sulla rivoluzione era ancora aperto e incontra Filippo Bonarroti e Carlo Bianco di Saint-Jorioz che avevano sviluppato delle idee rivoluzionarie su come arrivare alla liberazione e all’insurrezione, secondo lui gli italiani dovevano usare questo metodo di lotta per liberarsi dagli austriaci. Mazzini capisce che la carboneria non era più adeguata perché agiva in modo segreto ma secondo lui il popolo italiano doveva essere coinvolto e con questo scopo fonda la Giovine Italia in cui le idee venivano rese pubbliche e lui stampa il programma. Quindi per liberarsi dagli stranieri si dovevano ribellare perché la libertà ha un prezzo quindi bisogna lottare. Mazzini pensava che l’Italia doveva essere una (unità), indipendente (senza gli stranieri) e repubblicana. Secondo lui c’è un disegno divino nel mondo che fa si che la storia sia un progresso positivo era ottimista e diceva che nella storia si realizza lo spirito dell’uomo. Quando lui dice Dio, popolo e famiglia intende dire che Dio è lo spirito che porterà all’umanità il benessere, famiglia gli individui tendono ad allearsi tra loro per formare le famiglie e queste formano il popolo. Realizzare L’Unità voleva dire realizzare L’Unità nello spirito e il popolo doveva intervenire in prima persona. Mazzini parlava anche di pensiero e azione. Bisognava fare un programma politico per far capire le finalità però bisognava anche agire (promuovere le insurrezioni). Le insurrezioni di Mazzini non hanno mai funzionato perché sono sempre state scoperte. Nel 1844 i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera tendono un’insurrezione ma i preti e le persone importanti fecero credere che fossero pirati che volevano rubare e furono cacciati via. Già questo fa capire che per quanto Mazzini provasse a diffondere le sue idee non ci riusciva e venne accusato del fatto che il suo metodo fu troppo rivoluzionario e portava alla morte di tanti giovani.
Carlo Cattaneo e il federalismo
Vicino a Mazzini ci fu un intellettuale milanese Carlo Cattaneo che non era molto d’accordo con alcune idee di Mazzini tra cui quella che l’Italia deve essere una e indipendente con un governo centralizzato a Roma. Secondo Cattaneo se gli italiani volevano unirsi dovevano farlo con il federalismo cioè gli Stati italiani dovevano allearsi tra di loro ma con delle diversità come avevano fatto Stati Uniti e Svizzera. Questo era il modo migliore per tenere unita l’Italia ma ogni stato con la propria autonomia che riconoscesse un governo centrale.
Gioberti e il Neoguelfismo
Vincenzo Gioberti era un sacerdote Torinese che scrisse il primato civile e morale degli italiani in cui diceva che la superiorità morale e civile nel corso della storia era dovuta al fatto che in Italia ci fosse stato il papato che aveva avuto un ruolo fondamentale nel diffondere la religione. Secondo Gioberti non c’è uno stato migliore di quello Pontificio e propose un accordo tra i vari stati italiani che si dovevano confederare e dovevano essere guidati dal papa. A proposito di questo si è parlato di Neoguelfismo, ovvero Gioberti era a favore del papa e secondo lui è l’autorità morale e politica più importante che c’è in Italia e così gli Stati si alleano in questa confederazione.
Cesare Balbo e la confederazione
Cesare Balbo un liberale piemontese nel suo libro Le speranze d’Italia aveva sottoposto agli italiani un problema trascurato da Gioberti cioè la presenza degli austriaci in Italia. Anche Balbo pensava a una confederazione ma che fosse guidata dai Savoia. In quegli anni l’impero ottomano stava decadendo, c’era molta crisi e questa poteva essere una speranza per l’imperatore d’Austria di conquistare quelle terre e una soluzione per gli italiani così in questo modo potevano liberarsi dagli austriaci. Massimo d’Azeglio (primo ministro del regno di Sardegna) scrive Gli ultimi casi di Romagna in cui analizza l’andamento degli ultimi moti di rivoluzione andati male e critica lo Stato pontificio perché era assoluto, condannava le insurrezioni perché allontanavano i moderati, quindi l’unica soluzione era affidarsi ai Savoia in cui l’esponente principale fu Camillo Benso Conte di Cavour che riuscì a capire quale fosse la via giusta per raggiungere L’Unità.
Rivoluzioni del 1848
Il 48 è stato un’esplosione di rivoluzioni non solo in Italia ma anche in Germania, Francia, Vienna. I motivi di queste rivoluzioni sul piano economico dal 46 ci sono state crisi agricole, una carestia soprattutto in Irlanda molte persone avevano poco o niente da mangiare e questo comportava una diminuzione della domanda di beni che porta anche a fallimento dell’industria alimentare perché se mancano le materie prime non si possono produrre beni da mettere sul mercato. Sul piano sociale nei paesi più avanzati come Inghilterra, Belgio e a Francia si era affermata la rivoluzione industriale, si erano formati i primi sindacati quindi si iniziano a fare diversi scioperi perché la paga non era adeguata a farli vivere in modo decente. Sul piano politico invece con la Restaurazione e il Congresso di Vienna i paesi volevano portare l’Europa a come era prima ma non era più possibile perché si erano create delle idee come la Costituzione, il suffragio.
Rivoluzione francese e Napoleone
La Francia influenza tutta l’Europa infatti la rivoluzione del 48 ebbe inizio in Francia. Dopo la Restaurazione era salito al trono Luigi 18 che aveva concesso una carta costituzionale concessa direttamente dal re però quando lui muore il fratello Carlo X pensava di far ritornare la Francia a prima della rivoluzione infatti fece una legge per i nobili a cui erano state tolte le proprietà e riduce il numero degli elettori. I francesi si ribellano e nominano un nuovo re Filippo d’Orleans però il governo francese pensava molto alle ricchezze della borghesia e lascia da parte le richieste del popolo che erano sempre trascurate infatti i socialisti chiedevano delle riforme economiche e sociali per distribuire in modo più equo la ricchezza e i democratici volevano il suffragio universale. Le opposizioni organizzavano dei banchetti elettorali cioè in alcune piazze di Parigi preparavano da mangiare e parlavano delle elezioni e novità che secondo loro erano Giuste (voto). Però il re impedì questi banchetti per paura che potessero arrivare ai loro obiettivi ma il popolo si ribellò a questo è il 22 febbraio ci fu la rivoluzione di febbraio, in tre giorni i francesi proclamarono la repubblica. Coloro che si erano ribellati fanno un governo provvisorio e mettono in atto riforma economiche e politiche importanti ad esempio aprono gli atelier nationaux, ossia delle fabbriche statali per dare lavoro a chi me aveva bisogno con una giornata fino a 10 ore di lavoro e vengono reintrodotti laboratori di carità però secondo la borghesia questo era un danno per i propri interessi e il 23 aprile si votó a suffragio universale maschile (1912 Italia) però con delle limitazioni. Alla fine avevano vinto i moderati che avevano ottenuto 600 seggi e tutte le riforme del governo provvisorio non vengono applicate quindi si ritorna come prima ma il 23 giugno il popolo si ribella di nuovo e ci fu uno scontro violento tra borghesia e lavoratori alla fine 3000 partecipanti furono fucilati, 15.000 arrestati e 4000 deportati cioè dovevano fare lavori forzati nelle colonie francesi. Nel 48 venne promulgata una nuova Costituzione che prevedeva per mezzo di un Plebiscito (referendum) l’elezione diretta del capo dello stato cioè Napoleone 3. Quindi diventa capo francese e fa una legge facendo votare con un nuovo plebiscito perché il presidente resta in carica 10 anni, e si fa nominare imperatore dei francesi. Nell’impero asburgico scoppiano delle rivolte però grazie alla Santa Alleanza (Prussia, Russia e Austria) la Germania ottenne l’unificazione 10 anni dopo l’Italia. In Germania c’erano tantissimi stati divisi (alla fine metà cattolica e metà protestante), quindi la Germania aveva bisogno di essere unificata e scoppia la rivolta a Berlino. Dal congresso di Vienna era nata la confederazione Germanica formata da 39 stati che si riunivano nella Dieta di Francoforte cioè un’assemblea con poteri limitati infatti ogni stato era indipendente. Anche in Germania si era aperto un dibattito sull’unificazione però la discussione non è andata avanti perché i vari esponenti si sono scontrati su un tema fondamentale ovvero creare una grande Germania includendo l’Austria o una piccola Germania escludendola. Alla fine si decide per la piccola Germania e si offre la corona a Guglielmo 4 però lui la rifiuta perché non voleva diventare il re eletto dal popolo. Alla fine l’assemblea si trasferisce a Stoccarda ma verrà sciolta con la forza, quindi anche in Germania fu un fallimento.
Rivolte in Italia e prima guerra di indipendenza
Nel 46 muore il papa Gregorio 16 che era un noto conservatore (moderato monarchia) lo Stato Pontificio era molto arretrato, era assoluto, meno disposto a cambiare. La stampa aveva una censura preventiva cioè prima che venisse pubblicato qualcosa andava controllato, la stampa non era libera e chi esprimeva le proprie opinioni in contesti pubblici veniva arrestato (prigioniero politico). Alla morte di questo papa ci furono 2 candidati, il primo Pietro Lambruschini, segretario del vecchio papa, il secondo Giovanni Maria Ferretti che venne eletto e prese il nome di Pio 9 e in tutta Italia erano felici di questo perché dimostrava che con lo Stato Pontificio non era più arretrato eleggendo un papa non conservatore e che può mettersi a capo della confederazione italiana. I primi due anni fa una serie di riforme ad esempio fa scarcerare i prigionieri politici, diminuisce la cesura quindi il controllo sulla stampa e da questo anche i sovrani italiani faranno le stesse cose. Questo periodo di riforme sarà dal 46 al 48 però solo il regno delle Due Sicilie, a capo di Ferdinando 2, non condivideva queste riforme e a Palermo iniziano delle proteste, così il re fa un provvedimento cioè rende la Sicilia autonoma e fu il primo a concedere la Costituzione, in seguito farà la stessa cosa il gran ducato di Toscana Il 17 febbraio e il regno sabaudo il 4 marzo in cui Carlo Alberto concederà lo Statuto Albertino che verrà diffuso poi in tutta Italia fino a quando non viene emanata la nuova costituzione, tranne il Lombardo Veneto che era sotto il dominio degli austriaci. Il 13 marzo a Vienna (impero asburgico) ci fu una ribellione, i liberali milanesi e Veneziani insorgono e a Venezia viene istituita una repubblica autonoma e indipendente mentre a Milano si combatte contro le cinque giornate cioè i milanesi si ribellano agli austriaci e in cinque giornate riescono a cacciarli dalla società temporaneamente, in questo modo il popolo si eleva perché sta lottando contro gli stranieri. A quel punto Carlo Alberto dichiara guerra all’Austria e tutti gli altri sovrani italiani vogliono partecipare, così nasce la prima guerra di indipendenza che si svolgerà in due fasi. Una fase di guerra federale e una di guerra regia. Nella prima fase tutti gli Stati si alleano e a Goito e Pastrengo riescono a sconfiggere gli austriaci, guidati da un governatore militare Rodeschi che si rifugia a Legnano e poi nel quadrilatero formato da 4 fortezze.
L’Austria era un impero cattolico quindi l’imperatore dice al papa che sta mandando le sue truppe a combattere con altri cattolici, quindi se vuole appoggiare questa guerra gli austriaci faranno uno scisma, cioè non riconosceranno più la religione cattolica ma un’altra. A quel punto Pio 9 farà un’allocuzione cioè un discorso il 29 aprile in cui dice di essere il padre di tutti i popoli e tutte le nazioni, quindi la guerra non può andare avanti e si ritira perché ha paura che l’Austria non possa più riconoscere il papa. Di conseguenza si ritirano anche gli altri monarchi Italiani tranne il Piemonte, così la guerra federale diventerà una guerra regia. Inizialmente Carlo Alberto riesce a sconfiggere gli austriaci a Curtatone e Montanara, però aveva preso con molta calma la battaglia finale infatti gli austriaci nel frattempo riescono a rinforzarsi e nella battaglia di Custoza i piemontesi vennero sconfitti, il 9 agosto venne firmato un armistizio e gli austriaci avrebbero lasciato il regno di Carlo Alberto così com’è. Però il resto degli italiani era rimasto deluso e iniziarono una serie di ribellioni, nello Stato Pontificio il papa è costretto a fuggire e va a Gaeta, la stessa cosa farà il duca di Toscana. A Roma si fondó una repubblica affidata a un triumvirato formato daMazzini, Saffo e Armellini. Carlo Alberto pensava di riprendere la guerra per evitare che il potere passi ai democratici quindi ripresero la guerra ma ci fu un’ulteriore sconfitta a Novara, a questo punto non poteva fare più nulla a parte lasciare il trono e addicare cioè cedere la corona al figlio Vittorio Emanuele 2. Alla fine nella città italiane, Brescia e Toscana si arresero e nel 49 le truppe francesi e spagnole entrarono a Roma mettendo fine alla repubblica romana. A Palermo torna il regno delle due Sicilie e alla fine il 23 agosto i veneziani sono gli ultimi a cedere. Da Palermo a Milano gli italiani si erano ribellati ma non ha funzionato il disaccordo tra i vari sovrani perché inizialmente avevano aderito ma quando il papa ha fatto il passo indietro lo hanno fatto anche i monarchi.
Dopo il 1848: repressioni e riforme
Dopo il 48 i sovrani italiani ritirarono tutte le loro costituzioni e Ferdinando 2 re delle due Sicilie applicó una repressione contro quelli che si ribellarono e volevano cambiare le cose in Italia, quindi si inizia a pensare che l’Italia si possa unificare contro i Savoia.
Cavour e il regno di Sardegna
Nel regno di Sardegna invece non era stata ritirata la Costituzione, anzi il nuovo re affida il governo a Massimo d’Azeglio e questo regno inizia ad avviarsi verso una serie di riforme, delle cose iniziano a cambiare e in particolare vennero emanate due leggi: la prima è la legge Siccardi, era importante perché toglieva potere alla chiesa e mette fine ai privilegi che questa aveva, come il foro ecclesiastico cioè il diritto di essere giudicati da tribunali ecclesiastici e il diritto di asilo cioè chi veniva inseguito dalla polizia ed entrava in una chiesa era salvo perché la polizia non poteva entrare. Ad un certo punto nella battaglia dell’approvazione della legge Siccardi si era distinto Camillo Benso conte di Cavour. Lui inizialmente entra nella carriera militare ma poi si rende conto che non fa per lui e inizia a viaggiare tantissimo perché vuole capire come vanno le cose nel mondo. Quando torna a casa si dedica alle aziende di famiglia (figlio di aristocratici) e inizia a modernizzarle con novità di lavorazione e nel 1852 diventa presidente del consiglio. In pratica c’erano due schieramenti uno di destra e uno di sinistra e si realizza il connubio cioè l‘Unione, si fa un accordo tra destra e sinistra che permette a Cavour di diventare presidente del consiglio con un’ampia base parlamentare cioè aveva una maggioranza già garantita e per la prima volta non è stato il re a scegliere ma il parlamento. Cavour in politica era liberale quindi credeva nella monarchia costituzionale, mentre in economia era liberalista cioè credeva nel commercio e nel libero scambio infatti nel regno di Sardegna fece abbassare le tasse doganali, ampliò il porto di Genova, migliora la rete stradale e ferroviaria (passata da 8 a 850 km), fece costruire una serie di canali che si possono utilizzare anche nel trasporto in pianura e soprattutto per l’irrigazione nei campi. Infine organizza il sistema del credito in modo che fosse più facile fare finanziamenti da investire in diverse attività. In 10 anni Cavour fa diventare il regno di Sardegna lo stato italiano più moderno. (Ospitò anche molti patrioti in Piemonte scappati dalle loro città). Nel 1857 a Torino venne costituzione la società nazionale italiana che voleva realizzare l’Unità d’Italia sotto la guida dei Savoia e a questo partecipa anche Garibaldi che si lascia convincere che questa è l’unica strada per arrivare all’unità. Dal 1850 ci sono di nuovo moti mazziniani, il primo a Belfiore che venne subito scoperto e in piazza vennero impiccati 9 patrioti. La più celebre delle operazioni Mazziniane che fallì, fu quella di Sapri di Carlo Pisacane, in pratica lui si imbarcò da Genova verso l’isola di Ponza (famosa per un carcere politico), arriva su quest’isola e libera 300 detenuti, l’obiettivo di Pisacane era che quando i patrioti avessero visto questi detenuti avrebbero fatto la rivoluzione insieme, invece questo non accadde perché questi detenuti vennero scambiati per briganti, stranieri, quindi anche i contadini collaborarono con l’esercito borbonico per ucciderli tutti e questo episodio aveva convinto che l’insurrezione popolare era sbagliata e bisognava insistere con la strada indicata da Cavour. Libera Chiesa e libero Stato significa che la chiesa può professare liberamente la propria religione, qualunque sia ma non deve intervenire nella politica dello stato.
Guerra di Crimea e alleanze
Nel 1852 scoppia la guerra di Crimea (penisola) che vede protagonisti i Turchi e i Russi, questi ultimi volevano espandersi ancora di più e controllare il mar nero. La Turchia venne appoggiata da Inghilterra e Francia (Napoleone 3)contro la Russia e si allea anche Cavour, manda un esercito piemontese a combattere in Crimea e lo fa con lo scopo di avere degli alleati quindi con Francia e Inghilterra. Ad un certo punto i Russi si ritirano, i turchi vincono quindi di conseguenza anche i suoi alleati e nel 1856 a Parigi ci fu il congresso di Pace per decidere cosa fare sulla questione Crimea però Cavour che ne fa parte non chiede nulla in cambio, ma solo che per un giorno si parli della questione italiana e la fa diventare una questione europea, perché in Italia potrebbe scoppiare una rivoluzione dato che c’è ancora il controllo degli austriaci, quindi ha bisogno dell’aiuto dei suoi alleati per liberarsene. Da questo congresso si crea una forte intesa tra Cavour e Napoleone 3 anche perché quest’ultimo aveva dei progetti sull’Italia ovvero vorrebbe che si creassero 3 regni, uno a nord guidato dal regno di Sardegna, uno al centro guidato da Girolamo Bonaparte e uno al sud guidato da un parente di Napoleone. Questi 3 regni dovevano confederarsi e lui ha queste idee perché vorrebbe prendere il posto degli austriaci per controllare l’Italia. C’era un’altra questione però perché i francesi erano cattolici quindi a loro non piaceva un’eventuale perdita del papa dallo Stato Pontificio quindi i francesi chiesero a Napoleone si protegge appunto lo Stato Pontificio.
Accordi di Plombières e seconda guerra di indipendenza
Nel 1858 vengono firmato gli accordi di Plombières (una località termale in cui si vedevano segretamente Cavour e Napoleone per questi accordi) e prevedevano che la Francia sarebbe intervenuta nella guerra insieme al regno di Sardegna solo se l’Austria avesse attaccato per prima. Poi se il regno di Sardegna avesse vinto alla Francia sarebbero andati Nizza e la Savoia come compenso dell’alleanza e infine in Italia si sarebbero creati i tre regni confederati. Cavour per fare in modo che l’Austria inizi ad attaccare manda delle truppe ad esercitarsi ai confini con la Lombardia e si uniscono anche i cacciatori delle alpi formata da truppe di volontari guidati da Garibaldi. Quindi l’Austria manda un ultimatum al regno di Sardegna cioè o smettono di esercitarsi o loro dichiareranno guerra, a questo punto gli austriaci sono caduti nella trappola di Cavour e il 23 aprile scoppia la seconda guerra di indipendenza (10 anni dopo la prima). I Franco piemontesi ottennero subito delle vittorie e Napoleone 3 e Vittorio Emanuele 2 entrarono a Milano l’8 giugno, proseguono altre battaglie in Lombardia in cui l’Austria venne ancora battuta e nel frattempo quando a Firenze, Modena e Bologna vedono queste sconfitte ripetutamente, chiedono di essere annesse con il regno di Sardegna e viene fatto un plebiscito. A questo punto Napoleone ha paura di perdere tutti i suoi progetti sull’Italia quindi senza consultare Cavour firma un armistizio con gli austriaci a Villafranca, quindi una pace. Questo prevedeva la cessione della Lombardia dagli austriaci alla Francia e poi dalla Francia al regno di Sardegna. Ai francesi restavano Savoia e Nizza mentre l’Emilia Romagna e la Toscana attraverso un plebiscito chiedono a questi territori italiani se vogliono essere annessi al Piemonte e accettano.
Spedizione dei Mille e unità d'Italia
È una famosa spedizione a capo di Garibaldi. Dopo la 2 guerra di indipendenza due ex mazziniani che poi sono passati con Cavour pensavano che fosse il momento opportuno per intervenire con una spedizione preparata da Rosolino Pilo e Francesco Crispi che avevano fatto una grande opera in Sicilia. La notte tra il 5 e 6 maggio poco più di mille volontari guidati da Garibaldi partirono da Quarto a Genova, prima raggiunsero Talamone (isola Toscana in cui si riforniscono di armi) e raggiungono Marsala l’11 maggio, in pochi giorni grazie all’arrivo di volontari ottennero importanti successi a Palermo, Milazzo e Calatafini in cui iniziano una serie di battaglie per liberare la Sicilia. I siciliani sono riusciti a farsi convincere perché gli avranno fatto credere che se i contadini avessero aiutato Garibaldi e la sua truppa, avrebbero avuto in cambio un riscatto sociale, quindi maggiore libertà, terre, fine del latifondismo, ma questo glielo fanno solo credere perché in realtà Garibaldi fa un’alleanza con l’aristocrazia, gli aristocratici siciliani pensavano che i Borboni non sono più in grado di difendere i loro interessi quindi vogliono allearsi con Garibaldi solo per questi interessi. A Bronte i cittadini sapendo che doveva arrivare Garibaldi fanno una specie di rivoluzione contro gli austriaci, ma quando arriva Nino Bixio e sente questa cosa li fa processare e uccidere tutti. Il 20 agosto Garibaldi e i mille sbarcano in Calabria e il 7 settembre a Napoli, a settembre avevano liberato tutta l’Italia meridionale e il 1 ottobre ci fu la battaglia conclusiva, quella del Volturno, vinta da Garibaldi e il regno delle due Sicilie è stato conquistato. A questo punto Cavour che non credeva che Garibaldi potesse avere successo, vuole intervenire ma chiede prima il permesso a Francia e Inghilterra e una volta ottenuto scende con il suo esercito nelle Marche per la battaglia di Castelfidardo. Si diceva che il 26 ottobre a Teano ci fu l’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele 2 ma in realtà non era vero. A Garibaldi non restava altro che consegnare i territori che aveva conquistato a Vittorio Emanuele 2, quindi si ritira nell’isola di Caprera mentre Cavour farà un importante discorso a Torino il 17 marzo 1861 in cui annuncia che è stato istituito il regno d’Italia quindi finalmente si è arrivati all’unità d’Italia. Il 6 giugno dello stesso anno Cavour muore.
Rivoluzione industriale in Inghilterra
La prima rivoluzione industriale (innovazioni economiche e sociali Una rivoluzione così non c’era dal neolitico in cui gli uomini scoprirono agricoltura e allevamento) ebbe inizio alla fine del 700 in Inghilterra, in un secolo l’industria, quindi il settore secondario, superò l’agricoltura, quindi il settore primario, i contadini man mano diventarono operai per lavorare nelle industrie. (La seconda rivoluzione industriale rappresenta la seconda fase dello sviluppo industriale nel 1870 e vennero scoperti il petrolio e l’elettricità, invece la terza rivoluzione industriale è quella che stiamo vivendo ora con la tecnologia).
Le città iniziarono a crescere e la popolazione divenne il doppio La rivoluzione industriale iniziò in Inghilterra perché il Paese aveva una buona rete di trasporti, era ricca di materie prime come ferro e carbone, la vita politica e quella economica si erano rinnovate quindi le merci potevano circolare. Si diffusero le enclosures ovvero delle recinzioni dei terreni comuni dei proprietari terrieri nelle campagne. I contadini però non potevano trarre benefici da quei terreni infatti per le recinzioni bisognava pagare e i piccoli proprietari si scoraggiavano, così questi terreni andarono all’aristocrazia inglese e molti disoccupati iniziarono a lavorare , così la manodopera ebbe costi bassi e verrà usata nel ciclo industriale. Successivamente la rivoluzione industriale si sviluppò anche in Francia, Svizzera, Belgio, Stati Uniti e dalla seconda metà dell’800. La prima rivoluzione industriale si divide in due periodi, il primo caratterizzato dal settore tessile dal 1770 al 1830, il secondo riguarda il settore siderurgico e ferroviario dal 1830 in poi.
Nella rivoluzione fu importante l’innovazione tecnologica perché vennero create delle macchine che aiutavano gli operai a svolgere meglio il lavoro, tra gli obiettivi ci fu l’innovazione di scienza e tecnica. Gli scienziati facevano delle scoperte e da queste ne traevano vantaggi, mentre i tecnici erano esperti di soluzioni pratiche per migliorare la vita dell’uomo. Nel settore tessile grazie all’invenzione delle macchine si ebbe una reazione a catena cioè grazie ad una nuova macchina ci fu un aumento della produzione e si passava subito alla fase successiva. James Watt perfezionò la macchina a vapore in cui si sfruttò l’energia chimica del carbone per utilizzarla in più settori come nell’agricoltura con l’introduzione delle macchine agricole, nei trasporti con l’avvento delle ferrovie e il battello a vapore, nelle attività minerarie perché introdusse aria nelle miniere e prosciugava l’acqua dei pozzi e infine nell’industria in modo che le fabbriche vennero situate nelle città e non vicino i corsi d’acqua.
Sviluppo industriale e società per azioni
Lo sviluppo industriale inglese venne sostenuto dal capitale delle attività agricole e commerciali. Dopo poco si passó all’autofinanziamento ovvero i profitti dell’impresa venivano reinvestiti; così nacquero le società per azioni quotate in borsa a cui potevano contribuire piccoli e grandi risparmiatori. Il ruolo dell’imprenditore coinvolge le capacità organizzative e creative. Secondo Weber la mentalità imprenditoriale è stata aiutata dalla riforma protestante (secondo Calvino siamo tutti predestinati perché se la mia vita lavorativa va bene vuol dire che Dio mi guarda bene) quindi n questo successo viene inteso come benevolenza divina, un segno divino. Importante era anche l’istruzione quindi si svilupparono le scuole tecniche.
Questione sociale e condizioni degli operai
La questione sociale è un problema sociale cioè la condizione umana di chi lavora nelle fabbriche, industrie. I contadini erano tutelati da leggi centenarie che facevano parte dell’Ancien Régime, avevano contratti agricoli, di affitto.. ma le cose stanno cambiando quindi i contadini sono costretti a spostarsi per cercare lavoro quindi (c’è una grande crescita di popolazione Nel 1850). Ci fu uno spopolamento delle campagne(perché l’agricoltura sta diventando industriale) e diventano super abitate le città. L’indice di ricchezza in un Paese si misura dal tipo di occupazione degli abitanti. Se l’agricoltura ha una bassa percentuale è positivo perché vuol dire che si utilizzano molte le macchine, quindi bastano poche persone nel settore ed è una agricoltura avanzata. Le città avevano il centro che era costituito dai palazzi delle persone ricche, c’era l’aria pulita, i servizi igienici, si viveva bene, invece gli altri vivevano in condizioni peggiori perché c’erano famiglie che vivevano in piccole case, soffitte, cantine da qui si potevano contrarre malattie. Questi svolgevano lavori pesanti e la giornata arrivava a 14 ore lavorative, lavoravano per campare, gli affitti erano cari, per la manodopera venivano usati i bambini e le donne perché costavano di meno e si ribellavano di meno. Ad un certo punto gli operai iniziarono a protestare e la prima forma di protesta fu il luddismo, proviene da Lud ovvero un operaio specializzato, con l’introduzione delle macchine gli operai specializzati perdevano il lavoro, pensando fossero il problema volevano distruggere queste macchine questa fu la riforma che però è importante perché gli operai capiscono che se vogliono ottenere qualcosa devono unirsi e così in Inghilterra nascono i primi sindacati cioè organismi di rappresentanza, (associazione di categoria)all’interno delle fabbriche vengono eletti dei rappresentanti e andavano dai padroni a contrattare. Così piano piano i padroni sono costretti a fare patti con il sindacato così le condizioni degli operai inizieranno a migliorare ma dovranno lottare prima di ottenerlo, così nasceranno i primi partiti. Le fabbriche venivano finanziate dallo stato negli altri paesi come Germania, Belgio e Svizzera.
Agricoltura e restaurazione post-Napoleone
In questo periodo l’agricoltura cambiò con l’introduzione delle macchine nel settore agricolo, di conseguenza i contadini diventarono liberi di coltivare i terreni che erano stati abbandonati, eliminando gli obblighi nei confronti dei nobili, la tecnica della rotazione quadriennale.
Congresso di Vienna e restaurazione
Dalla sconfitta di Napoleone a Lipsia, Austria, Inghilterra Russia e Prussia (grandi potenze) volevano restaurare l’Europa come prima della rivoluzione francese, così ci fu un periodo chiamato età della restaurazione che va dal 1815 al 1830. Però questo non era possibile perché la rivoluzione aveva cambiato tutto. In Europa non c’erano più i diritti feudali (privilegi del clero e nobiltà), non ci fu più la monarchia assoluta ma quella costituzionale, la repubblica e l’esercito venne rinnovato. Per fare in modo che non si tornasse al vecchio sistema venne convocato il Congresso di Vienna che iniziò a giugno 1815 prima della sconfitta definitiva a Waterloo di Napoleone, fino al 1830. Il congresso però non si riunì quasi mai così le decisioni le prese in particolare von Metternich (principe d’Austria).
A seguito della sconfitta di Napoleone i Paesi volevano aumentare la loro potenza e da questo la Gran Bretagna decise che doveva esserci un equilibrio tra i Paesi, ovvero nessun paese Europeo doveva essere più forte dell’altro per avere appunto un equilibrio. (Austria voleva rafforzare il suo domini in Italia mentre la Prussia gli stati che confinavano con la Francia fino al Reno, La Francia voleva che Russia e Austria non continuassero ad espandersi quindi furono d’accordo con l’Inghilterra). Legittimità voleva dire far tornare sul trono i sovrani che avevano il potere prima della rivoluzione.
Con il congresso di Vienna (nacque una nuova carta dell’Europa): Francia perse tutte le sue conquiste così si rafforzarono gli Stati confinanti, Olanda e Belgio formarono il Regno dei Paesi Bassi, la Prussia acquistò territori tedeschi e il regno di Sardegna si alleó con la repubblica di Genova. Spagna e Portogallo tornarono alle monarchie dei Borboni, l’Austria ebbe il controllo di quasi tutta l’Italia, lo zar Alessandro di Russia ottenne la Polonia.
I sovrani cercarono di tornare al sistema politico che c’era prima della rivoluzione. In Italia Ferdinando 3 d’Asburgo e Maria Luisa d’Austria si adattarono. Invece la pensarono diversamente Ferdinando I e Papà Pio 7 che volle censurare l’opposizione.
Le potenze erano d’accordo con gli obiettivi del congresso di Vienna così si formarono tre alleanze che sono: Santa alleanza in cui si decise che doveva esserci un aiuto reciproco tra i sovrani nel caso il trono fosse in pericolo. Poi c’è la Quadruplice alleanza tra Austria, Prussia, Russia e Inghilterra che volevano isolare la Francia e infine la Quintuplice alleanza in cui si stabilì finalmente l’equilibrio tra i Paesi.
Nazione e liberalismo nell'800
Il termine nazione deriva da nascere e indicava il luogo di nascita. La nazione è una collettività umana che unisce le persone dall’avere in comune l’origine, la lingua, la religione, l’economia e la razza (gruppo di persone con gli stessi tratti genetici). Nell’800 per farsi un’idea di nazione si iniziò a pensare a tre termini:
Uguaglianza rappresentanti tutti i cittadini che avevano la volontà generale della nazione, quelli uguali tra di loro a cui la storia ha attribuito lingua, cultura e tradizioni.
Fraternità rappresentava tutti quelli che appartengono alla stessa nazione.
Libertà ovvero non il singolo individuo, ma la nazione doveva liberarsi dal potere del sovrano e quindi lottare per la libertà della patria (luogo di un popolo).
Per i mercati nazionali l’idea della nazione fu una cosa positiva perché grazie a questa si aveva la libertà con i confini della nazione e le merci potevano circolare liberamente.
Nell’800 il popolo era la base dello stato, mentre adesso lo stato è un’unità politica di un popolo cioè rappresenta la nazione. Nell’800 si lottava per avere uno stato ma non sempre riuscì a formarsi anche perché avere uno stato voleva dire far credere lo scontro politico che generalmente avveniva con le armi.
Il termine Liberalismo viene da liberare che indica le idee politiche, invece il termine liberismo indica le idee economiche, applicato all’economia. Nascono nell’800 e oltre questi nascono delle ideologie, dei concetti di liberale, democratico, comunismo e socialismo. Il liberalismo nasce nell’800 (anticipatori) già da Locke nell’illuminismo, Montesquieu perché ha teorizzato la divisione dei poteri, Adam Smith perché nasce il concetto sulla ricchezza delle nazioni perché ci sono abilità nell’organizzare il lavoro,( aveva capito che l’industria e la ricchezza sarebbero state il lavoro) perché lui dice che non è la terra che ci da la ricchezza ma dall’organizzazione del lavoro. I poteri assoluti (re monarchi) si fondava sull’alleanza con la chiesa che condivideva la società in tre odini (nobiltà, clero e terzo stato). Con la rivoluzione francese alcuni cattolici diventano più moderni quindi capiscono che la chiesa non deve intervenire nelle questioni politiche quindi cercarono di conciliare le tre idee forti ovvero libertà uguaglianza e fratellanza. Il papa voleva mantenere i loro privilegi, invece i sacerdoti e gli uomini cattolici (Manzoni) credevano ci potesse essere un cattolicesimo liberale quindi che voleva la libertà escludendo l’assolutismo. Liberale significa che la libertà deve essere garantita all’uomo. Questo viene dalla Francia in particolare da Felicité de l’amne. Lo stato però voleva minacciare la libertà dell’individuo, non gli riconosceva nulla, limitava la libertà di pensiero, di esprimersi, ed da qui nasce il pensiero liberale in cui i liberali lottano per garantire i diritti della società, quindi per la Costituzione che è la legge fondamentale dello stato (legge cornice che contiene tutte le altre leggi). Nello stato liberale il potere era limitato, quindi il sovrano aveva dei limiti, doveva essere neutrale e non intervenire nelle questioni sociali. Poi lo stato garantisce le libertà publiche, quindi esprimersi liberamente, libertà di opinione, davanti alla legge tutti gli uomini sono uguali. Lo stato non deve intervenire sulla diseguaglianza sociale quindi doveva essere neutrale, non deve intervenire nella vita economica. La diseguaglianza era una un fatto naturale perché in ogni società ci sono i ricchi e i poveri e l’istruzione doveva essere qualitativa quindi era solo per chi se lo poteva permettere. Infine il suffragio era censitario ovvero il voto si basava sulla ricchezza, per i liberali il voto non era un diritto.
(Il liberismo nell’economia è basato sulla concorrenza, non dovevano esserci ostacoli alla libertà del commercio e della vendita e quindi c’era l’abolizione delle dogane).
Democrazia vuol dire potere del popolo. Secondo Rousseau il potere apparteneva al popolo quindi questo era sovrano e la democrazia doveva essere diretta, quindi esercitare direttamente il potere, così la democrazia moderna divenne rappresentativa cioè il diritto di voto era valido per tutti per questo i democratici erano a favore del suffragio universale e c’era l’uguaglianza politica tutti avevano diritti e particolarmente quello di voto. l’istruzione era a carico dello stato, deve essere quantitativa quindi tutti devono farne parte e lo stato deve moderare le ingiustizie sociali ovvero imporre le tasse in base al reddito così si potranno organizzare delle iniziative a favore dei poveri.
Napoleone e il blocco continentale
Napoleone nacque ad Ajaccio nel 1769 da una famiglia di piccola nobiltà. Iniziò a formarsi nelle scuole militari francesi e si appassionò ai testi di Rousseau, si schierò dalla parte della politica, del potere e fu una cosa positiva perché venne segnalato al governo del Direttorio perché era molto intelligente e aveva abilità militari. Da qui seguì la mitizzazione per due motivi: il primo si pensava che fosse di bassa statura e il secondo che veniva dalla periferia; per questi due motivi si creó il mito del petit corporal. Il suo lavoro occupava quasi tutto il giorno quindi gli venne attribuita la caratteristica dell’infaticabilità. Le sue abitudini erano semplici ma era anche cinico e arrogante, non esitava a porre fine alla vita di qualcuno perché per lui non esiste che se stesso, tutto il resto sono cifre. Uno dei suoi incarichi più importanti fu la campagna d’Italia del 1796.
Napoleone voleva rovinare l’Inghilterra che era l’unica ad affrontare l’egemonia francese così ci fu il blocco continentale ovvero i Paesi europei dovevano interrompere il commercio con l’Inghilterra ma questo fu un fallimento perché perché gli inglesi riuscirono a forzarlo e ci fu un controblocco che danneggiò l’economia francese. Però per far sì che questo blocco venga rispettato Napoleone decise di conquistare Spagna
Portogallo, gli spagnoli si ribellarono a questo e fecero una rivolta contro l’impero napoleonico
1.
Comune e signorie in Italia
Comune significa conquista dei cittadini all’autogoverno e autonomia politica nei confronti del potere feudale. Questa nuova realtà si afferma tra XI e XII secolo.
2. Gli esponenti delle associazioni volontarie che nascono all’interno del comune sono i capi delle famiglie più influenti. I loro obiettivi sono:
• Mantenere la pace.
• Incoraggiare l’autonomia delle città dalla sottomissione al vescovo e ai signori.
• Promuovere la difesa della città da eventuali attacchi esterni.
3. Le tre fasi del comune sono:
- Fase consolare:caratterizzata da istruzioni di tipo democratico, con un’assemblea che elegge i consoli, i quali formano il governo delle città.
- Fase podestarile: in cui viene eletto un Podestà, estraneo alla vita cittadina e cerca di trovare un equilibrio tra gli interessi dei nobili e dei borghesi.
- Fase popolare: caratterizzata dall’egemonia politica della borghesia che prende il potere grazie all’appoggio delle Corporazioni.
4. Il Podestà è un magistrato forestiero, una sorta di professionista dell’arte di governo in grado di garantire un governo al di sopra delle fazioni in lotta, una gestione più efficiente dell’apparato statale. Estraneo agli odi che turbano la vita cittadina, deve portare la pace operando al di sopra delle fazioni. Sostituisce i consoli ed è in carica circa un anno.
5. La popolazione delle città è formata da:
- I magnati, cioè i nobili e proprietari terrieri.
- Il popolo grasso, cioè la ricca borghesia, mercanti, banchieri.
- Il popolo minuto, cioè la piccola borghesia dei commercianti al minuto e artigiani.
- La popolazione marginale, esclusa da qualsiasi attività politica, costituita da poveri servi, mendicanti, malati.
- Gli operai, cioè i lavoratori salariati delle manifatture, i lavoratori a giornata, i contadini immigrati.
- Il clero, formato dai religiosi dei conventi.
6. La pace di Costanza avvenne nel 1183 ed è importante perché ci fu un compromesso che segnó la rinuncia al potere assoluto dell’imperatore, mentre i Comuni avrebbero mantenuto la loro autonomia.
7. La Signoria nasce tra il XIII e XV secolo. Un anno era poco per la carica del Podestà e garantire un governo stabile, così si decise di affidare la guida del comune ad un membro di una delle famiglie più in vista del Comune stesso, ad un unico signore. Nasce così la signoria.
8.
Signorie e stati regionali
Le più importanti signore di Italia sono: Ferrara con la famiglia Este, Padova con la famiglia da Carrara, Milano con i Visconti e in seguito la famiglia Sforza, Verona con gli Scaligeri, Firenze con la famiglia De Medici e la Repubblica di Venezia.
9. I Magistrati iniziano a concentrare tutto il potere nelle proprie mani fino a trasformare la carica di capo della signoria da elettiva a ereditaria. Prende vita così una vera e propria dinastia.
10. Ogni città cercava di estendere il proprio controllo al territorio circostante fino a mettere insieme dei piccoli domini che presero il nome di Stati regionali o principati legati a un principe che farà sì che la sua famiglia dominerà per diversi anni.
11. Tra Milano, Venezia e Firenze, nessuna delle tre città riuscì a sopraffare definitamente le altre, si creò una sorta di equilibrio di forze. Nel 1400 l’Italia quindi era divisa in molti piccoli stati, ciascuno dominati da una città.
12.
Lega Italica e conflitti in Italia
La Lega Italica fu un’alleanza alla quale aderirono la Repubblica di Venezia, Milano e Firenze, preceduta dalla Pace di Lodi. La frammentazione in tanti piccoli stati era causa di debolezza, così le Signorie italiane nel 1455 si unirono nella Lega Italica. Il principale garante fu Lorenzo De Medici, il Magnifico.
13. Alla morte di Lorenzo, gli accordi tra i vari Stati saltarono e si aprì una serie di scontri in Italia, il primo dei quali vide contrapporsi Ludovico Sforza e il Re di Napoli. Ludovico invocò il soccorso del Re di Francia, Carlo VIII che scese in Italia con un esercito di trentamila uomini. Travolse tutte le fortezze e indusse alla resa anche la città di Firenze dove venne cacciata la famiglia De Medici e venne proclamata la Repubblica. Carlo scese a Napoli e venne conquistata in tredici giorni. Il suo successo allarmò i più importanti sovrani del tempo che si unirono contro di lui e lo indussero a ritirarsi.
14.
Papa Giulio II e alleanze
Papa Giulio II fu al centro di una serie di alleanze con lo scopo di allargare i domini della Chiesa, contrastare l’espansione degli stati vicini ed evitare che l’Italia fosse conquista da sovrani stranieri. Nel 1516 Francia e Spagna firmarono la Pace di Noyon con la quale veniva stabilito il dominio francese su Milano e quello spagnolo sul regno di Napoli.
Domande da interrogazione
- Quali erano le principali cause dell'arretratezza economica e sociale dell'Italia nell'800?
- Come influenzava l'agricoltura intensiva ed estensiva la vita dei contadini nelle diverse regioni italiane?
- Qual era l'obiettivo delle società segrete come la Carboneria nel contesto del dibattito risorgimentale?
- Quali erano le differenze tra i moderati e i democratici riguardo alla visione dell'unità d'Italia?
- Come ha contribuito Cavour allo sviluppo economico e all'unità d'Italia?
Le cause principali erano la divisione politica in vari regni con dogane che ostacolavano i commerci, una prevalenza dell'economia agricola con tecniche intensive al nord e estensive al sud, e una scarsa industrializzazione con solo il 18% della popolazione impiegata nell'industria.
L'agricoltura intensiva al nord permetteva una produzione maggiore in spazi minori, mentre quella estensiva al sud, basata su grandi spazi e pochi prodotti, limitava le possibilità di sviluppo economico dei contadini, molti dei quali lavoravano a giornata per grandi proprietari.
L'obiettivo era lottare per l'indipendenza e l'unità d'Italia, contrastando il dominio austriaco e l'assolutismo monarchico, attraverso rivolte che spingessero i monarchi a concedere costituzioni liberali.
I moderati sostenevano l'idea di una monarchia e l'azione diplomatica appoggiandosi al Regno di Sardegna, mentre i democratici volevano una repubblica sostenuta dal popolo, con una distribuzione dei poteri più equa.
Cavour, attraverso una politica interna di modernizzazione economica nel Regno di Sardegna, e una politica estera attiva partecipando alla guerra di Crimea e stringendo alleanze, ha posto le basi per l'unità d'Italia sotto la guida dei Savoia, promuovendo riforme liberali e il libero scambio.