Concetti Chiave
- Il testo "I re taumaturghi" è diviso in tre libri che trattano origini, evoluzione e critica della pratica della guarigione regia.
- La prefazione di Le Goff offre una critica severa alla sezione sulle origini, sottolineando la contraddizione di Bloch nel definire termini chiave.
- Le Goff critica l'idea che una ricerca delle origini possa avere un unico punto di partenza, evidenziando le lacune interpretative di Bloch.
- Pietro di Blois collega la santità del re come unto del Signore alla guarigione di malattie, evidenziando l'aspetto simbolico del potere regio.
- Pietro di Blois operò in importanti corti europee e le sue lettere sono una fonte cruciale per comprendere il simbolismo del potere regale.
Struttura e temi principali
Strutturato in tre libri, dedicati a tre questioni fondamentali: origini della pratica della guarigione regia e collocazione temporale delle sue prima manifestazioni (Le origini); gli sviluppi dell’uso del tocco regio, confrontando tra loro vari casi e fonti su di un lunghissimo periodo di presenza dei re taumaturghi (Grandezza e vicissitudini della regalità taumaturgica); interpretazione critica del miracolo reale prima presentato (L’interpretazione critica del miracolo reale). Concludono cinque appendici, brevi excursus su alcuni temi utili da approfondire separatamente.
Critica di Le Goff
Ad aprire il testo è la Prefazione di Le Goff, che offre delle osservazioni critiche sulla prima parte, cioè sul “idolo delle origini”. Egli ammirava profondamente il testo, anche se non risparmia una lettura piuttosto severa. Tale prima parte risulta la più debole, per due motivi paradossali: lo stesso Bloch, in Apologia della storia, aveva proposto un’analisi critica del cosiddetto “idolo delle origini”, cioè della ricerca storica delle origini di un fenomeno, che però è qualcosa di quasi impossibile da individuare in senso univoco e genealogico, in sintesi una perdita di tempo metodologica. Ma proprio in questa prima parte del testo Bloch si contraddice proprio in tal senso, confondendo tra loro termini come “origini”, “fonti” e “cause”, tralasciando invece i più utili concetti, qui marginali, di “eredità”, “scelta”, “nascita”, “genesi”. Le Goff non attua solo una critica semantica, ma concettuale: nella ricerca delle origini è quasi implicito il fatto che ci sia un punto di partenza unico da cui tutto ciò deriva. In secondo luogo, anche il concetto che l’erudizione non mette al sicuro da nuove interpretazioni: la ricostruzione delle origini del tocco regio operata da Bloch lascia ancora molti buchi neri che offrono la possibilità di ulteriori interpretazioni, anche diverse rispetto a quelle dell’autore.
Lettera di Pietro di Blois
Per Le Goff è emblematico il caso della Lettera di Pietro di Blois, in cui si afferma in modo molto esplicito il collegamento tra santità del Re in quanto unto del Signore (che ha cioè ricevuto un sacramento, l’unzione) e il suo efficace manifestarsi in due atti, cioè la scomparsa della peste inguinale e la guarigione delle scrofole. In questo testo viene creata una serie di concatenazioni tra il particolare status del re e la possibilità di rendere efficace tale status in un’azione, cioè la guarigione di due malattie. L’autore, Pietro di Blois (1135-1204) fu precettore del re di Sicilia Guglielmo I il Buono (1153-1189), per poi essere cancelliere dell’arcivescovo di Canterbury alla corte di Enrico II il Plantageneto (1133-1189), personaggio che si muova in due tra le più importanti corti europee del tempo, ambienti da lui quindi ben conosciuti. Si tratta di una situazione politica di potere a diversi livelli, anche tra di loro autonomi, in cui il potere regio giocava la sua autorità a livello simbolico, cioè nella figura che incarna il regno e ha compito di rappresentanza collettiva e coordinamento, piuttosto che effettivo controllo e governo amministrativo dei vari territori (ciò è soprattutto vero per i grandi ducati autonomi che compongono il Regno di Francia). Di Pietro ci rimane un epistolario di 234 lettere, pubblicato all’epoca di Bloch in una collezione di fonti, Patrologia latina di Jacque-Paul Migne.
Domande da interrogazione
- Quali sono le tre questioni fondamentali trattate nel testo "I re taumaturghi"?
- Qual è la critica principale di Le Goff alla prima parte del testo di Bloch?
- Come viene descritto il ruolo simbolico del potere regio nel testo?
- Chi era Pietro di Blois e quale ruolo ha avuto nelle corti europee?
- Qual è l'importanza della Lettera di Pietro di Blois nel contesto del testo?
Il testo è strutturato in tre libri che trattano le origini della pratica della guarigione regia, gli sviluppi del tocco regio e l'interpretazione critica del miracolo reale.
Le Goff critica la prima parte per la sua debolezza nel trattare le origini, confondendo termini come "origini", "fonti" e "cause", e per lasciare spazio a ulteriori interpretazioni.
Il potere regio è descritto come simbolico, incarnando il regno e svolgendo un ruolo di rappresentanza collettiva e coordinamento piuttosto che di controllo amministrativo effettivo.
Pietro di Blois era un precettore e cancelliere che ha operato nelle corti di Sicilia e Inghilterra, conoscendo bene gli ambienti politici e di potere del suo tempo.
La Lettera di Pietro di Blois è importante perché collega la santità del re con la guarigione di malattie, evidenziando il potere simbolico e taumaturgico del re.