Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • I Balcani erano un'area instabile prima del 1914, con tensioni etniche e religiose tra vari gruppi, ma le grandi potenze riuscivano a mantenere l'equilibrio.
  • La Serbia, supportata dalla Russia, aveva ambizioni espansionistiche per unire tutti gli Slavi del sud, creando tensioni con Austria-Ungheria e altre nazioni balcaniche.
  • Le guerre balcaniche del 1912-1913, causate dal declino dell'Impero Ottomano, ridisegnarono i confini, consentendo alla Serbia di espandere significativamente il suo territorio.
  • Grandi potenze crearono l'Albania per limitare le rivendicazioni territoriali dei Balcani, mentre la Serbia mantenne il controllo del Kosovo, una zona a maggioranza albanese, seminando futuri conflitti.
  • I servizi segreti serbi, non controllati dal governo, organizzarono l'assassinio di Sarajevo nel 1914, che portò all'inizio della Prima Guerra Mondiale.

Indice

  1. La polveriera dei Balcani
  2. Religioni e tensioni etniche
  3. La questione serba e la Bosnia
  4. L'annessione della Bosnia-Erzegovina
  5. Contrasti tra Serbia e Bulgaria
  6. La Romania e le sue rivendicazioni
  7. Le guerre balcaniche
  8. La pace apparente del 1914

La polveriera dei Balcani

Inizialmente i Balcani non costituivano una polveriera; le scintille erano in giro, ma non erano mai arrivate a provocare un incendio, perché le potenze più grandi conservavano la padronanza della situazione.

Quando esse hanno smesso di trovarsi d’accordo la situazione è degenerata.

Religioni e tensioni etniche

I Balcani, geograficamente un territorio montuoso e dall’economia rurale, sono sempre stati caratterizzati da un groviglio di popolazioni. Mentre nell’Europa occidentale, gli invasori barbari si erano fusi con la massa dei vecchi cittadini romani, grazie alla religione cristiana che aveva costituito un elemento collante, nell’Europa dell’Est, le migrazioni più recenti e rese ulteriormente complicate dalle divergenze religiose, hanno lasciato formarsi dei gruppi. Infatti, i Magiari e i tedeschi della Transilvania, cattolici o protestanti avevano conservato le loro distanze rispetto ai vicini romeni ortodossi. La stessa cosa era avvenuta con i Serbi ortodossi del Banato. Importanti minoranze musulmane, dovute alla conquista turca, ma soprattutto alla conversione dei catari locali (bogomili), esistevano, ed esistono ancora, in Bosnia, in Albania, in Macedonia e in Bulgaria., All’inizio del XX secolo, l’introduzione in questa parte dell’Europa, del concetto occidentale di Stato-nazione non poteva che sfociare in massacri e in esodi.

Tuttavia, fino al 1914, le grandi potenze erano sempre riusciti a limitare i danni. Negli anni precedenti la prima guerra mondiale, ogni stato balcanico intratteneva dei contenziosi territoriali con tutti i suoi vicini. Tuttavia, questo ebbe come conseguenza lo scoppio di piccole ostilità, poiché le alleanze erano difficili da formare e soprattutto poco solide.

La questione serba e la Bosnia

Il più virulento fra tutti questi stati era la Serbia. La questione serba non avrebbe avuto una grande importanza se i Serbi non fossero stati appoggiati dalla Russia. L’ambizione serba consisteva nel riunire sotto un unico dominio tutti gli Slavi del sud, in un’ Jugoslavia artificiale che nascerà nel 1918 per scomporsi nel 1989. Furono presi contatti con i Croati, ma senza esito perché questi ultimi erano di religione cattolica e molto legati agli Asburgo. La posta in gioco diventò allora la Bosnia-Erzegovina; infatti, nel 1878, l’impero austro-ungarico era stato autorizzato dalle grandi potenze ad occupare questa provincia che si incuneava nei possedimenti tradizionalmente asburgici e a cui Vienna teneva molto. I Serbi ritenevano, invece, che il territorio croato fosse stato sottratto loro: una posizione infondata perché in un censimento del 1895 aveva mostrato che solo il 43% di ortodossi, qualificati come Serbi, si opponeva al 23% di cattolici o Croati di cui Vienna era sempre stata la protettrice naturale e a questi si aggiungeva il 35% della popolazione musulmana, con cui gli Austriaci avevano sempre avuto dei buoni rapporti.

L'annessione della Bosnia-Erzegovina

Nel 1909, gli Asburgo annessero la Bosnia-Erzegovina. Alle proteste serbe, si aggiunsero quelle dell’Impero russo che mobilizzò immediatamente le sue truppe e fece appello al suo alleato francese. L’incidente si chiuse subito perché il ministro francese Stephen Pichon dichiarò che di fatto l’Austria si era installata in Bosnia-Erzegovina già trenta anni prima e che gli interessi russi non erano affatto minacciati perché la frontiera russa era distante ben 500 chilometri. Quindi la questione si risolse con il buon senso.

Contrasti tra Serbia e Bulgaria

Le mire espansionistiche della Serbia contrastavano anche con quelle della Bulgaria. Nonostante il nome derivato dai conquistatori asiatici, la Bulgaria era essenzialmente slava; e la grandi potenze europee vi avevano posto sul trono la dinastia Saxe-Cobourg-Gotha. Poiché la Bosnia di Belgrado si era posta sotto la protezione russa, la Bulgaria si era alleata all’Impero austro-ungarico.

La Romania e le sue rivendicazioni

In margine dei Balcani, la Romania si estendeva su circa 2/3 della superficie attuale, in quanto la Transilvania faceva ancora parte dell’Ungheria. Fieri della loro origine latina, i Romeni avevano abbandonato progressivamente l’alfabeto cirillico e Bucarest si proponeva di diventare una seconda Parigi. Tuttavia, il paese restava ortodosso e quindi di impronta orientale. Nonostante questo, le potenze occidentali hanno posto sul trono romeno un principe Hohenzollern, di religione cattolica. La Romania rivendicava tre regioni: la Transilvania, la Bessarabia (in mano russa) e l’attuale repubblica della Moldavia. Inoltre, a sud, una parte della Dobrugia era nelle mani del Bulgari

Le guerre balcaniche

Nel 1912-1913 scoppiarono le guerre balcaniche, causate dalla decadenza dell’impero ottomano. Le ostilità vennero aperte dal Montenegro, un piccolo regno slavo, con lo sbocco sull’Adriatico. La Serbia, la Grecia e la Bulgaria si allearono contro la Turchia e le tolsero la maggior parte dei possedimenti europei. Successivamente, la Serbia e la Grecia si allearono contro la Bulgaria per toglierle la Macedonia, recentemente sottratta all’Impero Ottomano. Vienna avrebbe voluto intervenire in aiuto della Bulgaria, ma fu scoraggiata dall’imperatore tedesco, Guglielmo II.

Della situazione, ne approfittò la Romania per impadronirsi della Dobrugia meridionale. Le grandi potenze, escono dalla loro immobilità e sugli ex territori turchi balcanici, ritagliano l’Albania che, dal punto di vista linguistico è completamente diversa dagli Slavi e pratica religioni diverse per cui l’esercito montenegrino e serbo che già avevano occupato il territorio del nuovo Stato furono costrette ad andarsene. La Serbia restò in possesso del Kosovo, territorio a maggioranza albanese e questo sarà il germe di un conflitto che nascerà ala fine del XX secolo. Tutto sommato, le guerre balcaniche del primo decennio del secolo, permisero alla Serbia di raddoppiare l’estensione del proprio territorio.

La pace apparente del 1914

I primi mesi del 1914 sembravano costituire un periodo di pace nei Balcani. L’Austria non intendeva più espandere i propri domini a scapito della Serbia perché non aveva più interesse ad aumentare ulteriormente il numero di Slavi presenti nell’Impero. D’altra parte, il primo ministro serbo, Nicolas Pachitch cercava di intrattenere dei buoni rapporti con l’Austria-Ungheria e di comune accordo, veniva deciso di creare consolati serbi su tutto il territorio austro-ungarico. In patria, Pachitich non aveva un controllo preciso della situazione e gli sfuggivano le azioni dei servizi secreti che costituivano uno Stato nello Sato e non abbandonano l’idea di annessione della Bosnia. Infatti, sono i servizi segreti serbi che organizzeranno l’attentato di Sarajevo contro l’arciduca erede al trono austro-ungarico che sarà la scintilla responsabile dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.

Domande da interrogazione

  1. Qual era la situazione dei Balcani prima del 1914?
  2. I Balcani erano un'area di tensioni etniche e religiose, con le grandi potenze che riuscivano a mantenere un certo controllo fino a quando non persero l'accordo tra loro, portando a una degenerazione della situazione.

  3. Quali erano le principali tensioni etniche e religiose nei Balcani?
  4. Nei Balcani, le tensioni erano tra diverse popolazioni come i Magiari, i tedeschi della Transilvania, i Serbi ortodossi, e le minoranze musulmane, con divergenze religiose che complicavano ulteriormente la situazione.

  5. Qual era l'ambizione della Serbia nei Balcani?
  6. La Serbia ambiva a riunire tutti gli Slavi del sud sotto un unico dominio, creando una Jugoslavia, e aveva mire espansionistiche sulla Bosnia-Erzegovina, sostenuta dalla Russia.

  7. Come si sono evolute le guerre balcaniche del 1912-1913?
  8. Le guerre balcaniche furono scatenate dalla decadenza dell'impero ottomano, con la Serbia, la Grecia e la Bulgaria che si allearono contro la Turchia, seguite da conflitti interni tra Serbia, Grecia e Bulgaria per il controllo della Macedonia.

  9. Quale evento scatenò la Prima Guerra Mondiale nei Balcani?
  10. L'attentato di Sarajevo contro l'arciduca erede al trono austro-ungarico, organizzato dai servizi segreti serbi, fu la scintilla che portò allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

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